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Austin Petersen

Negli Stati Uniti un candidato al Senato accetta una corposa donazione in Bitcoin

Il candidato al Senato, il repubblicano Austin Petersen, ha ricevuto già 24 donazioni in Bitcoin durante la sua campagna che potrebbe portarlo al Senato degli Stati Uniti. La più consistente risulta possedere un valore pari a 4.500 dollari e rappresenta la più corposa donazione in Bitcoin mai accettata (e ricevuta) da un politico americano secondo la Commissione Elettorale Federale.

Austin Petersen
Austin Petersen non è l’unico politico americano ad aver ricevuto finanziamenti per la propria campagna elettorale in Bitcoin

Secondo la stessa Commissione il repubblicano Austin Petersen ha ricevuto una donazione dal valore di 0,284 Bitcoin che al momento dello scambio in dollari negli Stati Uniti veniva valutato proprio 4.500 dollari.

Come dicevamo, tale valore indica la più consistente donazione in Bitcoin della storia della politca statunitense. È chiaro che questa notizia aprirà un dibattito legato alle donazioni in relazione alle criptovalute collegate al mondo politico.

Un collaboratore dello staff di Petersen ha fatto intendere che probabilmente le criptovalute entreranno a pieno titolo fra le possibili modalità di contributo e di finanziamento delle campagne elettorali. Viene da chiedersi perciò se il Bitcoin può davvero diventare una nuova tipologia monetaria per la politica.

Quindi oggi Bitcoin e altre critpovalute possono iniziare ad essere utilizzati per contribuire ai finanziamenti di campagne elettorali o per elargire donazioni. Austin Petersen ha ricevuto donazioni in Bitcoin pari ad un valore totale di 9.700 dollari.

C’è da dire però che l’arrivo delle criptovalute nei finanziamenti alle campagne politiche non sono comparse oggi; già nel 2016 Rand Paul aveva ricevuto finanziamenti in Bitcoin. Stessa sorte era toccata nel 2014 ad una campagna del Congresso con Jared Polis che accettò anche in quel caso finanziamenti in Bitcoin.

In questo clima, la Commissione Elettorale Federale ha iniziato a fornire indicazioni a tutti gli elettori che volessero sostenere le campagne dei loro politici se la modalità scelta dovesse essere quella delle criptovalute. Un passo interessante che contribuisce ad allargare le possibilità di utilizzo di questo strumento. Di certo questo può rappresentare un primo passo di distensione nei confronti di Bitcoin e delle criptovalute in genere, utile a rendere sempre più “accettabili” queste tipologie di pagamenti dall’opinione pubblica anche se non rappresentano valute governative sostenute da enti centrali riconosciuti.

Di conseguenza se dovesse aumentare la capacità di diventare più ricchi, con ricchezza proveniente proprio da investimenti derivati dalle criptovalute, potrebbe allargarsi ulteriormente la forbice di possibili nuove donazioni politiche su base criptovaluta. Ciò potrebbe inoltre portare ad un atteggiamento maggiormente distensivo da parte dei politici che iniziando ad accettare Bitcoin o altre criptovalute potrebbero aprirsi ad un mondo finora visto con più ostilità.

C’è da dire però che la donazione in Bitcoin nei confronti della campagna di Austin Petersen ha rappresentato soltanto il 3% della totalità delle donazioni totali ricevute dal repubblicano statunitense. Questo per dire che al momento insistono ancora maggiormente le valute tradizionali rispetto ai piccoli primi passi delle criptovalute. Ma da qualche parte si deve pure inziare.

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