E se arrivasse il momento Volcker? Magari sei troppo giovane per ricordarti del leggendario Paul Volcker. Con i tempi che corrono però è il caso di ripassare la sua figura, anche perché questa volta certe situazioni potrebbero incrociarsi con i destini del mondo crypto, di quello di Bitcoin e più in generale con quello degli investimenti.
Tra i tanti futuri possibili che partono a questo momento, ce n’è almeno uno dove finiamo in stagflazione: l’economia smette di rispondere alle eventuali iniezioni di liquidità, la crescita si avvicina allo zero, i prezzi continuano a correre. Ovvero una situazione di concomitante inflazione elevata e crescita zero o quasi. C’è una buona notizia però: negli universi che partono da quell’universo ipotetico, ce n’è almeno uno che vede Bitcoin come possibile alternativa, almeno individuale.
L’iperinflazione, poi un nuovo Volcker? Serve la volontà politica
La situazione è comune a tutti o quasi i paesi economicamente sviluppati. La spesa pubblica è fuori controllo, tagliarla non è politicamente percorribile (la popolazione, ormai anziana, vive letteralmente di trasferimenti dallo stato) e in un regime del genere ci sono poche chance di far tornare i prezzi sotto controllo.
È la prima parte della questione, quella che riguarda l’inflazione fuori controllo e che continuerà a crescere.
In genere in questi casi, in passato, si chiamavano uomini tutti d’un pezzo, non esposti né all’opinione pubblica né alla necessità di raccogliere voti, che si sarebbero perciò fatti carico di decisioni molto impopolari.
Dalle nostre parti in genere si procedeva con i governi tecnici, negli USA invece i tecnici (tutti d’un pezzo, lo ripetiamo) venivano mandati da Federal Reserve. È il caso di Paul Volcker, il sergente di ferro che innescò un lungo periodo di stagnazione economica ma riportò l’inflazione sotto controllo – dopo che tutti avevano fallito.

Per farlo utilizzò gli strumenti del tempo, che poi sono gli stessi strumenti che le banche centrali hanno a disposizione oggi: tassi alti, molto alti, così alti che non li abbiamo mai più visti su quei livelli, almeno nelle economie sviluppate.
- Perché ora è impossibile?
Perché la popolazione è più anziana, perché ci siamo un po’ tutti assuefatti al Bengodi alimentato dalla spesa pubblica, perché più in generale nessuno sembra volersi comunque assumere la responsabilità politica – molta – per invertire la rotta.
Stagflazione ancora sul tavolo?
Nella nostra recente intervista con André Dragosch di Bitwise Europe, più che il prezzo di Bitcoin avrebbe dovuto interessarvi un’altra questione, quella della necessità di tornare presto a stampare (termine assai grezzo che significa politica monetaria espansiva) per cercare di avere una crescita nominale superiore all’inflazione.
È il caso che tanti amanti di Bitcoin aspettano. Se non può primeggiare in un mondo di soldi fiat stampati all’infinito, dov’è che dovrebbe farlo?
E questa però è ancora un’ipotesi molto positiva, tanto per $BTC quanto per l’economia. Perché vorrebbe sì dire che l’inflazione rimarrà sopra il 2% (il target magico) a lungo, ma vorrebbe anche dire una crescita reale superiore al deficit, almeno nelle ottimistiche previsioni di Dragosch.
Cosa succederà se – e ripetiamo “se”, si tratta di un’ipotesi, la cosiddetta economia reale non dovesse reagire a eventuali nuove iniezioni di liquidità. Benvenuti, di nuovo, nel mondo della stagflazione.
Come si comporterà l’oro digitale?
Se dovesse riprodurre le performance degli anni ’70, oppure anche quelle degli ultimi 3 anni – l’oro sarà in una botte di ferro. È un asset limitato, la cui estrazione può essere aumentata soltanto in mezzo a enormi difficoltà.
Ci sarà da vedere se il contesto Weimar – o se preferite Ankara – sarà davvero la spinta che trasformerà Bitcoin in un succedaneo dell’oro. Dopotutto è più accessibile, più facile da verificare e da inviare. Perché non dovrebbe?
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Volcker sarebbe impossibile coi livelli di debiti odierni