Non parliamo del denaro contante ma della funzione “Cash” di Etherfi, una novità lanciata nel settembre 2024, che sta rivoluzionando completamente l’integrazione della DeFi nelle abitudini quotidiane di spesa. Si tratta di una carta crypto, che permette di spendere le proprie monete direttamente in valuta fiat, senza passare per cash-out su conti correnti. Il punto forte di questo prodotto però riguarda la possibilità di spendere crypto senza venderle direttamente, ma ottenendo un prestito direttamente on-chain.
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Durante le ultime settimane l’adozione di questa carta Etherfi è letteralmente esplosa portando ad un boom delle transazioni e dei volumi di spesa. I dati on-chain di Dune Analytics mostrano un incremento di circa 20 volte rispetto alle metriche di appena 2 mesi fa. Ad oggi sono state superate le 100.000 transazioni cumulative, su più di 3.000 card erogate. In questo articolo esploreremo cosa rende Ether.fi Cash diversa da qualsiasi altra crypto-card ed approfondiamo tutti i suoi vantaggi, ma anche le criticità. Tutti i dettagli di seguito.
Etherfi Cash, come funziona la carta?
Per chi non lo sapesse, Etherfi è una piattaforma di liquid restaking costruita sulla blockchain di Ethereum, che permette di ottenere uno yield sui propri asset sfruttando forme di derivati liquidi. In pratica l’utente può mettere in stake ETH, BTC ( versioni wrapped) e stablecoin all’interno dei vault del protocollo e ricevere in cambio token liquidi rappresentativi riutilizzabili in DeFi, oltre chiaramente ad un rendimento.
Etherfi cash è una sezione della piattaforma, che parte da questi presupposti, per offrire un prodotto concreto, orientato all’utilizzo quotidiano. Si tratta di una carta Visa, collegata all’account non custodial di Etherfi, che consente di spendere crypto presso gli oltre 44 milioni di esercenti autorizzati in tutto il mondo. Non è una carta crypto qualsiasi: ci sono delle caratteristiche che la rendono unica e molto più flessibile rispetto alle alternative offerte dagli exchange o da altri servizi di custodia.

Carta Etherfi: la DeFi che si spende
A differenza di altre carte crittografiche, quella di Etherfi Cash integra direttamente tutti i casi d’uso della DeFi all’interno delle dinamiche del mondo reale. In primis gli utenti possono utilizzare i propri depositi come collaterale per spendere le proprie crypto in modalità borrow, senza dover vendere gli asset per liquidità. Il prestito avviene direttamente on-chain, in modo istantaneo, tramite smart contract integrati con il proprio wallet personale.
In alternativa si può pagare anche in “Direct mode”,effettuando un deposito in stablecoin o token supportati, con la carta che converte automaticamente il tutto in USDC al momento del pagamento. Allo stesso tempo sugli acquisti si può ottenere un cashback fino al 3% ( 2% per i livelli basi, aumentato al 3% fino al 31 luglio), accreditato istantaneamente dopo ogni operazione sotto forma del token SCR.
La chicca più interessante di Etherfi cash è però un’altra: sui fondi parcheggiati gli utenti guadagnano un succoso rendimento dei Liquid Vault. Parliamo di un APY del 10,6% in stablecoin, di un 7,2% in ETH e di un 2,1% in BTC. Ciò significa che si può ottenere uno yield sulla propria liquidità in attesa di essere spesa, su cui poi si aggiunge il cashback.

Altre informazioni utili sulla carta Etherfi
L’infrastruttua di Etherfi Cash sui cui si basa la carta crypto gira sul layer-2 Scroll, con la tecnologia zero‑knowledge rollup che offre commissioni di rete basse ed una scalabilità adatta ai pagamenti quotidiani. L’utente non vede nessuna gas fees durante le transazioni, ma c’è una commissione sottostante dello 0,15% ( abbassabile fino allo 0,05%) per il passaggio crypto-fiat. C’è però un costo standard dell’ 1% su tutti i pagamenti in valuta diversa da USD. Per i prelievi ATM, in linea con altri servizi simili, la commissione sale a 2% con un limite di $10.000 al giorno.
La carta è disponibile sia in formato virtuale che fisico, con 4 livelli di accesso (Core, Luxe, Pinnacle e VIP), ognuno con vantaggi crescenti in termini di cashback e servizi accessori. Troviamo benefit interessanti come l’accesso alle lounge delle conferenze, pass gratuiti per alcuni eventi crypto, cashback sui propri referrall ed altro ancora. Più si sale di livello, meno si paga di commissioni di transazioni e più si aumentano i tetti di spesa. Per il Luxe basta mettere in stake 25.000 ETHFI, per il Pinnacle ne servono 225.000.

Alcuni limiti: la DeFi non è proprio trustless
Il limite principale di questa carta Etherfi, d’altronde come tutte le carte crypto, è la presenza dell’obbligo di verifica KYC, che rende la DeFi meno attraente di quanto possa sembrare dall’esterno. Rimangono tutti i vantaggi citati sopra, ma si perde quella componente trustless che distingue le piattaforme decentralizzate. I fondi continuano comunque ad essere custoditi su un wallet proprietario e senza che nessun esterno possa accedervi, ma allo stesso tempo si è obbligati a condividere con Etherfi informazioni come il proprio nome e cognome, documento, indirizzo ecc.
Un’altra questione da considerare, come dicevamo prima, è la presenza di una commissione fissa dell’1% per le transazioni non in USD, un pò limitante per noi utenti europei che spendiamo in EUR. Dettò ciò, il costo è più o meno in linea con altre carte simili ( Binance, Bybti e Crypto.com), ma c’è la possibilità implicita di guadagnare uno yield che compensa parzialmente la fee.
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