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Le Bahamas dichiarano GUERRA al gossip FTX | “Noi abbiamo regole, altri…”

La guerra fredda, passateci il termine, tra USA e Bahamas, continua. Nonostante il piccolo stato insulare abbia accettato relativamente di buon grado di far gestire la procedura fallimentare di FTX agli Stati Uniti, c’è Ryan Pinder, procuratore generale, che non ci sta. E che vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa in relazione a quanto sta avvenendo e anche in relazione ad accuse generiche che sono state mosse alle Bahamas.

Lo ha fatto in un lungo comunicato video – che troverete allegato a questo approfondimento – cercando di ristabilire la credibilità del suo paese anche in termini di giurisdizione e sottolineando la piena liceità di alcuni degli interventi fatti appunto per tutelare clienti e investitori.

Una vicenda che ci porteremo dietro ancora per diverse settimane se non diversi mesi, che ci aiuta però a comprendere anche il complesso reticolo regolamentare che interessa il mondo cripto e Bitcoin. Un complesso reticolo che offre vantaggi però anche a entità che non sono poi così sconosciute a Ryan Pinder, uno dei tanti che ha attraversato le revolving doors, le porte girevoli tra settore privato e pubblico – direttamente o al contrario.

Controffensiva Bahamas: “Non siamo quelli che dite”

La controffensiva, fosse anche soltanto per difendere l’onore del piccolo stato insulare, accusato da molti di essere un paradiso senza regole per grandi capitali cripto e non, potevamo aspettarcerla.

A consegnarla al mondo è stato Ryan Pinder, che riveste il ruolo di Procuratore Generale delle Bahamas che in una conferenza stampa di ieri ha cercato di difendere la reputazione del paese. Un discorso durato 20 minuti e che tutti hanno potuto guardare online e che riproponiamo qui per chi volesse saperne di più. Qui il link che porta a Facebook.

Siamo scioccati dall’ignoranza di coloro i quali dicono che FTX sia venuto alle Bahamas perché non voleva sottostare a regole e controlli del regolatore. In effetti il mondo è pieno di paesi che non hanno regole e leggi sulle cripto e i digital asset, ma le Bahamas non fanno parte di questo gruppo di paesi.

Una dichiarazione al fulmicotone, indirizzata probabilmente a Washington, con gli Stati Uniti che stanno avendo una difficoltà enorme a far passare un impianto legislativo bipartisan che sarà con ogni probabilità rimandato a data da destinarsi.

Aggiungendo poi che quello che è accaduto veramente è stato offuscato dal turbine di gossip, di pettegolezzi e di inesatezze sul caso, che sono circolate tanto sulla stampa quanto ai piani alti della politica.

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Le Bahamas rispondono per le rime
  • Non c’entrano le Bahamas, non c’entrano le cripto

Al contrario di tanti esperti dell’ultima ora, pensiamo anche che Pinder abbia fondamentalmente ragione su un aspetto preciso della vicenda, ovvero la totale estraneità del mondo cripto e se vogliamo delle Bahamas.

Dice il Procuratore che quanto avvenuto è in realtà legato al fallimento di un gruppo di enormi dimensioni che può essere ricondotto a malagestione, all’assenza di governance aziendale e a pratiche di gestione non al top.

Che è poi quello che sappiamo fino ad ora del caso FTX: fondi promiscui tra le diverse società, denari spostati con leggerezza e senza alcun tipo di registrazione contabile e buchi miliardari che ne sono derivati nel giro di qualche mese.

I legami con il settore cripto delle Bahamas

Qualcuno, a nostro avviso a ragione, mette però sul tavolo anche il passato di Pinder. Assolutamente nulla di cui vergognarsi, ma legami con quello che è l’attore principale dell’ondata cripto che ha travolto (di denaro e di imprese) il piccolo stato insulare.

Pinder è infatti un ex parlamentare del piccolo stato, che nel 2014 però ebbe a cambiare vita, diventando Chief Legal Officer di Deltec. Un nome che a molti ricorderà FTX (che la usava come banca) e anche altri importanti attori del settore cripto e stablecoin.

Situazione poi cambiata di nuovo con il nuovo incarico pubblico per Pinder, con il dubbio che legami e interessi potrebbero non essere stati recisi. Su questo, se vorrà, risponderà ancora una volta direttamente Pinder.

Per ora gli elementi che possiamo aggiungere sono due:

  • Deltec è legata su più fronti a FTX

Deltec è una banca che è stata tra le prime al mondo a poter offrire ospitalità a progetti miliardari del mondo cripto. E ha occupato, stando a quanto abbiamo raccolto da più fonti, questo ruolo particolare nel mondo cripto proprio perché offriva conti e gestione a gruppi che erano invece rifiutati altrove. Non perché loschi o illegali, ma perché in realtà con il mondo cripto e Bitcoin non voleva averci quasi nessuno a che fare fino a qualche tempo fa (con la situazione che è pressoché invariata almeno in Europa).

Ieri c’è stato anche uno Space su Twitter che ha intervistato Janvier Chalopin, legato al famoso Jean Chalopin, figura di spicco di Deltec e legata anche alla banca che fu acquisita negli USA, per quote da FTX stessa.

Quanto è emerso dallo Space, per quanto legato da Janvier Chalopin stesso, è che tra Farmington State Bank negli USA (sempre legata ai Chalopin) e Deltec i legami fossero più che solidi. E che fu in virtù del rapporto alle Bahamas che FTX e Alameda decisero di investire milioni in una piccolissima banca con soli 3 dipendenti.

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Non è una problematica che interessa solo le Bahamas
  • Le porte girevoli tra pubblico e privato

Anche limitandoci al caso FTX non sono una caratteristica esclusiva delle Bahamas. Ci sono membri di spicco di CFTC, l’authority che negli USA governa il settore dei derivati, che finirono a libro paga di FTX. Così come lo stesso, lo riveleremo il prossimo 2 novembre su queste pagine, potremo dirlo di alcuni contesti europei. Chi regola il regolatore quando questo lascia il suo posto di lavoro pubblico e finisce a stipendio di attori delle proporzioni di di FTX? Dopo certi impieghi quello che ci si porta dietro non sono solo le foto sulla scrivania, ma una rete di contatti in grado di ammorbidire processi per attori di dimensioni importanti, proprio come FTX.

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Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Oh ragazzi, avete i testicoli grossi come un elefante 🐘
Tra qualche anno vi vedo già su RAI 3 al posto di Sigfrido.

Luigi Pesci
Luigi Pesci
1 anno fa
Reply to  Giorgio

Grazie mille Giorgio, sempre gentilissimo.

Giorgio
Giorgio
1 anno fa
Reply to  Luigi Pesci

La verità Luigi.
E grazie a voi per sopportare le mie paturnie mentali 🙂