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Coinbase vuole le azioni onchain: richiesta a SEC per avviare operazioni. Quale network crypto sceglierà?

Anche Coinbase vuole la tokenizzazione degli asset. Arriva la richiesta a SEC!

Coinbase ha inviato formale richiesta a SEC per la gestione del mercato azionario direttamente onchain, tramite azioni tokenizzate. Non è il primo gruppo a muoversi in tal senso, dato che poche settimane fa si era già attivata Kraken su rete Solana così come si sono già mosse anche Robinhood e Charles Schwab. Ad ogni modo, rimane un forte segnale dell’interesse per la tokenizzazione degli asset nel suo complesso e più in generale per la tecnologia blockchain.

L’obiettivo è quello di avere un’infrastruttura meno costosa e più trasparente per lo scambio anche di asset che sono tradizionalmente comprati e venduti in contesti non solo centralizzati (perché poco si potrà fare in questo senso, almeno per ora) ma anche ormai vetusti sotto il profilo tecnologico.

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Coinbase vuole tokenizzare le azioni

Non è la prima, non sarà l’ultima e certamente è segnale di un movimento importante nel mondo della tokenizzazione degli asset. Coinbase ha infatti richiesto a SEC approvazione per l’avvio di operazioni che riguardano la compravendita di azioni online.

Si tratterebbe di un servizio di priorità massima secondo Paul Grewal, che è a capo della divisione legale del gruppo.

Un movimento che in realtà non riguarda soltanto Coinbase, dato che già Kraken ha avviato un servizio simile e dato che anche altri operatori del settore finanziario classico vogliono procedere nella stessa direzione.

Emblematico è il caso di BlackRock: la società guidata da Larry Fink sta guardando nella stessa direzione per modernizzare i mercati classici e al tempo stesso per aprire mercati come quelli del debito privato e della private equity.

Il nuovo corso

In realtà al tema della tokenizzazione degli asset che sono tradizionalmente scambiati sui mercati classici anche SEC ha dedicato degli incontri con i principali rappresentanti del settore. Rappresentanti che stanno spingendo – tra loro anche NASDAQ e DTCC – per la sperimentazione di queste nuove tecnologie.

Il momento sembrerebbe essere dunque propizio – e la cosa potrebbe impattare positivamente anche sugli utenti, che si troverebbero a operare su mercati certamente più efficienti e meno costosi.

Rimane però ferma la nostra opinione sull’effettiva portata del cambiamento: probabilmente dal lato del cliente si vedrà poco o nulla. Così come infatti non sappiamo quasi nulla di ciò che avviene dietro le quinte oggi, così non lo sapremo con ogni probabilità in relazione a domani, quando le cose si muoveranno onchain.

Rimane poi aperta la questione europea: com’è che si sta muovendo così poco dalle nostre parti? Il rischio di rimanere molto indietro rispetto a mercati che già ci schiacciano per capitalizzazione di mercato e per rilevanza è concreta.

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