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Crypto negli USA: è guerra tra agenzie | “Sono quasi tutte commodity!”

È lotta intestina al governo federale: due agenzie vogliono il controllo crypto. Intanto pagano gli investitori

La situazione ci è sempre apparsa assurda, ma ora abbiamo la conferma dalla viva voce dei soggetti coinvolti che anche gli alti vertici delle agenzie USA non sono esattamente d’accordo sullo status delle crypto a Washington. La questione non è soltanto legale: interessa da vicino i mercati perché ad ogni comportamento aggressivo di SEC verso questo o quel progetto, ci sono poi dei tonfi di mercato che puniscono gli investitori.

Sul tema è recentemente intervenuto anche Rostin Benham, che è il capo di CFTC, l’agenzia USA che si occupa di mercati di commodities e derivati. E ha ammesso che grande è la confusione sotto il cielo. E anche che c’è in corso una guerra senza quartiere tra SEC e CFTC per accaparrarsi il controllo del mercato.


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L’ammissione di CFTC: molti dei token sono commodity

L’ammissione è finalmente arrivata, per quanto cambierà poco del contesto che è venuto a crearsi, negli ultimi anni, negli Stati Uniti per quanto riguarda le crypto. A parlare è Rostin Benham, che guida l’agenzia se vogliamo nemica di SEC per quanto riguarda la copertura del mercato crypto.

E ha ammesso ai microfoni di CNBC che in realtà la situazione non è granché chiara.

C’è da capire come leggi vecchie di decenni e che già esistono possano essere utilizzate per questa nuova tecnologia, che sembra sia in costante cambiamento e che in ultimo ha bisogno di un nuovo modo di pensare per quanto riguarda la policy e le leggi.

E ha poi aggiunto, cosa più improtante:

Secondo le leggi esistenti, molti token sono delle commodity.

Tradotto, per chi non ha seguito da vicino le vicende del mondo crypto da vicino: SEC non ha alcuna giurisdizione su questi token e, aggiungiamo noi, quanto ha fatto a tanti dei progetti crypto attraverso il ricorso ai tribunali sarebbe in larga parte ingiustificato.

L’altra domanda importante

C’è un’altra domanda importante che vogliamo sottoporre ai nostri lettori, certi di poter stimolare una discussione sana e intelligente: se neanche le agenzie federali riescono a definire chiaramente lo status legale di tante crypto, come si pretende che a farlo siano gli exchange, che pur hanno chiesto più volte delucidazioni alla stessa SEC?

Una guerra che è stata confermata comunque come guerra di potere tra le due agenzie e il cui costo è stato pagato oggi da investitori e da attività che non avevano, almeno sulla carta, alcunché di irregolare.

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