I dati attesi per oggi sono infine arrivati e raccontano di un’America che ha in realtà un ottimo stato di salute, fatta accezione per un dato sugli ordini di beni durevoli che apre a qualche dubbio sulla tenuta futura di questa crescita La seconda lettura del PIL per il trimestre precedente ha fatto infatti registrare un molto solido +4,3%, molto al di sopra delle aspettative che erano già rosee. Segnale di un’economia che tiene, che anzi domina lo scenario globale e che può permettersi forse però anche di vivere con i tassi alti un po’ più a lungo. Reazione relativamente scomposta dei futures che sono legati ai principali indici USA.
Si tratta di dati appunto molto difficili da interpretare e che almeno in una prima battuta sono stati presi male dai mercati, che hanno corretto, per quanto in modo relativamente contenuto. Ora la palla passerà alle contrattazioni vere – che scriveranno un giudizio ben più affidabile sulla situazione.
Il PIL corre
Il PIL USA corre, scacciando così ogni tipo di fantasma della stagflazione, che non aveva convinto poi in tanti e che era stato sempre uno dei crucci di Jerome Powell. L’inflazione è ancora alta (PCE prices su GDP ancora molto elevati), ma almeno la crescita c’è, ed è reale.
Bitcoin e crypto rimangono fondamentalmente sui livelli dove si trovavano prima, fatto salvo qualche scivolone tra le top (vedi Ripple), che però, anche in questo caso, dovremo attendere di confermare soltanto una volta che si avranno dati certi che arriveranno dai mercati alla riapertura.
Nel complesso, se avessero descritto un quadro del genere all’inizio della presidenza Trump, ci avrebbero creduto in pochi, soprattutto dopo l’annuncio dei dazi draconiani poi soltanto parzialmente rientrati.
Troppo presto però per dire se le politiche economiche non ortodosse della Casa Bianca stiano dando i loro frutti. E si dovrà anche valutare la misurazione di un PIL aggiornata comunque durante un periodo di non eccezionale brillantezza da parte degli istituti statistici americani.
Rimane però il dato, che sarà probabilmente sventolato dall’amministrazione come un grande successo, che oggettivamente è, almeno se paragonato ai tassi di crescita inesistenti in Europa e negativi in Giappone.
La cosa avrà delle ripercussioni sulla decisione di FOMC/Fed a fine gennaio? Probabilmente no. Fed si concentrerà sul raffreddamento del mercato del lavoro e in contemporanea sull’inflazione da contenere.
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