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Tether: il gigante CRYPTO STABLE è quasi a 120 MILIARDI di debito USA. Numeri record per l’azienda dentro Juventus

Per Tether è un altro record: sfiorati i 120 miliardi di dollari di debito USA. Il gigante che in Europa...

È una mole di denaro enorme, che probabilmente in Europa sogniamo e continueremo a sognare. Tether annuncia di essersi avvicinata a 120 miliardi di dollari – sì, miliardi – di detenzioni di bond USA. Debito pubblico americano che ha trovato una collocazione che in Europa, complice anche una regolamentazione MiCA piuttosto cervellotica, è assolutamente impensabile.

Tether, che recentemente è salita anche sopra il 10% di Juventus, emette uno stablecoin, USDT, che rimane il più utilizzato nonostante le resistenze europee. E che, per garantire l’ancoraggio al dollaro, compra debito USA (e tanto).

La cifra si sta apprestando a superare i 120 miliardi di dollari, che in una fase di difficoltà per questo tipo di titoli è grasso che cola anche per Washington. Numeri assolutamente incredibili, che testimoniano come le resistenze europee, per ora, siano servite più ad atteggiarsi in politica interna che a ottenere risultati concreti.

120 miliardi di dollari

È una somma che ognuno di noi non solo non vedrà mai tutta insieme, ma che avrebbe difficoltà anche soltanto a immaginare. 120 miliardi che valgono quanto 3 o 4 leggi di bilancio in Italia, e investimenti che le principali banche europee potrebbero soltanto – in questa taglia – sognare.

Chi li ha portati a casa? Tether USDT, che per rimanere ancorato al dollaro compra titoli di debito USA, e che è diventato – almeno nel breve periodo – uno dei principali acquirenti di questo tipo di titoli.

Lo faceva già quando l’amministrazione di Washington non era molto aperta al settore crypto, e che ora può fare invece anche con il beneplacito della massima autorità politica del pianeta.

I numeri sono contenuti nell’ultima attestazione, redatta per il gruppo da BDO Italia:

  • Quasi 120 miliardi di debito USA in cassaforte;
  • Oltre 1 miliardo di profitti per il trimestre;
  • 13% di incremento di wallet che hanno oUSDT;
  • 143 miliardi di circolante al 31 marzo, cifra che – almeno secondo le dichiarazioni del CEO Paolo Ardoino – è ulteriormente cresciuta nel mese di aprile.

In Europa si è scelta un’altra strada

Come è noto ai nostri lettori, Tether non opera più in Europa, complice una nuova normativa che avrebbe imposto fino al 60% di detenzioni delle riserve in conti bancari e quindi in cash non fruttifero. Persa, probabilmente, una grande occasione per collocare quantità importanti di debito di Paesi europei che cominciano a sentire… direbbero i più attempati, il caldo che scotta.

Poco male per Tether, che per ora dimostra di poter ignorare completamente il continente europeo e anche le sue leggi, che finora hanno prodotto soltanto una riduzione delle scelte per il consumatore finale.

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