Ci avviciniamo al 31 dicembre, data che molti investitori del mondo crypto ricordano perché segna un passaggio importante dal punto di vista della tassazione. Infatti a fine anno il fisco italiano chiede a tutti i contribuenti di fotografare la propria situazione patrimoniale a livello di investimenti nel settore crypto, sulla quale andrà poi applicata l’imposta di bollo.
Non sai cos’è l’imposta di bollo? Hai dei fondi anche in DeFi e non sai come dichiararli? Hai paura di sbagliare ed incorrere in sanzioni? Non ti preoccupare, in questo articolo ti spieghiamo tutto quello che devi sapere.
Tassazione: che cos’è l’imposta di bollo sulle crypto
Tecnicamente viene definita come “imposta di bollo sul valore delle cripto attività” (IVACA) e rappresenta un’imposta patrimoniale da versare al fisco ogni anno. Tutti i detentori di crypto sono tenuti obbligatoriamente dalla legge a calcolare il controvalore in euro di tutti gli asset detenuti al 31 dicembre.
Sulla cifra risultante va applicata un’imposta con aliquota pari allo 0,2%, indipendentemente dal fatto che gli investimenti siano in profitto o in perdita. Chiunque, anche chi opera su mercati decentralizzati, deve versare questa tassa, pena una sanzione da parte delle autorità competenti. Sono esclusi però tutti coloro che investono in crypto tramite ETF o asset tradizionali, in quanto non rientrano nella categoria delle “cripto attività”.
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Differenza tra detenzioni di crypto su exchange e wallet privati
C’è un’importante precisazione da fare in merito all’imposta di bollo crypto, perché non esattamente tutti gli investitori sono chiamati in causa a versare questo tributo, o meglio, c’è chi lo farà al posto vostro.
CEX: chi opera attraverso un exchange come ad esempio Bitget, Bybit o Kraken, ha una grossa comodità in più. In questo caso è lo stesso broker a fare da sostituto di imposta, ossia si occupa lui di bloccare la somma corrispondente dell’imposta sul vostro account, per poi versarla al fisco. Voi utenti non dovete fare nulla, vi vedrete sottratti lo 0,2% del vostro patrimonio crypto al 31 dicembre, previa ovviamente comunicazione formale.
WALLET: discorso diverso per chi invece detiene crypto direttamente sul proprio wallet privato (Ledger, MetaMask, Rabby, Phantom ecc). In questo caso dovrete essere voi utenti ad attrezzarvi per calcolare e versare l’imposta al fisco entro i tempi prestabiliti. ATTENZIONE: il 31 dicembre è la data sulla quale va eseguito il calcolo, ma il versamento può essere eseguito più avanti.
Vi ricordiamo ancora una volta che su CEX, oltre a questa comodità, avete anche l’opportunità di fare trading tramite futures per rimanere sul regime fiscale al 26% per quanto riguarda le plusvalenze. Un motivo in più per imparare questi strumenti ed usufruire del bonus che vi abbiamo messo all’inizio dell’articolo.
Come ed entro quando si paga l’imposta di bollo sulle crypto?
La normativa italiana stabilisce che l’imposta di bollo sulle crypto va versata entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento (nel nostro caso entro giugno 2026). Gli exchange solitamente trattengono e versano l’imposta già al 31 dicembre o nei primi giorni dell’anno nuovo, per motivi di praticità.
Se voi detenete crypto su wallet, potete anche attendere e versarla entro la scadenza estiva. Come dicevamo prima, dovete però essere voi a fare il conto autonomamente, considerando tutte le partecipazioni come asset, staking ed LP in DeFi, e provvedere poi al pagamento.
Come si versa l’imposta di bollo in autonomia? Dovete scaricare il modello F24 direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Una volta compilati i dati anagrafici, compilate la sezione Erario come segue:
-Codice Tributo: inserite “1727”
-Rateazione / Regione / Prov. / Mese rif.: lasciate vuoto
-Anno di riferimento: “2025”
-Importi a debito versati: l’importo (in euro) calcolato allo 0,2% del saldo al 31 dicembre.
-Importi a credito compensati: lasciate vuoto salvo casi particolari.

IMPORTANTE: sotto a 12 euro non siete tenuti a pagare alcuna imposta (solo per wallet privati). Se invece l’imposta supera i 51,56 euro, si devono pagare anche gli acconti per l’anno successivo. In questo caso, probabilmente vi conviene affidarvi ad un commercialista.
La dichiarazione nei Quadri di riferimento
Fino ad ora abbiamo parlato di VERSAMENTO dell’imposta di bollo, specificando che gli exchange se ne occupano al posto dell’utente, mentre su wallet il compito spetta allo stesso contribuente. Non vi abbiamo detto però che, sempre sulla base del valore complessivo detenuto al 31 dicembre, va poi in seguito assecondato un obbligo di DICHIARAZIONE.
Ergo, i valori indicati nel F24 o quelli versati dall’exchange, o entrambi in casi operate sia su CEX che in autonomi, vanno poi riportati all’interno del quadro RW o W, a seconda del modello fiscale di riferimento (Modello Redditi Persone Fisiche o 730). La scadenza per la dichiarazione è fissata al 30 novembre dell’anno successivo per il quadro RW, e al 30 settembre per chi compila il quadro W.
I più attenti avranno notato che in ordine cronologico, prima si versano le imposte entro il 30 giugno, e poi successivamente si dichiara ciò che si ha versato. Funziona proprio così.
Come si compilano i vari quadri? Siamo un po’ in anticipo per la compilazione, e rimanderemo ad una spiegazione più approfondita in seguito. Intanto vi anticipiamo che per il quadro RW c’è da compilare il rigo RW8 nella colonna 1, mentre per il quadro W il rigo w8 nella colonna 7.
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