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BIG SHORT

I nuovi subprime terrorizzano Bitcoin, crypto e mercati: è di nuovo 2008?

Una nuova crisi per prestiti concessi a chi non avrebbe mai potuto pagarli. È di nuovo una finanza da film?

Una rata auto non pagata a Dallas (Texas) può causare una crisi finanziaria che metterà in ginocchio i risparmiatori di Salerno. La teoria del caos applicata alla finanza l’abbiamo imparata già durante la crisi dei mutui subprime del 2008, e per chi era ancora a scuola durante la più terribile delle crisi finanziarie di sempre, ci ha pensato The Big Short a raccontarne, romanzandola, la storia.

Oggi non sono però più i mutui a preoccupare i mercati, le banche che hanno prestato soldi e le assicurazioni che – ingolosite dai rendimenti – hanno comprato debito cartolarizzato. E a essere preoccupati sono tutti i mercati, compreso quello di Bitcoin, delle criptovalute e degli asset non convenzionali. Se non hai capito nulla di quanto è stato scritto sul tema forse sei nel posto giusto, perché proveremo a spiegare (in modo semplice) come funzionano gli ABS e il debito subprime. Perché dovresti forse preoccuparti e perché l’uomo – sempre ubriaco di rendimenti in doppia cifra – non sembra mai imparare la lezione.

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“Securitize the debt”

Securitize è uno dei più pericolosi falsi amici della lingua inglese. Per chi parla italiano richiama la sicurezza, e sortisce effetti opposti rispetto a quelli che dovrebbe sortire.

Sì, perché il debito che passa dalla securitization è letteralmente debito cartolarizzato. Un termine, quest’ultimo, la cui pericolosità è nota dalla crisi dei mutui subprime in poi.

Cosa vuol dire cartolarizzare? Immagina una rete di concessionarie auto. Dato che quasi nessuno può permettersi di comprare un’auto pagandola tutta e subito, le concessionarie si sono trasformate in centro di smistamento di prestiti.

C’è però un problema: non tutti i clienti sono buoni per i prestiti offerti dalle grandi banche, dalle grandi finanziarie e dai più rispettabili operatori del mondo finanziario.

Qui che intervengono le società di credito privato, spesso gestite direttamente dalle reti di concessionarie di cui sopra. Non hai troppe garanzie? Il tuo credit score fa schifo? Accordiamoci per un tasso di interesse più alto, aumentiamo il numero delle rate (così da renderle meno pesanti sul bilancio familiare) ed eccoti la tua auto.

C’è un secondo problema: le concessionarie non hanno credito illimitato. E le società di credito privato non hanno soldi infiniti. Ed è qui che comincia la magia della cartolarizzazione.

Impacchettare il debito e venderlo sui mercati

Miliardi di dollari, debito con interessi elevati, con collaterale (le auto che sono state comprate con quel debito). È un’occasione troppo ghiotta per tutti.

Le società di credito privato possono impacchettarle e venderle sul mercato. Vendendole ricevono meno denaro di quello che avrebbero ottenuto riscuotendo le rate. Ma hanno denari – pochi, maledetti e subito – per continuare a far funzionare la giostra.

Chi compra questo debito? In genere è venduto su mercati OTC e soltanto a intermediari finanziari professionali, tra i quali grandi banche, grandi assicurazioni, fondi pensione e altri operatori di dimensioni gigantesche.

Film 1
Un film già visto: impacchettare un po’ di carne guasta con tanta carne buona. Forse questa volta funzionerà.

Perché li comprano? Perché rendono tanto, perché tutto sommato sono debito con collaterale (tendenzialmente più sicuro del credito al consumo classico, perché nessuno può pignorarvi la cucina di casa se saltate le rate, o meglio, è poco conveniente farlo).

E li comprano soprattutto perché vantano in genere ottimo rating. In breve: spesso sono in tripla o doppia A, sono sicuri, possono essere inseriti a bilancio senza che nessuno si lamenti. Per le agenzie di rating sono debito… sicuro.

Non abbiamo imparato niente dalla crisi del 2008?

Vi sento: nel 2008 la cecità delle agenzie di rating causò una delle più grandi crisi mai registrate nella storia. Non abbiamo imparato niente?

In realtà ha imparato qualcosa il regolatore, che ha imposto dei limiti più stringenti a questo tipo di prodotti.

  • Gli emittenti ora devono avere in cassa almeno il 5% del totale del debito cartolarizzato (la chiamano skin in the game). Se rischi di rimetterci anche tu, tendenzialmente dovresti stare più attento;
  • Agenzie come SEC ora hanno poteri di indagine anche sul settore del credito privato;
  • Le agenzie di rating (che erano pagate dagli stessi emittenti del debito, con un enorme conflitto di interessi) ora sono maggiormente controllate. OCR di SEC indaga l’operato delle agenzie di rating;
  • Le banche sistemiche hanno obblighi di solidità molto più stringenti (e una crisi di un settore del credito non dovrebbe essere più in grado di buttarle giù, come nel 2008).
Errori
Le agenzie di rating hanno fatto un pessimo lavoro nel 2008. Stanno ripetendo gli stessi errori?

C’è un piccolo problema: i comportamenti illegali

Le leggi funzionano finché vengono applicate. E finché vengono seguite da tutti. Il problema con Tricolor è che ci sono stati comportamenti ben oltre quello che consentirebbe la legge, o fosse anche soltanto il buonsenso.

  • Prestiti concessi a immigrati privi di documenti;
  • Prestiti concessi a acquirenti privi di un qualunque reddito documentabile;
  • Prestiti concessi con autovetture come collaterale che però facevano già da collaterale per altri prestiti;
  • Prestiti concessi con rate piccole ma numerose. La rata piccola fa sembrare sostenibile il debito anche per gli acquirenti meno solidi.

