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Non è BEAR MARKET: ecco perché Bitcoin e crypto avranno un 2026 top secondo…

Parla un importante analista di Cantor, che dice che forse...

Prima premessa: Cantor ha degli interessi diretti nel mondo crypto. Seconda premessa: il suo leader, Howard Lutnick, è al governo negli USA come Segretario al Commercio. Terza premessa: Cantor è anche custode degli asset di Tether e dunque, anche qui, ha interessi diretti nell’avere un outlook bullish. Tuttavia quanto ha affermato da CNBC Brett Knoblauch, analista del gruppo, merita forse la nostra attenzione. Perché tra tante profezie di sventura è un’opinione, almeno a nostro avviso, di rara intelligenza e misura.

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Cosa ha affermato l’analista? Che in realtà la correzione alla quale abbiamo assistito potrebbe essere una sorta di pullback momentaneo, dettato da circostanze al di fuori del mercato crypto – e non un bear market come quelli del passato, complice anche l’assenza di cigni neri come sono stati in passato l’hack di Mt Gox o ancora i fallimenti di Terra Luna e FTX.

Niente bear market prolungato?

In realtà questa teoria si incrocia con tanto altro del quale si sta discutendo ormai da giorni su tutte le principali testate e tra gli analisti più importanti del settore Bitcoin e crypto. Ovvero è l’eventualità che il ciclo dei 4 anni sia sconfessato. Parte che sarà quasi sicuramente vera, dato che chiuderemo quello che è il terzo anno non in rialzo, ma in ribasso anche su Bitcoin. L’analista di Cantor Fitzgerald afferma infatti che:

Se guardi ai cicli precedenti, la durata dal picco al minimo è di circa 364 giorni. Siamo a 85 giorni dall’inizio, ma c’è molto slancio positivo che suggerisce che questa potrebbe non essere un crypto winter. Potrebbe trattarsi semplicemente di un pullback. In questo ciclo abbiamo già visto correzioni del 30% più volte. Inoltre la Fed sta tagliando i tassi: gli ultimi due inverni crypto sono iniziati con la Fed che li alzava. E non ci sono veri eventi tipo black swan.

Una considerazione corretta nella premesse, e che almeno ad avviso di chi vi scrive dovrebbe essere presa in considerazione anche per le conclusioni, dato che per l’appunto ci sono almeno due fattori di cui tenere considerazione:

  1. È vero che Fed dovrà tagliare ancora. Si può dibattere sull’entità di certi tagli, ma ci saranno comunque sicuramente. Il mondo che ci aspetta anche sul breve è un mondo dove la liquidità sarà più ampiamente disponibile;
  2. È vero che sono mancati i cigni neri. E che probabilmente mancheranno, anche se su questo secondo punto si possono avere dei ragionevoli dubbi.

Nello specifico non sapremo mai cos’è successo davvero il 10 ottobre e che tipo di conseguenze “invisibili” ha avuto sulla struttura dei mercati. E non sapremo neanche quanto tempo eventualmente potrebbe servire per tornare a una situazione di maggiore normalità, in particolare in termini di solidità di certi order book.

Per il resto, sarà interessante valutare l’opinione di un analista di Cantor, che non è esattamente senza skin in the game.

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