La paura è certamente cattiva consigliera. Al tempo stesso però è un sentimento così forte da riuscire a condizionare anche mercati relativamente liquidi e operatori che – almeno secondo i manuali – dovrebbero comportarsi nel modo più razionale possibile.
La fotografia di questa peculiare situazione arriva dal famoso indice Fear and Greed – che computa diversi fattori per cercare di comprendere eventuali sbilanciamenti nella direzione della paura o dell’avidità. E siamo su livelli che non si vedevano dall’ecatombe di aprile, in un movimento di terrore – in questo caso – che è partito dal 10 ottobre e che non sembra ancora trovare ostacoli. Ma non è detto che sia un brutto segnale.
Come funziona questo indice?
L’indice in questione è prodotto da CMC con tecnologie proprietarie e dunque – nell’analizzarne il funzionamento – incontreremo questo ostacolo. Quello che sappiamo è che viene realizzato tenendo conto di:
- Momentum del prezzo: ovvero la performance delle top 10 per capitalizzazione, anche in relazione al mercato più in generale. Sono escluse per ovvi motivi le stablecoin.
- Volatilità: l’indice tiene conto della volatilità – calcolata con diversi indici – su Bitcoin e Ethereum;
- Mercati dei derivati: in particolare quello delle opzioni, partendo dal rapporto tra put e call. Quando il rapporto si sbilancia a favore delle prime, c’è più paura;
- Composizione del mercato: ovvero il valore di Bitcoin, il rapporto con la supply di stablecoin.
E in aggiunta ci sono dati proprietari che arrivano dalle keyword dei social trend.
Cosa ci dice adesso questo indice?
Ci dice che siamo a 20 su 100 – ovvero in una fase di paura estrema. Si erano toccati punti più bassi l’11 marzo 2025 e il 9 aprile, in questo secondo caso dopo la pubblicazione di dazi che gli USA avrebbero applicato ai beni che arrivano dall’estero.

Ora siamo a 20, quindi in una posizione leggermente migliore – e non è detto che questo non possa essere il bottom.
Anzi, più volte durante l’anno questo indice ha trovato una base solida sui 20, sui 37 e anche sui 39. Potremmo dunque già essere in una fase che – almeno tenendo conto soltanto di questo indice – è di minimo.
La differenza… plateale
È in termini di prezzo. L’ultima volta che siamo stati così in basso nell’indice della paura e dell’avidità eravamo circa a 78.000$ per singolo Bitcoin. Ora invece BTC – guardare anche il video di Alex Lavarello sul tema può essere di aiuto – si trova in quota 101.000$, certamente non in buone condizioni rispetto ai massimi fatti registrare a ottobre, ma comunque lontano da quei livelli di prezzo.
L’indice segue i movimenti di prezzo e qualche volta anticipa le inversioni. La vera domanda da porsi ora è se la paura abbia raggiunto il suo massimo – e se potrebbe essere questa l’occasione di una ripartenza.

I temi che potrebbero aiutare un’inversione
Ci sono diverse questioni in sospeso la cui risoluzione potrebbe dare una mano, anche sul breve, al miglioramento di questo indice:
- Powell: è vero che è apparso molto hawkish, ma è altrettanto vero che per ora le possibilità che salti il taglio di dicembre sono ancora minoritarie. Secondo il Fedwatch Tool i mercati prezzano al 71% un altro taglio prima di fine anno. L’incontro sarà tra 35 giorni, il 10 dicembre 2025.
- Shutdown: è diventato ufficialmente il più lungo di sempre. Se è vero che non sempre gli effetti sui mercati sono stati deleteri, è altrettanto vero che una parte di paura sembrerebbe essere riconducibile all’assenza totale di novità su questo fronte.
Criptovaluta.it® Ultime Notizie Bitcoin e Crypto News | Criptovalute Oggi

affidiamoci alla vecchia regola che tutto ciò che sale prima o poi scende e viceversa. ora c’è la possibilità di acquistare a valori più bassi. Un occhio di riguardo alla intelligenza e superintelligenza artificiale. Via i titoli spazzatura che molti pseudo esperti raccomandavano in passato. Bisognerà avere pazienza perchè ci potrebbe essere un crollo importante che porterà giù tutto per cui meglio affidarsi a società di valore che traineranno anche in futuro l’economia