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EX SEC COMMISSIONI ETF

EX SEC parla di ETF Bitcoin “truffa succhia commissioni!”

Altro attacco duro da un ex SEC all'ETF Bitcoin. Il sospetto è che però non abbia capito granché di cosa sta succedendo.

Bitcoin ha tanti nemici. Qualcuno si è arreso dopo l’arrivo di BlackRock, che ha segnalato l’ingresso di $BTC in pompa magna ai piani alti di Wall Street. Altri invece, incapaci di interpretare altri personaggi rispetto a quelli che hanno costruito nel tempo, continuano con atteggiamenti contrarian. Tra questi un ex SEC, quel John Reed Stark che continua incessante il suo attacco a Bitcoin, all’ETF e più in generale alle persone che ci gravitano intorno.

Dato che si sta parlando molto di ETF in questi giorni e dato che la polemica, ennesima, di Reed Stark cavalca alcuni dei temi forti dei contrarian, sarà il caso di analizzare se, come e quanto è stato detto dall’ex ufficiale di SEC. Che oggi fortunatamente fa altro.

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Bitcoin ha anche qualche nemico

Non dovrebbe essere una novità: Bitcoin non è certamente una tecnologia che piace a tutti, e anche come asset può contare su una folta schiera di contrarian, di persone che vorrebbero tanto vederlo sparire, o comunque rimanere lontano, lontanissimo dai piani alti della finanza. Tra questi c’è John Reed Stark, la cui opinione viene spesso riportata da testate e giornali specializzati in Bitcoin e crypto in quanto ha rivestito in passato ruoli di relativo prestigio in SEC.

L’dea di un ETF Bitcon Spot rimane un concetto ridicolo, non solo perché andrà a creare un altro scam che succhia commissioni di proporzioni epiche a Wall Street, ma anche perché un ETF Bitcoin Spot è forse una la più grande contrazione verso la centralizzazione del mondo crypto che si possa concepire.

Un discorso da pasionario che forse troverà sponde anche tra gli appassionati di Bitcoin. Tuttavia si dovrebbe fissare qualche punto e capire perché un’opinione di questo tipo, oltre che a solleticare istinti assai bassi di chi non ha capito come funziona Bitcoin, serve a poco altro.

  • Centralizzazione?

Il protocollo di Bitcoin continuerà a funzionare esattamente come ha fatto fino a oggi. Per firmare una transazione servono le chiavi private, per l’inclusione della transazione in un blocco ci dovrà essere un miner che risolve… il blocco stesso. L’arrivo dell’ETF non cambierà assolutamente nulla nel protocollo di Bitcoin, nella sua decentralizzazione, nel suo funzionamento.

Ci saranno venue di investimento, gli ETF appunto, tramite le quali gli investitori potranno avere esposizione finanziaria verso Bitcoin? Buongiorno, principesse. Ci sono già ETF sui Futures, Futures stessi, opzioni, exchange centralizzati, custodie presso terzi: tutti sistemi che se dovessimo seguire il ragionamento di Stark sarebbero una forte centralizzazione del concetto di crypto, qualunque cosa questo voglia dire secondo l’ex membro di SEC.

Si può discutere dell’ETF, ma ci sarebbe bisogno di farlo seriamente

Chi vi scrive è sempre stato neutro sull’ETF: il protocollo di Bitcoin permette a tutti di acquisire Bitcoin, a patto che si rispettino le regole del protocollo stesso.

Pensare che in un sistema del genere si possa fare distinzione tra buoni e cattivi – ammesso che gli ETF appartengano a questo secondo insieme – è un modo di discutere la vicenda snaturando l’essenza stessa di Bitcoin.

Non è quello che interessa a Stark, che ha scoperto come tanti che parlare di Bitcoin offre una certa visibilità. È quello però che dovrebbe interessare anche i più integralisti tra gli appassionati di Bitcoin. Se Bitcoin è per tutti, lo è anche per BlackRock, per quanto la cosa faccia venire i brividi a qualcuno.

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