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ETF da rifare Ethereum

Ethereum ETF: arrivano gli aggiornamenti, ma ne SERVIRANNO degli ALTRI. Ecco cosa è successo!

Sono arrivati gli aggiornamenti agli ETF di Ethereum, ma manca ancora un dettaglio!

Come prevedibile, sono arrivati tutti gli attesi aggiornamenti per gli ETF Ethereum Spot negli Stati Uniti. Tutti i gestori hanno inviato i form S-1 aggiornati, che pur però dovranno essere ritoccati prima dell’ok definitivo, per motivi che andremo a analizzare nel corso di questo approfondimento.

Non è niente di inaspettato, ma un passo in avanti verso il lancio di prodotti che saranno importanti per Ethereum almeno in termini di asset e che apriranno alla seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato le porte di Wall Street.

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ETF Ethereum: arrivano gli aggiornamenti, ma sono “incompleti”

Le notizie sono due: la prima è che sono arrivati, come vi avevamo anticipato, tutti gli aggiornamenti per gli ETF su Ethereum negli USA.

Erano aggiornamenti dovuti, completati dietro richiesta di SEC e che contengono modifiche minime rispetto alla vecchia versione dei form S-1 che era stata già inviata. Hanno aggiornato i loro form tutti i gestori: iShares, Invesco, Bitwise, 21Shares (che ora non è più con ARK), Franklin Templeton e VanEck.C’è però nel grosso dei casi qualcosa che ancora manca, ovvero le commissioni.

Quasi nessuno ha comunicato le commissioni

Sulle commissioni si giocherà una partita di fondamentale importanza, perché saranno queste a determinare l’appetibilità di questi prodotti. Per il momento però soltanto Franklin Templeton e VanEck hanno comunicato le commissioni che accompagneranno i loro prodotti, commissioni che sono in linea con quelle che richiedono per il prodotto gemello, ovvero per l’ETF su Bitcoin.

È necessariamente un problema? Assolutamente no: l’aggiornamento che include le commissioni può essere inviato anche pochi minuti prima della fine del tempo massimo ed è in verità così che ci si è comportati con gli ETF Bitcoin, con una battaglia che ha portato diversi gestori a ribassarle ulteriormente oppure a offrire un periodo di *zero commissioni.

È una questione però più interessante di quella sugli ETF Bitcoin: c’è un grande dibattito su quanto farà infatti Grayscale, che avrà DUE diversi ETF al lancio, dei quali uno sarà la conversione di un vecchio fondo con commissioni molto elevate.

Grayscale potrebbe scegliere una strada diversa da quella scelta per gli ETF Bitcoin: in quel caso infatti sono state lasciate da questo gestore commissioni molto elevate, che hanno contribuito in parte alla grande fuga da questo prodotto, che ha perso più della metà dei Bitcoin che aveva accumulato durante la sua precedente vita.

Palla a SEC: che tempistiche ci aspettiamo?

Meno di due settimane: l’ok da parte di SEC dovrebbe arrivare, secondo le più convincenti delle indiscrezioni, entro il 2 luglio. Si tratta però di indiscrezioni da confermar e anche nel caso in cui dovesse volerci qualche giorno in più, non sarebbe un problema.

Per l’appuntamento con la storia – di Ethereum – manca davvero poco. E per quanto potrebbe essere un evento relativamente fiacco sul breve, sul medio e lungo periodo contribuirà in modo sostanzioso a Ethereum sia in termini di diffusione che di apprezzamento da parte dei mercati.

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Klaus Marvin
Klaus Marvin
5 mesi fa

Noi siamo posizionati da diversi anni su questo mercato eppure siamo ancora agli inizi e purtroppo non c’è informazione adeguata a parte quella degli addetti ai lavori come Criptovaluta.it e qualche altro raro caso. Aspettiamoci ancora attacchi verso tutto il settore comunque è meglio rimanere investiti come è meglio rimanere investiti anche nel mercato tradizionale S&P500 e in alcuni titoli anche se gli errori li facciano tutti come è capitato ultimamente al più grande come Buffet che ha venduto le Apple perdendo parecchi miliardi di dollari. Le Apple le ho in portafoglio da molti anni e le ho sempre considerate un buon investimento come quelli da non vendere mai e ancor di più ora che si baseranno sempre di più sull’intelligenza artificiale e anche qui comunque farà capolino qualche altro cigno nero. Se si vuole un’alternativa al pagamento fiat le carte prepagate in Bitcoin potrebbero essere un buon inizio dato la semplicità di utilizzo e sicuramente fare molta informazione pubblicitaria ma il freno a mano è ancora tirato in questo momento e quindi ancora pazienza perchè il messaggio che passa alla grande massa è ancora “Bitcoin uguale a rischio” fino a quando non decideranno di modificare il messaggio con “chi usa Bitcoin è alla moda” oppure “se non conosci Bitcoin sei uno sfigato”