Da queste parti non siamo mai stati grandi fan dei lanci NFT e crypto da parte di celebrità. La statistica ci dice che – nella quasi totalità dei casi – abbiamo avuto ragione. Ci sono infatti gravi accuse di frode a carico di sei calciatori di grane spessore, tutti tra Argentina e Spagna, per il lancio di una serie di NFT legata a supposti diritti di immagine che poi non sono mai stati trasferiti. O meglio, non è mai arrivato un prodotto funzionante, nonostante siano stati raccolti oltre 3 milioni di dollari dal lancio dell’iniziativa.
I calciatori che dovranno comparire davanti ai giudici, dopo accuse formulate da un gruppo di 12 acquirenti, sono Papu Gómez, Lucas Ocampos, Ivan Rakitic, Javier Saviola, Nico Pareja e Alberto Moreno. Ci sarà ora un giudice a stabilire eventuali responsabilità, dopo una promozione che ha coinvolto le immagini di tutti i calciatori sopra elencati.
Il tutto all’interno di un trend che in realtà – anche se con progetti diversi – ha coinvolto molte star dello sport, quasi sempre con risultati pessimi (per chi ha investito).
Accuse di frode
Dietro le accuse c’è il mancato lancio di NFT che avrebbero dovuto trasferire i diritti di immagine (con modalità mai meglio precisate) agli acquirenti. Tali NFT erano acquistabili, ça va sans dire, con un token interno, $SHI, creato allo scopo.
Secondo le accuse delle 12 vittime sarebbero stati versati almeno 3 milioni di euro, senza che sia stato mai prodotto un sistema funzionante e senza che sia stato mai consegnato alcunché.
Vale la pena di ricordare che comunque si tratta per ora di accuse – che dovranno essere oggetto di un processo – e che coinvolgono anche gli ideatori dell’iniziativa, ovvero David Rozencwaig, Manel Ángel Torras, Marc Alberto Torras, e Manuel Morillas.
All’interno delle accuse, secondo quanto riporta Decrypt ci sarebbero report degli esperti che indicherebbero diverse delle fallace e delle operazioni truffaldine del progetto Shirtium.
Il progetto in passato è stato anche colpito da un supposto hack, però mai denunciato alle autorità.
Dai social intanto sono praticamente spariti tutti i riferimenti al progetto Shirtium da parte dei soggetti direttamente coinvolti.
Calcio e crypto: un rapporto quasi sempre pessimo
Il rapporto tra calcio e crypto rimane di quelli più spinosi. Diversi club hanno perso denaro non ricevendo quanto promesso dagli sponsor di settore (con qualche rara e notevole eccezione) e con il grosso delle iniziative che ha coinvolto calciatori che si è rivelata essere un pessimo affare per chiunque vi abbia destinato denaro.
Rimangono appunto su altro livello gli impegni di Tether nella Juventus, che non riguarda sponsorizzazioni ma acquisti, con denaro sonante, di quote, così come alcune sponsorizzazioni di primo profilo avvenute in Italia per la seconda squadra della capitale.
Per il resto, meglio stendere un velo pietoso, a prescindere da quanto deciderà il giudice e dalle responsabilità che saranno accertate. Perché al netto di eventuali comportamenti criminali, rimane il fatto che mai nessuno ha visto niente del progetto Shirtium e di quanto era stato promesso in cambio di lauti investimenti.
“Shittium” come nome sarebbe stato più appropriato. Non che quello vero fosse granchè distante, a dire il vero