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Michele Serra Bitcoin e Crypto

Bitcoin, crypto come il Mago Oronzo! | Nuovo Attacco di Repubblica

La grande penna di Michele Serra contro Bitcoin e crypto. E cita anche il Mago Oronzo.

Karl Marx, che pur in gioventù doveva essere piaciuto a Michele Serra, diceva che la storia si ripete sempre due volte. La prima volta come tragedia, la seconda come farsa. E Bitcoin dovrà sorbirsi, per l’appunto, anche la farsa. Perché parliamo di Michele Serra, di Marx e di Bitcoin?

Semplice: Michele Serra – che è da tempo una delle penne di punta di Repubblica – ha deciso di rincarare la dose, di arrivare in scia del già terribile articolo a firma di Tito Boeri e Roberto Perotti. E mette in mezzo anche il Mago Oronzo.

La buona notizia è che la rilevanza – per il mercato di Bitcoin e per il suo funzionamento – di quanto scrive Michele Serra è prossima allo zero. Ma dato che scrive pur sempre sul primo giornale in Italia sarà il caso di leggere cosa ha scritto. E per qualcuno di affrettarsi ad accumulare qualche satoshi – qui su Kraken potete accedervi, a prescindere da quanto dice Michele Serra – prima che certe idee si facciano strada ai piani alti della politica. Chissà, magari alle prossime elezioni.

Bitcoin, il mago Oronzo, e il giornalismo saccente

Bitcoin ce lo mettiamo noi, perché dopotutto è di lui che si parla. È lui che non viene capito (abbiate pazienza, è pur sempre un adolescente), è lui ad essere oggetto prima degli strali di chi ci capisce, poi di Michele Serra, che nella sua Amaca di oggi ha ben pensato di dare ai due economisti manforte.

Il mago Oronzo ce l’ha messo invece Serra, che scrive:

Ho letto un po’ di articoli su come funzionano le blockchain, che delle criptovalute sono la matrice. L’ho capita più o meno così: si tratta di una concatenazione di computer che, per accumulo, trasforma la quantità in un salto di qualità, dunque in un presunto “valore”.

Il resto dell’articolo potete trovarlo su Repubblica.it rigorosamente dietro paywall. Ed evitiamo di riportarlo, dovessero venire a sindacare e ad accusarci di aver rubato lavoro altrui.

Michele Serra comunque l’ha capita così e aggiunge che la cosa gli farebbe lo stesso effetto del Mago Oronzo, quando appunto prometteva mari e monti imponendo le mani. A voi il giudizio, che dopo una settimana così ci saremmo anche stancati.

Repubblica Attacca Bitcoin
Sembra ormai un film di Romero

Lasciandoci alle spalle la concatenazione di computer che sarebbe la blockchain, passiamo al terzo pezzetto fondamentale di questa storia. Un pezzetto che è farina del sacco ma che siamo andati a recuperarci noi. E cioè il giornalismo saccente.

Non troppo tempo fa, sulle colonne virtuali di Domani – qui puoi trovare l’articolo originale il mai troppo apprezzato Michele Serra ebbe a scagliarsi contro il giornalismo saccente della sua generazione, polemica a quanto pare anche un po’ autobiografica.

Dall’esperto all’esperto degli esperti: la lunga catena dell’autorità in-credibile

Quando a parlare sono economisti di livello come Tito Boeri e Roberto Perotti c’è sicuramente da star zitti, ascoltare e poi magari commentare. Noi ci abbiamo provato nella quinta puntata del nostro Podcast qui, raccogliendo un po’ anche quelli che erano gli umori della community.

È sicuramente più curioso però chi vorrebbe attribuire un qualunque tipo di autorità alle parole di Michele Serra, un tempo pungente scrittore che bastonava i costumi dell’Italietta, in quanto esperto di esperti. Ed è altrettanto curioso vedere la comunità di intenti, di stupore (e di ignoranza, non si arrabbi chi ci legge) tra economisti bocconiani e il giornale che un tempo era il salotto buono del progressismo e della socialdemocrazia.

Com’è che si diceva? Il nemico del mio nemico è mio amico. E noi, con la sola imposizione delle mani, salutiamo l’ennesimo evitabilissimo articolo su qualcosa fanno finta di non capire, ma che forse hanno capito benissimo.

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Roby
Roby
1 anno fa

Quello ha proprio capito tutto.

Meno male che ci sono giornalisti intelligenti come lui.

Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Cercando sul web si trova che sono 7 milioni gli italiani che detengono criptovalute e se si considera gli italiani che sono anche interessati all’ acquisto la cifra raddoppia.
Dati reali?
Non lo sappiamo in effetti.
Quello che penso è che solo i numeri non mentono mai.

Poi credo che le persone hanno modi diversi di chiedere aiuto, forse questi ” esperti ” ci stanno chiedendo aiuto, fanno parte di quegli italiani che sono interessati all’ acquisto di bitcoin e fratellini ma non sanno come fare.

Oppure sono preoccupati per i numeri crescenti degli interessati?
Preoccupati del fatto che i risparmiatori vanno in banca e chiedono se possono acquistare Bitcoin?

Forse bisognerebbe indagare su questi dati, metterli nero su bianco e spiattelarli in faccia a chi scrive sui giornali scegliendo di togliere ogni dubbio sulla loro stupidità piuttosto che non scrivere e lasciarci il dubbio.

Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Se Satoshi Nakamoto fosse Einstein e Bitcoin la teoria della relatività, allora il primo potrebbe ripetere una famosa frase del secondo, infatti un giorno il genio disse : ” se la mia teoria della relatività risulterà corretta, allora i nazzisti diranno che sono tedesco e i francesi che sono cittadino del mondo.
Se al contrario la mia teoria risulterà sbagliata i nazzisti diranno che sono ebreo e i francesi che sono tedesco.”

jacopo
jacopo
1 anno fa

Io spero vivamente che Boeri e Serra leggano criptovaluta.it, o in qualche modo trasversale abbiano modo di leggere quello che sto per scrivere. Non sono certo un intellettuale, e nemmeno un esperto di blockchain, ma avendo ormai superato i 40, lavorando quotidianamente con la scienza – anche se a livello didattico, non di ricerca – e frequentando il settore cripto da 3 anni mi ritengo in possesso di un cervello quantomeno capace di ragionare, un’esperienza di vita almeno sufficiente e competenze di blockchain passabili.

Beh, non è sempre stato così. Sono stato giovane anch’io, sebbene anche da giovane fossi già discretamente rompicoglioni. E da giovane ho detto (principalmente) e fatto (molto meno) cagate colossali. Qualche esempio? A 13 anni ritenevo che il mestiere di avvocato fosse un mestiere illegale e quindi da vietare: “gli avvocati devono cercare la verità, non difendere i colpevoli”, pensavo. Poi crescendo ho capito che le cose sono un po’ meno semplici di così, e questa “verità” mica è così facile da trovare – sempre ammesso che esista. E per fortuna che qualcuno prova a difendere al meglio le persone, anche se fossero i peggiori criminali. Tanto la verità poi viene fuori (ok, diciamo che dovrebbe venir fuori).
Oppure: “perchè lo Stato deve obbligarmi a mettere le cinture in auto? Se guido senza cinture e faccio un incidente mi spacco io, mica faccio male agli altri, quindi il non mettere le cinture ricade solo su di me, e lo stato si sta intromettendo nelle mie libertà personali. Altra cosa ovviamente è guidare da ubriaco: certo che non va bene, ammazzo gli altri, mica solo me stesso. Ma senza le cinture no”. Poi capisci che se fai un incidente e ne esci invalido a vita lo stato ti deve (dovrebbe…) mantenere a vita, quindi il fatto di non avere usato le cinture non è vero che ricade solo su di te, ricade sui contribuenti che ti pagano l’invalidità. E’ più complessa, lo so, sto semplificando. E allora capisci che è giusto che lo stato ti obblighi a mettere le cinture: non perchè ti fa da mamma, ma perchè fa un mero discorso economico.

In pratica: prima ti fai la tua idea, poi ti informi, ti confronti con il mondo e vedi se la tua idea è sensata o magari sarebbe buona in un mondo diverso ma non lo è in questo, oppure se è semplicemente una cagata pazzesca. Se sei ancora nella prima fase, cioè ti sei fatto la tua idea e subito la sbandieri ai 4 venti, rischi di prendere cantonate paurose. Può succedere a tutte le età, ovviamente: figuriamoci se vogliamo parlare di cura delle malattie genetiche, testamento biologico, eutanasia, aborto, vaccini e terra piatta (queste ultime tre mai avrei pensato di scriverle, ma ahimè ai nostri tempi c’è gente che mette in discussione anche risultati che sembravano già raggiunti dal genere umano… evidentemente non lo erano).