Tali pratiche, ancora una volta con un eufemismo, vengono definite aggressive underwriting, ovvero sottoscrizione aggressiva.

Più prestiti concessi, qualche trucco per renderli più presentabili, tanto poi saranno impacchettati, ci verrà appiccicata l’etichetta di subprime e tutti, più o meno, sapranno di cosa si tratta.

Con un altro problema: il collaterale di questi prestiti, l’autovettura, tende a deprezzarsi in modo molto rapido.

ABS: ovvero asset based securities, ovvero prestiti cartolarizzati che sono garantiti da dei beni. Quando quei beni sono però auto che si deprezzano…

Il gioco funziona, proprio come nel 2008, finché c’è liquidità a buon mercato e finché le dimensioni del mercato non diventano tali da richiedere una quantità di liquidità immessa che non è possibile immettere.

déjà-vu mercati
E qualcuno starà avendo un déjà-vu

Tra chi non paga e i tassi di interesse alti

Il gioco di Tricolor, che i gestori avranno ritenuto essere una gran furbata finché è durato, si è interrotto quando tanti di quei creditori di bassa qualità hanno smesso di pagare le rate. E quando la liquidità si è asciugata per le condizioni restrittive imposte da Fed per combattere l’inflazione.

Tanta polvere da sparo accumulata nei bilanci di banche regionali, creditori privati, banche di dimensioni più rilevanti che ora probabilmente vale zero.

Boom.

Perché (non) preoccuparsi

Sembrerebbe una riedizione, questa volta in farsa, di quanto raccontato dal leggendario The Big Short / La grande scommessa. Non ci sono eroi, c’è tanta avidità, qualcuno che ci rimetterà le mani, come con i botti di Capodanno e un problema che potrebbe diventare gigantesco.

Non è il caso, però, di preoccuparsi, almeno per il momento. Le condizioni sono oggettivamente diverse:

  • L’esposizione delle banche sistemiche è minima;
  • Non ci sono debiti auto cartolarizzati e poi cartolarizzati di nuovo e poi ancora (la matrioska è ancora con pochi pezzi);
  • Il problema sembra limitato per ora a fondi destinati ai professionisti e a eventuali banche locali.

Perché ha interessato Bitcoin che ne ha risentito in settimana? Perché i mercati hanno reagito come spesso fanno con un panico ingiustificato. La ferita del 2008 per tanti è ancora fresca e basta sentire parlare di subprime in difficoltà per avere incubi come chi era tornato dal Vietnam e sognava di non essere mai uscito dalla giungla.

Occhio però: Jamie Dimon di JPMorgan (la sua banca ha perso del denaro in questa storia) ha parlato di scarafaggi, dicendo che quando se ne vede uno, è facile che ce ne siano degli altri.

Sibillinamente, intendeva che quando si presentano casi di frode come questi, è facile che ce ne siano degli altri. O meglio, questo ci racconta la storia economica. Sarà così anche questa volta?

Intanto, chi vuole aggiornarsi sulla situazione tecnica di Bitcoin troverà qui l’analisi del sabato di Alex Lavarello su BTC: un modo intelligente di ragionare sui grafici cercando di isolarsi anche da tanta narrativa esterna che potrebbe portare a nulla.

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luca
luca
29 giorni fa

Le crypto e bitcoin stanno andando totalmente per i fatti loro,per motivi, a mio avviso abbastanza ignoti
Bitcoin in particolare non si sta comportando(in questo momento nè come bene rifugio nè come asset di rischio)
Storicamente,nel bene o nel male ha sempre seguito il nasdaq.
Oggi abbiamo,oro in rialzo parabolico,nasdaq e SEP500 ai massimi storici,russel 2000 ai massimi storici
Pertanto,perchè si devono andare a scomodare i massimi sistemi(teoria del caos applicata alla finanza) quando magari non si ha la più pallida idea(e sia chiaro ci può stare) del perchè, un mercato in particolare,scenda o salga ??

Luca
Luca
29 giorni fa

Nell’articolo scrivi che l’apprensione per banche regionali ha fatto si che il mercato reagisse con un panico ingiustificato
Il panico ingiustificato di cui parli ha colpito solo Bitcoin e le altcoin,non ha interessato gli indici come nasdaq100 o soprattutto Russell 2000(che dovrebbe prezzare l’incertezza quanto Bitcoin)
Ragion per cui,forse la crisi(momentanea?) bancaria regionale,potrebbe e sottolineo potrebbe non centrare assolutamente nulla con le crypto

Klaus Marvin
Klaus Marvin
29 giorni fa

Con il crollo dei mutui Subprime tutti coloro che sono stati gli artefici di tale gioco stile scatola cinese sono caduti in piedi, chi ci ha rimesso sono i dipendenti delle banche fallite e i contribuenti che con le tasse stanno ancora pagando la “truffa” mentre i manager sono stati liquidati con buonuscite faraoniche e nuove proposte di assunzione e coloro che proponevano i contratti a cani e porci si sono messi il culo in caldo con percentuali milionarie e hanno potuto in seguito al crollo acquistare immobili dal valore di 300.000 o più dollari ad appena 50.000 e anche molti italiani con liquidità disponibile all’epoca facevano voli in continuazione a Miami per acquistare le ville in saldo. Se questo fosse accaduto in Cina non so come sarebbe andata a finire anche se coloro che sono stati colpiti dal crollo di Evergrande non stanno certo ridendo. Crolla il valore di Bitcoin e di Ethereum? Secondo me è una nuova opportunità di acquistare in saldo. L’unica incognita del mercato resta sempre il tempo.