Settembre è alle porte: in arrivo un’altra ONDATA di RIBASSO per Bitcoin e crypto?

La stagionalità è un fattore importantissimo nei mercati finanziari, e non fa eccezione nemmeno quello delle criptovalute. Statisticamente Bitcoin (BTC), e di riflesso tutti i token alternativi, si muovono in condizioni più o meno favorevoli in determinati periodi dell’anno, influenzati da quella che è la ciclicità intrinseca dei mercati speculativi.

Settembre in particolare, è uno dei mesi più bearish per il settore crypto, assieme a quello di agosto che però, per fortuna, sembra essere ormai giunto alla fine. Anche questa volta la storia si ripeterà? Se gli orsi dovessero entrare a gamba tesa nel mercato, fin dove potrebbero scendere le quotazioni? Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Bitcoin e crypto: settembre si colora di rosso?

Sembra un dato banale, non lo è affatto. Ci sono mesi in cui Bitcoin tende a crescere maggiormente, come ad esempio a febbraio e ottobre, e periodi come quello a cavallo tra agosto e settembre dove in genere gli holders della criptovaluta si trovano di fronte a dei ribassi sostenuti.

Da un punto di vista statistico, settembre è il mese peggiore per media dei rendimenti dal 2013, con un dato che segna un -3,77%. Se calcoliamo la mediana invece,il mese più bearish risulta essere agosto, con un -7,49%. Ci troviamo dunque proprio nel mezzo di un cambio stagione che, oltre ad abbassare le temperature, si presume che farà scendere anche le quotazioni di Bitcoin e del resto del settore crypto.

Chiaramente ci possono essere delle eccezioni: negli ultimi due anni ad esempio settembre è apparso come un mese positivo, così come agosto durante il bull market del 2021 è stato ottimo. Non dobbiamo dunque considerare questi dati come univoci ed imprescindibili, ma come possibili indicazioni da leggere all’interno di un contesto più ampio.

Perché i mercati sono stagionali?

Ci sono diversi motivi che spiegano il concetto di “stagionalità” dei mercati, specialmente su asset come Bitcoin. In primo luogo, esistono periodi dell’anno dove l’appetito per il rischio da parte degli investitori è più o meno consistente. Esiste il detto “sell in may and go away”, che identifica un comportamento ciclico ricorrente degli operatori in cui si riduce l’esposizione ad asset risk on in primavera per riprendere poi la carica in autunno.

In generale c’è anche il discorso delle ferie estive: molti traders tendono a liquidare i propri asset più a rischio in concomitanza delle tante attese vacanze, o perchè sono scannati ed hanno bisogno di liquidità  o perché non vogliono controllare più di troppo i grafici sotto l’ombrellone. Anche i grossi fondi di investimento tendono a ridurre le attività dei trading desk nei periodi estivi, sia su crypto che sui mercati tradizionale

A questo si aggiunge anche un meccanismo psicologico che scatena un effetto “auto-avverante”: in pratica visto che tutti si aspettano che un mese come settembre sia rosso, c’è una maggiore probabilità che gli investitori decidano di vendere di conseguenza, scatenenando un ribasso che non sarebbe osservato senza questa convinzione diffusa.

Il 2025 potrebbe essere un’eccezione per Bitcoin?

Specifichiamo innanzitutto che Bitcoin ha ancora di fronte 5 sessioni giornaliere piene, oltre a quella di oggi, per ribaltare il dato del mese di agosto e portarlo in positivo. Siamo “solo” a – 4,5% e basterebbe un inversione al rialzo nel corso della settimana per tornare in verde. Questo probabilmente darebbe più fiducia al mercato crypto in vista dell’ostacolo di settembre, che tuttavia sembra essere meno ostico del previsto.

Proprio a settembre infatti, la Federal Reserve dovrà esprimersi in merito alla tanto attesa decisione sui tassi di interesse. Viste le ultime affermazioni di Powell, capo della banca centrale americana, gli analisti si aspettano un taglio di 25 punti base che dovrebbe mettere un pò di pepe sui mercati. 

Di conseguenza, a questo giro ci sono più possibilità rispetto agli anni passati (dove le condizioni macro e politiche monetarie erano differenti) che settembre si riveli un mese bullish.

Fin dove possiamo scendere su Bitcoin?

Ora, tenete bene a mente che, sebbene le probabilità ufficiali del CME indichino un “quasi certo”  taglio di 25 punti a settembre, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. C’è ancora molta strada prima del FOMC della FED e potrebbe succedere di tutto nel mezzo. Inoltre l’incontro è fissato al 17 settembre, dunque abbiamo ancora 22 giorni di attesa snervante.

In questo periodo gli orsi faranno di tutto per buttare giù i prezzi sfruttando l’effetto incertezza, anche per poter creare potenziali punti di ingresso dal quale ricaricare i long. In particolare, osservando la metrica “Cost Basis Distribution Heatmap”, possiamo individuare quelle che sono le aree più a rischio di incursione al ribasso su Bitcoin.

L’indicatore riflette l’offerta totale detenuta dagli indirizzi con un base di costo media indicata all’interno di fasce di prezzo specifiche. Notiamo ad esempio che tra i $110.000 ed i $94.000 c’è una forte concentrazione di supply acquistata, che funge tecnicamente da area di supporto ma anche da target ribassista.

La metrica andrebbe letta in questo modo: più il prezzo di Bitcoin si avvicina ai cluster più accesi, più gli investitori che hanno comprato a quei livelli dovrebbero essere spinti a liquidare le proprie posizioni per non andare in perdita, scatenendo un possibile sell off. Se invece riuscissimo a tenere i $110.000, o al massimo cedere di qualche altro punto percentuale, non sarebbe affatto male per Bitcoin!