Ed ecco che arriviamo alle sagacissime penne di cui stiamo parlando. Tutti noi ci aspetteremmo che tali penne abbiano una grande esperienza di vita: non fanno i pescivendoli (col tutto rispetto dei pescivendoli), hanno passato la vita chi a studiare l’economia chi a dedicarsi al dibattito pubblico su temi di fondamentale importanza per la società. Ne hanno di esperienza… da vendere, direi! Forse anche loro da piccoli volevano vietare gli avvocati. Forse non capivano perchè lo stato si permettesse di fare leggi per obbligare la gente a mettere le cinture. Probabilmente hanno fatto scivoloni, come tutti noi, perchè anche loro possono essere stati poco informati. Ma erano giovani. Poi, come me, hanno capito. Sanno che una cosa è parlare di un argomento che si conosce a menadito e un’altra di uno che non si conosce per nulla. Sanno che il proibizionismo a prima vista potrebbe sembrare una soluzione, ma a un esame attento non solo non risolve il problema dell’alcol ma ne crea molti altri. Non è gente di primo pelo. E’ difficile coglierla in fallo.

E invece? Invece quando si parla di blockchain si documentano di merda e si fiondano a scrivere due cazzate sull’onda dell’entusiasmo (?). Roba che uno studente delle medie che fa copia-incolla su wikipedia quando la prof gli chiede la ricerca sull’apparato circolatorio in confronto è un premio Nobel, quantomeno perchè ha usato wikipedia e non lercio.it. “Saper scegliere le fonti”, l’avrete sentito dire.
Ma sono in buona compagnia. Chiedete a vostri amici digiuni di cripto un parere: vi diranno “truffe”, “non hanno un reale valore”, “è tutta roba virtuale”, magari quelli che si ritengono intelligenti addirittura “sono solo schemi Ponzi. Sai cos’è uno schema Ponzi? Adesso te lo spiego: …….”

Qual è la differenza? Che i vostri amici non sono venuti a rompervi i coglioni per dirvi “ehi le cripto sono una merda”, siete voi che gliel’avete chiesto e vi siete beccati la risposta impreparata che vi potevate aspettare. Se vado all’oratorio e chiedo ai bambini che giocano a pallone “cosa ne pensate dell’aumento dell’entropia nell’universo?” mica mi posso aspettare che qualcuno mi risponda “effettivamente è inevitabile, ma diventerà un problema effettivo solo fra miliardi di anni, quindi bro stai tranquillo e passami la palla che siamo 34 a 35 e fra dieci minuti la tata viene a prendermi che devo fare merenda”

Invece i nostri amici si sono messi a scrivere la loro idea, partorita dopo attente consultazioni di lercio.it (ma senza accorgersi che era lercio.it) su giornali a tiratura nazionale. Beh, molto bene. Un po’ come se domani sul corriere mi trovo la tata del bambino dell’oratorio che mi dice perchè la Terra in effetti potrebbe essere piatta. Fonte: “l’ho letto su internet”.
Perchè la cosa ridicola è proprio questa: credete Boeri e Serra abbiano mai usato UNA SOLA VOLTA nella loro vita la blockchain? Ma figuriamoci! Credete ne abbiano parlato con gente anche solo un minimo competente? Ma figuriamoci! Hanno letto articoli sensazionalistici, hanno raccolto il sentimento comune, hanno tirato le somme e hanno partorito i loro sproloqui. E io sono sicuro che queste penne sono le prime a incazzarsi coi terrapiattisti e coi novax, perchè (giustamente) li accusano di non essersi informati. Ma porca la banana, DA CHE PULPITO!

Boeri e Serra non sanno che circa 1,7 miliardi di persone al mondo non hanno accesso ad una banca, e l’unico modo per conservare qualche soldo sarebbe infilarlo sotto al materasso… ma basta un cellulare (e questo lo hanno) per conservare i propri bitcoin.
Boeri e Serra non sanno che bitcoin, pur essendo volatile, è infinitamente meno volatile di monete come la lira turca, il bolivar venezuelano e chi più ne ha più ne metta. Non sanno (o forse sanno ma non hanno considerato) che nei paesi in cui una moneta nemmeno esiste il dollaro e le politiche americane dettano legge (nel vero senso della parola).
Boeri e Serra non sanno che un lavoratore straniero paga anche il 15% di commissioni quando manda il suo stipendio nel paese d’origine (paese che ovviamente non ha banche, o magari sono i suoi familiari a non poter accedere a una banca)
Boeri e Serra dimenticano che le truffe sulle carte di credito sono all’ordine del giorno, e inoltre ovviamente ti dicono “non tenere il codice del bancomat scritto vicino al bancomat!!!”. Loro vedono solo le truffe su bitcoin, e “orrore, è meglio se usi un cold wallet!”, non capiscono che è esattamente la stessa cosa che dire “non dare in giro agli sconosciuti il codice del tuo bancomat, e se proprio non te lo ricordi a mente scrivitelo a casa cazzo, non portarlo in borsa!”

