Anche i ricchi piangono? Sì, e anche i potenti. Mentre si avvicina la fine dell’anno, possiamo andare a guardare cos’è successo alle azioni crypto che crypto non lo erano, e anche a quelle che hanno visto l’ingresso – come consulenti o soci – dei membri della famiglia Trump. Re Mida? O Re Mida al contrario? I numeri parleranno chiaro e ci permetteranno di capire quanto hanno prodotto, almeno in termini di ritorni in borsa – i tanti conflitti di interesse che albergano oggi alla Casa Bianca.
Di società che ora devono fare i conti con soci così ingombranti ce ne sono tante. Da American Bitcoin, passando per Metaplanet, per arrivare poi a Trump Media. Sono andate meglio dei benchmark di riferimento? È un plus poter dire al mondo di avere Eric o Donald Jr? E cosa comporta la cosa per le tasche dei retail che hanno investito credendo nel presidente e nei suoi quasi illimitati poteri?
American Bitcoin: dai massimi di 9,31$ a 1,89$ oggi
American Bitcoin aveva, e anzi ha, tutto quello di cui dovrebbe avere bisogno un’azienda oggi per essere in hype e per attirare investimenti. Fa mining, settore che è stato il più felice non solo di tutto il comparto crypto, ma più in generale delle borse USA. Certo, tutto il comparto è oggetto di una correzione importante da massimi che sono stati toccati settimane fa, sui quali hanno impattato poco gli ultimi accordi con il settore AI. Nessuno però ha visto una distruzione di valore di queste proporzioni.

Il grafico è normalizzato in base 100 e dovrebbe offrire una visione chiara di quanto male sia andata $ABTC. Qui con TeraWulf, che è stata tra le migliori dell’anno, ma il discorso cambia molto poco rispetto alle altre del mining.
Probabilmente però più che dalla partecipazione della famiglia Trump, la questione dipende dall’aver scelto di essere una DAT, ovvero una società che accumula Bitcoin (oltre le attività di mining). Anche qui il paragone però è relativamente impietoso con $MARA, che pur ha perso circa il 60% dai massimi. Dai suoi massimi, $ABTC ha perso l’80%.
Metaplanet: quando la DAT si affida ai Trump per visibilità
Metaplanet è una società che cerca di emulare le strategie di Michael Saylor in Giappone, o meglio, da quotata a Tokyo. La società è una cassa di Bitcoin pura e applica più o meno le stesse strategie di Strategy per accumulare capitale da riversare in $BTC.
Il risultato? Se è vero che è stato un anno duro per le DAT, è altrettanto vero che la società in questione è passata da un massimo di 1.895 JPY a prezzi attuali di 444 JPY, per una perdita dai massimi del 76,6%. Date le strategie che vengono applicate per accumulare capitale da parte di queste aziende, il prezzo delle azioni in calo è certamente un problema.
Il paragone con $MSTR, che pur è andata male e che però non ha nessuno dei Trump nel CdA? Dai massimi ha perso “soltanto” il 65,3%. Molto meno comunque dell’azienda toccata dalla famiglia presidenziale.
Trump Media: ormai una società crypto?
Sì, perché continua direttamente e tramite controllate a comprare crypto. Limitandoci a $BTC, il gruppo che controlla anche il social Truth, ha 11.542 BTC, più di Tesla, più Block e anche GD.

Male, anzi malissimo. Altra prova del fatto che se è vero che ci sono dei conflitti di interessi palesi e cristallini, neanche la famiglia del presidente può modificare a suo piacimento l’andamento dei mercati.
In breve, lasciando poi le altre considerazioni al lettore, meglio forse stare lontani dalle azioni che entrano nell’orbita della famiglia Trump. E se sono le azioni crypto ciò che vogliamo inserire in portafoglio, qui c’è una guida alle prime da prendere in considerazione.
Ne abbiamo anche parlato recentemente in un video – che approfondisce i diversi aspetti dei sotto-comparti, offrendo anche una disamina dei migliori titoli in circolazione. E no, non è finita all’interno della società in questione nessuna di quelle controllate o con la partecipazione di Donald Trump e famiglia.
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