Mentre Wall Street, e finalmente anche parte del pubblico retail, spinge Ethereum (ETH) in direzione di nuovi massimi, c’è qualcuno che preferisce fare cassa. Stiamo parlando dell’Ethereum Foundation, organizzazione non-profit che si occupa di sostenere lo sviluppo e la crescita dell’ecosistema decentralizzato.
Proprio in questi giorni, mentre ETH si è identificato in un altcoin a forte capacità di propulsione rialzista, la Foundation ha venduto una cifra notevole di coins.
Ad ogni modo, non è necessariamente un dramma, e possiamo sopravvivere anche con una pressione di vendita che arriva dalla stessa casa madre. In questo articolo vi spieghiamo perché è ancora tutto sotto controllo, ma dobbiamo comunque iniziare a fare attenzione.
Ethereum Foundation vende ETH senza rimpianti
Gli addetti ai lavori non si faranno di certo condizionare da una notizia del genere, ma è giusto che spieghiamo certe dinamiche anche a chi è entrato da poco in questo mercato e non sa interpretare correttamente determinati movimenti. Secondo quanto riportato dall’account X di Lookonchain, l’Ethereum Foundation ha appena venduto 1.100 ETH per un valore complessivo di $5 milioni.
Giusto ieri, un wallet collegato alla stessa entità, che aveva ricevuto oltre 20.000 ETH nel 2017, ha deciso di liquidarne una porzione in cambio di $7,7 milioni in stablecoin. Oggi, lo stesso indirizzo ha venduti altre 2.400 monete, totalizzando un introito aggiuntivo di $11 milioni.

Quanto incidono queste operazioni sul prezzo di ETH?
A livello economico poco o niente, visto e considerando che solo nelle ultime 24 ore sono stati generati volumi pari ad oltre $65 miliardi. Difficile dunque pensare che qualche vendita a 6 zeri possa creare qualche problema strutturale alla chart della criptovaluta.
Ma anche a livello più di “percezione narrativa”, il fatto che l’Ethereum Foundation venda qualche moneta non è visto come un problema dal mercato stesso. Questo perché negli anni gli operatori si sono abituati a vedere la Foundation liquidare periodicamente parte delle proprie riserve, per finanziare varie attività di ricerca/sviluppo e per pagare infrastrutture e sviluppatori. Dal 2015 ad oggi hanno ceduto circa 11,5 milioni di ETH.

Il prezzo non è neanche così un focus dell’organizzazione, che certamente valuta di vendere ad un livello più conveniente, ma che comunque non si è fatta problemi a scaricare token ai minimi locali nelle fasi ribassiste. Sono operazioni che rientrano nella normale gestione della tesoreria e non in una strategia di mercato, motivo per cui non vanno lette come un segnale ribassista.
Mentre la Foundation vende, molti altri comprano Ethereum in preda alla FOMO
Non siamo in realtà ancora entrati nella fase più euforica su Ethereum, con la paura della FOMO (“fear of missing out”) che non si è ancora propriamente verificata, ma è comunque evidente che qualcuno ci stia dando dentro a colpi di buy. Molti operatori, in particolare quelli più “incravattati” di Wall Street, stanno acquistando ether come se non ci fosse un domani.
Al di là degli ETF che solo tra ieri ed oggi hanno aggiunto $1,5 miliardi di controvalore in ETH ( mentre gli ETF Bitcoin hanno comprato appena $230 milioni), troviamo diverse altre realtà che hanno aumentato la propria esposizione.
È emblematica a tal proposito la situazione delle società quotate negli Stati Uniti che nell’ultimo mese hanno contribuito a creare una vastissima riserva strategica in Ethereum. Circa 3,57 milioni di ETH, pari a $16,5 miliardi, sono ora custoditi all’interno delle tesorerie di queste aziende.

Capite bene con questa domanda, diventa pressoché irrilevante un eventuale scarico di qualche migliaio di monete da parte della Foundation. Senza parlare del fatto che ora come ora, questa narrativa sta spingendo un sentiment CLAMOROSAMENTE bullish su Ethereum, incentivando anche molti altri acquisti da parte del pubblico esterno, che per ovvi motivi non possiamo catalogare con una dashboard.
Fin dove ci possiamo spingere nel breve periodo su Ethereum?
Questa è verosimilmente la domanda che tutti si stanno facendo in questo momento,e a cui proveremo a dare una risposta. Ora, fermo restando che non abbiamo la sfera magica, possiamo comunque individuare un livello che potrebbe fungere da resistenza da qui alle prossime ore/giorni.
Con l’aiuto della metrica on-chain “Ethereum: Realized Price-to-Liveliness Ratio”, che misura il rapporto tra il realized price, ossia il prezzo medio a cui gli ETH in circolazione sono stati acquistati, e la liveliness della rete, cioè il grado di attività e di movimento delle monete nel tempo, possiamo ricavare un segnale prezioso sul comportamento degli investitori.
In particolare, in corrispondenza della soglia a +1 deviazione standard rispetto al suo prezzo realizzato attivo, livello che storicamente ha funto da grossa resistenza, troviamo oggi un prezzo di $4.700. Questo ci dice che spannometricamente la corsa di Ethereum potrebbe arrestarsi momentaneamente intorno a quel valore.

Da non sottovalutare possibili pazzie speculative in caso di rottura dei massimi
Dobbiamo comunque contestualizzare questi dati con uno scenario molto delicato e altamente singolare per Ethereum, che sta ottenendo una trazione speculativa decisamente insolita. Per molti mesi il sentiment complessivo del mercato per ETH è stato fortemente ribassista, ma ora il rialzo dei prezzi sta stupendo anche i più scettici, portando un effetto a valanga in termini di rientro dei capitali.
Se Ethereum dovesse spingere ancora un po ‘ ed andare a rompere i massimi, potrebbe aspettarci anche una folle continuazione, che andrebbe contro ai principi dell’analisi tecnica o delle valutazione on-chain. In questo momento il mercato non è razionale, e dunque non possiamo basarci solo sui dati, ma dobbiamo valutare più attentamente il sentiment.
In molti si saranno posizionati short sopra l’ATH a $4.900, ma probabilmente il mercato ( se dovessimo arrivarci nel breve) abbatterà il muro senza grossi problemi. Ricordiamo inoltre che, come avevamo detto recentemente, non c’è ancora eccesso di leva sui futures di Ethereum e che quindi abbiamo ancora spazio per una accelerata prima che tutto inizi a diventare troppo crazy per non prendere profitto.
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