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Anche Goldman Sachs si prepara al suo cryptocoin

JPMorgan Chase è già pronta con il suo cryptocoin, ma le altre grandi banche di investimento negli USA non sembrano essere da meno. 

Goldman Sachs, gigante del settore bancario business, ha infatti appena annunciato, tramite il suo CEO, a Les Echos di star investigando il settore alla ricerca della possibilità e dello spazio di creare una propria criptovaluta. 

David Solomon, CEO di Goldman Sachs, ha inoltre affermato che il sistema dei pagamenti globale non potrà che muoversi verso stable coin che sono agganciati a valute reali, come ad esempio il dollaro americano oppure l’Euro, grazie all’enorme comodità che offre la transazione in una valuta completamente digitale e su un ledger distribuito. 

Per evitare di attirare l’attenzione troppo sui piani della società, David Solomon ha indicato che tutte le banche internazionali stanno esplorando le possibilità offerte da questo settore e in particolare dalla tokenizzazione degli asset e delle valute. 

Dopotutto questo è vero. JPMorgan Chase ha già iniziato a sviluppare il suo coin e si troverebbe, come già raccontato sulle pagine di questo sito, in fase avanzata di testing, con il token che sarà utilizzato per i pagamenti tra i suoi clienti tra UK e Stati Uniti. 

“Le banche sono destinate a sparire se non si adeguano”

David Solomon sembra avere un’opinione molto netta per quanto riguarda l’impatto che blockchain e le criptovalute avranno sul mondo bancario. Chi non si adegua sarà destinato a sparire, perché incapacitato nel partecipare a quello che sarà l’unico modo di scambiare valuta e titoli. 

Secondo Solomon, le banche che non saranno in grado di innovare e di rinnovarsi, dovranno sparire nel giro di pochi anni. 

Solomon ha anche trovato modo di parlare di Libra, affermando che sia naturale che Facebook cercherà di evitare di essere sottoposta ai controlli e ai regolamenti ai quali sono sottoposte le banche. 

Situazione però che non potrà essere risolta soltanto da Facebook: le principali autorità a livello internazionale e nazionale hanno già chiesto di vederci chiaro e, con ogni probabilità, chiederanno a Facebook di sottostare alle stesse identiche regole alle quali devono sottostare tutti i gruppi bancari e chi gestisce metodi di pagamento digitali e non.

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