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Fundamental Labs – 44 milioni di investimenti per il mining

Fundamental Labs – azienda cinese nata e cresciuta intorno al mondo della blockchain e delle criptovalute – ha appena annunciato un investimento choc per l’intero settore.

Ben 44 milioni di dollari saranno infatti a breve investiti dal gruppo per dei Bitcoin Miners di ultima generazione, hardware specializzato nel risolvere appunto i problemi crittografici che stanno alla base della creazione di Bitcoin.

L’azienda ha affermato di voleri impiegare tra le nuove 20.000 e 30.000 unità hardware per il mining di ultima generazione, sfruttando inoltre il costo particolarmente irrisorio dell’energia elettrica in Cina durante la stagione delle piogge.

Il minino è il punto fondamentale della questione

Howard Yuan, manager di Fundamental Labs, sembra vederci chiaro: “Il mining è il blocco fondamentale di supporto per tutto il mondo delle criptovalute e della blockchain” – ha affermato ai microfoni di CoinDesk.

Lo sforzo però sarà sensibilmente diverso da quello che tipicamente compiono le aziende che fanno mining a scopo di lucro.

I 44 milioni di dollari saranno infatti investiti in Bitmain AntMiner S17 – l’ultima generazione di periferiche per il minino di Bitcoin – quelle più performanti e anche quelle con il costo più elevato.

La consegna è prevista nei prossimi 2 mesi.

Un impegno di lungo periodo

“Non acquistiamo macchine di seconda mano, perché il nostro impegno è di lungo periodo” – ha chiosato Yuan, puntando il dito verso quelle imprese che acquistano appunto periferiche di vecchia generazione allo scopo di sfruttare soltanto momentanei cali del prezzo dell’elettricità, che si verificano tipicamente in estate nel Sud Est Cinese.

AntMiner S17 permetterà invece a Fundamental Labs di operare in profitto – agli attuali prezzi di mercato – anche successivamente alla stagione estiva, quando appunto i costi dell’elettricità torneranno ad aumentare.

Mining – nonostante gli ostacoli del governo è ancora fiorente in Cina

Il mining continua ad essere una questione principalmente cinese, nonostante più volte il governo si sia espresso in termini ostili verso questo tipo di pratica.

Ad oggi più della metà della potenza di calcolo impiegata dalla rete Bitcoin si trova proprio sul territorio della Repubblica Popolare.

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