Gente che ha passato la propria vita a combattere l’ignoranza e finisce per diventare quello che ha combattuto.
Se sono in buonafede, se davvero non si sono accorti di quanto è poco informata la loro posizione (loro vedono bitcoin solo come investimento, speculazione, non conoscono tutto il resto), è il classico predicare bene e razzolare male. Insomma “Informati capra! A me non serve perchè io sono un onnisciente anche se scrivo di acne giovanile”.
Se sono in malafede… beh, spero siano stati pagati bene.
Si capisce che ne escono male in entrambi i casi.

Oh se poi volete replicare signori Boeri e Serra io sono qui eh, sono abbastanza convinto che prima o poi leggerete queste quattro righe, vi aspetto!

Luigi Pesci
Luigi Pesci
1 anno fa
Reply to  jacopo

Ci leggono, ci leggono caro Jacopo, ne siamo convinti, anche perchè questi pezzi risultano ben visibili su google news e discover di google.. e loro, giustamente, prima di scrivere le loro idiozie, si fanno giusto un ” giretto qua e la ” … diciamo cosi.

Grazie come sempre per la tua condivisione.

Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Gli esperti di blockchain in Italia ci sono e fanno anche un’ ottima divulgazione non cito nessuno per citarli tutti, alcuni intervistati dal nostro Gianluca che poi si posiziona nei sopra non citati.

Basterebbe fare un giusto confronto con loro e poi chi legge o ascolta trae le proprie conclusioni che non devono essere per forza uguali per tutti.

Il problema è ormai veramente politico, se screditano bitcoin è perché il fenomeno è grande, ingombrante.

Quando sono milioni di persone a fare una scelta questa scelta va politicamente rispettata, e se fosse Bitcoin un partito politico, con tutte le persone che lo sostengono non sarebbe forse alla camera dei deputati a rappresentare quei cittadini che hanno espresso la loro libera scelta? ( direi al governo con il 50% + 1 ” finalmente! )

È davvero giornalismo dare opinioni senza controparte che risponde?
O è propaganda politica?

Il giornalista non dovrebbe raccontare i fatti senza far trapelare la sua intima convinzione?

È davvero giusto che queste persone incarnino il divino trasformandosi in verbo?

A parer mio è giusto insultarli senza mezzi termini per semplice fatto che per primi loro soffocano il pensiero e l’opinione di milioni di persone che urlano a gran voce che qualcosa non va e riprendendo le parole di Gianluca terminerei dicendo che davvero, stiamo tornando alla corte di Luigi XVI e sappiamo tutti poi, com’è andata a finire.

Klaus Marvin
Klaus Marvin
1 anno fa

Io sono sempre più convinto che queste persone scrivono quello che devono scrivere perchè imposto dai poteri forti. Comunque non sono i soli a non aver capito le incredibili opportunità che può offrire questa nuova classe di asset e non lo capiscono semplicemente perchè le tecnologie cripto non hanno nulla a che vedere con qualsiasi altra cosa sia esistita prima per cui ci stiamo confrontando con l’ignoranza o la voglia di non documentarsi.. Ho letto i vostri commenti, Jacopo superlativo con un commento da applausi, Giorgio grande come sempre, secondo me potreste fare anche i giornalisti e sicuramente sareste meglio dei sopra citati Serra, Boeri e company o almeno sareste più onesti e attendibili e ovviamente ci aggiungo anche il mitico Gianluca. Ricordate è in atto la creazione di un nuovo ordine mondiale e non sappiamo ancora nulla di ciò che stanno tramando alle nostre spalle. Buona giornata

Giorgio
Giorgio
1 anno fa
Reply to  Klaus Marvin

Grazie Klaus, ma ho già un lavoro che amo fare, anche se sembra strano per chi sa che lavoro svolgo, in cui sono, modestia a parte, molto competente e sono sicuro di meritare lo stipendio che mi danno….a differenza dei sopra citati tizio e Caio.