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Con ok della Camera crypto e Bitcoin tassate al 33%. Il Senato ha già detto sì

Passa tra scroscianti applausi una Legge di Bilancio punitiva per il settore.

La Legge di Bilancio è stata approvata dal Senato, con il testo che ora arriva alla Camera che – a meno di clamorosi stravolgimenti – non potrà che approvarla. Nessuno degli emendamenti salva crypto, di quelli che avrebbero almeno rinviato l’ingresso della tassazione al 33% delle plusvalenze, è stato inserito, il che vuol dire che per i guadagni maturati a partire dal 1° gennaio 2026 si applicherà un’aliquota fissa del 33%. Si tratta di un’enorme sconfitta per il settore, che ha visto nel giro di due anni prima la rimozione della soglia dei 2.000€, comoda sia per i piccoli investitori sia per chi spende crypto, poi il passaggio a un punitivo 33%.

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Dibattito politico chiuso, con il passaggio alla Commissione Bilancio di Montecitorio che non produrrà altri dibattiti politici e che non include ormai più alcuna speranza per gli investitori in criptovalute, che più che un trattamento di favore avevano semplicemente chiesto un trattamento equivalente a quello degli altri investitori. Rimane ora la flebile speranza di una sospensione da inserire nel Milleproroghe.

Puniti gli investitori

Dato che il gettito previsto, anche nel migliore dei casi, ammonterà a poche decine di milioni di euro – a fronte di un bilancio dello Stato che è faraonico, come si compete ad un paese membro del G8 – è chiaro l’intento punitivo di un settore particolarmente inviso più che al Parlamento a entità al di fuori del governo.

Sono le famose manine che scrivono norme delle quali nessuno (ci proviamo invano da 1 anno, sulle pagine di questa testata) si è preoccupato di rivendicare la paternità.

Oltre al danno rimangono poi due beffe.

La prima è che gli strumenti che hanno come sottostante le stesse criptovalute (futures, ETF) rimarranno tassati al 26%, permettendo a tutti di aggirare comodamente l’aumento di tassazione. La cosa frutterà probabilmente qualche milioncino ai gestori di ETF europei, tutti convenientemente con il quartier generale fuori dai confini italiani.

La seconda delle beffe è che questa norma arriva da un governo che si è professato più volte vicino alle posizioni di Donald Trump, che potrà certamente non piacere a tutti, ma che dallo scorso novembre ha permesso un’inversione a U dell’intero apparato federale in termini di atteggiamento verso il mondo crypto.

Per il resto, c’è poco di cui lamentarsi. Anche successivamente all’entrata in vigore del MiCA nessun operatore rilevante ha deciso di stabilirsi in Italia, con Bybit che si è accasato in Austria, Circle che si è accasato in Francia, e altri che hanno scelto la più classica Malta.

Zero assoluto in Italia, che vuol dire anche zero posti di lavoro creati, zero tasse pagate, zero innovazione portata in un paese che ne avrebbe certamente bisogno.

Viene colpito un settore dove di giganti industriali non ce ne sono e dove anche il famoso conciliabolo di operatori del settore ha potuto fare ben poco, portando sul tavolo o sedi in oscuri condomini o una quantità di utenti assolutamente impalpabile.

Non che ci sia qualcuno da biasimare: quando il trattamento atteso è questo, è più che intelligente portare ogni spirito e idea imprenditoriale a centinaia se non a migliaia di chilometri al di fuori dei confini nazionali.

Rimane curioso come tanti valenti giovani italiani stiano in realtà rivoluzionando il settore sì, ma oltreoceano.

Basta leggere anche superficialmente i nomi dei dirigenti di gruppi come Anchorage, ma anche tra gli animatori del progetto m0, per rendersi conto che gli italiani, come secoli fa, sono rimasti un popolo ha il movimento del denaro nel sangue. Ora però il genio italiano dovrà farlo altrove. E per i pochi che ci avevano ancora creduto, questa dovrebbe essere la pietra tombale sulla questione.

Rimane la soddisfazione di non aver visto alcuni avventurieri politici che hanno provato a cavalcare l’onda dello sdegno lo scorso anno ripresentarsi quest’anno a ergersi a paladini del settore. C’è chi ha continuato, meritoriamente, a metterci la faccia e chi non risponde più neanche a richieste via mail, probabilmente impegnato a cavalcare la prossima onda.

Pochi euro in più

Sarebbe bastata una telefonata a chiunque abbia un minimo di contezza sul funzionamento del mercato per sentirsi rispondere che l’Erario non incasserà un euro in più dall’introduzione di questa norma.

Chi fa trading lo fa in genere con quegli stessi strumenti che rimarranno tassati al 26%. Ad essere puniti saranno i detentori diretti di Bitcoin e crypto, che avranno come unica colpa quella di non essersi diretti verso canali e strumenti più rischiosi.

Un capolavoro.

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la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
2 ore fa

Chi li ha votati, semplicemente se lo merita. Rivotateli, mi raccomando, al grido di “la sinistra aumenta le tasse” (lasciamo stare quello che hanno fatto con le.pensioni, va) 😀
Chi non li ha votati… questa è la democrazia, deal with it 🙂

Giulio Bortolotto
Giulio Bortolotto
59 minuti fa

Ricapitolando:
Bitcoin, ostacolato
Carne coltivata, vietata
Novel food, fortemente limitati
Svolta green, aggirata
Esame di 5° superiore torna a chiamarsi “maturità”
Insomma tutto ciò che nasce dopo il 1979 è, per questo governo, da vietare o ostacolare

Last edited 58 minuti fa by Giulio Bortolotto