L’ultima parte del 2025 può essere evidenziata per Bitcoin una fase di netto distacco dalle correlazioni storiche con i mercati tradizionali e dati macro. Il segnale più evidente è la rottura del legame con gli indici azionari americani, in particolare quelli tecnologici.
Bitcoin e il grande divorzio macro di fine 2025
Non si tratta però dell’unica decorrelazione in corso. In parallelo si osserva un indebolimento del rapporto con il Dollar Index. A scalare, Bitcoin sta indebolendo anche le relazioni con tassi reali e oro che risultano meno vincolanti. Si potrebbe dire che Bitcoin mostra una crescente autonomia macro, se non fosse che per il fatto che il prezzo sta calando e attualmente quota 88.900$.
Queste decorrelazioni le possiamo riassume così, anche come ordine di rilevanza:
- Indici azionari USA
- Dollar Index
- Tassi reali e oro
Questo scenario può essere riassunto anche attraverso una panoramica grafica comparativa dell’andamento, da inizio 2025, dei principali asset finanziari. S&P 500 e Nasdaq, si trovano entrambi in prossimità dei rispettivi massimi storici rispettivamente a +17,12% e con l’indice tecnologico a +21,30%.

Bitcoin in controtendenza rispetto agli altri asset
L’oro segna un +66% nel 2025, mentre l’euro registra una crescita intorno al +13%. In netto contrasto, Bitcoin, allo stato attuale, è destinato a chiudere il 2025 in ribasso, con una flessione che segna circa -4%.
Queste performance mostrano il concetto di decorrelazione in atto, con Bitcoin che non segue né l’azionario ai massimi né la forza dei beni rifugio, evidenziando una fase di transizione nel suo posizionamento macro.
Bitcoin abbandona gli indici azionari e oro

Sul grafico weekly di Bitcoin si può osservare come sta attraversando una fase di marcata decorrelazione rispetto agli indici USA. Le metriche evidenziano una correlazione negativa pari a -0,49 con il Nasdaq, confermando il distacco dagli indici tecnologici. Ancora più netta è la decorrelazione con l’S&P 500, che registra un coefficiente intorno a -0,57.
Il dato più significativo riguarda però l’oro, con una correlazione negativa che scende fino a -0,75. Bitcoin non si comporta né come asset risk-on né come bene rifugio, ma segue una dinamica autonoma.

Il Dollar Index: cos’è e perché conta
Il Dollar Index (DXY), misura la forza del dollaro statunitense rispetto a un paniere di valute principali (euro, yen, sterlina e franco svizzero). È un indicatore utilizzato per valutare se il dollaro si sta rafforzando o indebolendo a livello globale.
Un DXY in salita segnala un dollaro forte, spesso associato a politiche monetarie restrittive, tassi reali elevati e ricerca di sicurezza.
Un DXY in discesa indica invece condizioni finanziarie più accomodanti e maggiore propensione al rischio.
La correlazione inversa DXY con Bitcoin
Nel tempo si è osservata una correlazione inversa tra Bitcoin e il Dollar Index, soprattutto su orizzonti medio-lunghi.

Quando il DXY scende, Bitcoin tende a beneficiare di un contesto di maggiore liquidità globale e flussi sugli asset risk-on. Al contrario, un DXY che sale coincide spesso con fasi di pressione ribassista o laterale su BTC.
Questa ultima fase di mercato sta mostrando una decorrelazione tra Bitcoin e il Dollar Index, come si può osservare dal grafico weekly. Il DXY resta debole o laterale, mentre BTC non reagisce più in modo meccanico come in passato. La relazione inversa tradizionale risulta attenuata.
Cosa sta accadendo
In questa fase i movimenti di Bitcoin appaiono meno dipendenti dal contesto macro tradizionale e più legati a dinamiche proprie, indicando una fase di autonomia crescente nel breve periodo, priva di indicazioni operative comparate. Questa decorrelazione sappiamo che attualmente deriva dalla mancanza di liquidità rivolta al mondo crypto e Bitcoin.
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