Un altro pomeriggio da incubo per tutto il settore alt e parzialmente anche per Bitcoin. Tolto infatti $BTC si contano sulle dita di una mano le crypto che perdono meno del 10% sul settimanale. Un susseguirsi di eventi risk off, anche in assenza di dati da parte dell’economia USA, che per tanti è difficile da spiegare.
Il primo punto è a livello di sentiment: dal 10 ottobre continua a governare una paura capace di ingigantirsi non appena si superano certi supporti, al ribasso. Il secondo punto è di livello strutturale: c’è la sensazione, corroborata dai dati, che tanti mercati crypto siano diventati molto meno liquidi. La terza è invece una curiosa congiuntura di eventi che sta punendo il grosso degli asset digitali (e non solo).
Dopo Uptober fallito, un Halloween infinito per il mondo crypto
A due giorni da Halloween, sono comunque i mostri a dominare il mercato crypto. Male il grosso del comparto, con la sola eccezione forse di Bitcoin, che regge per ora sopra i 106.000$. Per il resto si può pienamente parlare di Crollo – perché nel giro di un’ora diverse crypto hanno aggiunto perdite superiori al 2% a una giornata che si era aperta, in Asia, già nel peggiore dei modi.
- Ancora l’eco delle parole di Jerome Powell?
Sono pochi tra gli analisti a credere nella capacità di Jerome Powell di temporeggiare sui tassi. Le piazze, fatta eccezione per i titoli che corrono per accordi circolari nel mondo AI, sono ormai in sofferenza. La liquidità scarseggia anche nei gangli fondamentali del funzionamento del sistema e dal lavoro non ci si aspettano dati positivi.
Una situazione di forte incertezza finanziaria e economica che aveva trovato parziale ristoro nella convinzione che anche a dicembre si sarebbero tagliati i tassi senza pensarci troppo. Durante il FOMC della scorsa settimana però, Jerome Powell ha rivendicato il diritto, che è certamente suo, di decidere ancora una volta… soltanto durante il meeting e aspettando i dati. Dati che… però arriveranno ancora una volta centellinati a causa dello shutdown.
- Brutte nuove dallo shutdown
L’accordo sembra essere ancora lontano, anzi lontanissimo. E cominciano a rischiare i servizi fondamentali per il funzionamento dell’economia USA. Duffy, Segretario ai Trasporti, ha minacciato di dichiarare la chiusura dello spazio aereo degli USA nel caso in cui la presenza dello shutdown e dunque la mancanza di personale dovesse rendere i viaggi aerei troppo rischiosi. Non sappiamo quanto sia una minaccia per spingere i Dem all’accordo. Alla dichiarazione però anche i mercati classici hanno… tremato.
- Sempre più distinto il mondo di Bitcoin dal resto
Nonostante le performance non siano state affatto positive, $BTC si conferma come un asset molto diverso per andamento dagli altri del settore asset digitali. Anzi, è stato il primo a offrire un accenno di rimbalzo dopo le brutte notizie che arrivano tanto da New York quanto da Washington.
- Spiegare il sentiment è impossibile
Rimane poi l’arcano del tentativo di spiegare quel sentiment che ha anche una grossa componente irrazionale. E che probabilmente avrà bisogno di altre componenti internazionali per invertirsi.
A spingere negli scorsi giorni sono state vecchie crypto del giro della privacy – delle quali abbiamo parlato anche in un nostro recente video su YouTube, senza che però ci siano, almeno ad avviso di chi vi scrive, dei fondamentali a giustificarne la corsa.
Una situazione complessivamente difficile – che però è tipica di un mercato fatto anche di convinzioni che appaiono come indissolubili, salvo poi appunto dissolversi.
Risk off, fino a quanto durerà?
Nessuno ha la sfera di cristallo e si può parlare probabilmente soltanto tenendo conto dei dati… effettivi. Di benzina pronta a finire sul fuoco non sembra ce ne sia ancora tanta – e le preoccupazioni dei mercati, anche per quanto riguarda la situazione negli USA – appaiono come enormemente esagerate.
Dall’altro non possiamo che condividere certe letture che sottolineano come tolte le magnifiche 7, tutte più o meno coinvolte nel meme AI, le altre aziende stanno faticando in modo importante.
E che anche nel settore AI siamo arrivati agli accordi circolari: soldi da un player che ha bisogno di GPU, che arrivano da Nvidia che li reinveste nel medesimo player e così via in un gigantesco assegno con mille girate.
Recentemente Sam Altman ha non-risposto mostrandosi però molto infastidito da chi chiedeva come intendesse onorare accordi miliardari con un cash flow che è di un paio di ordini di grandezza inferiore.
Per il resto, se dovessimo dare un giudizio sintetico, troveremmo la reazione estremamente esagerata, soprattutto alla luce di fondamentali che non sono (per ora?) così disastrati. E con una reazione da parte del mondo crypto che è certamente eccessiva per proporzioni. E il fatto che ci sia stato un tentativo di rimbalzo – ma con gli asset ancora in profondo rosso, la dice lunga sulla stato di agitazione-allucinazione del comparto.
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