Paul Atkins, il commissario SEC che ha rimpiazzato Gary Gensler, ha notoriamente idee molto diverse dal suo predecessore. Idee diverse che raggiungono il massimo del gap quando si parla di tokenizzazione e di crypto. Atkins è intervenuto un’altra volta sul tema, rilasciando dichiarazioni shock, almeno per chi non ha seguito gli ultimi sviluppi negli USA.
Entro due anni tutti i mercati saranno tokenizzati e onchain, e ne guadagneranno in trasparenza ed efficienza, almeno secondo il nuovo commissario capo di SEC, la più potente agenzia di regolamentazione dei mercati, dato che ha potere di regolamentazione sulle piazze più liquide, più ricche e con i volumi più importanti del mondo, ovvero quelle degli Stati Uniti.
In due anni tutto su blockchain
Sembra passata un’era geologica da quando chi voleva sentirsi smart ripeteva che la blockchain altro non era che una soluzione in cerca di un problema.
Un’era geologica che ha visto diversi tentativi di dare un’utilità concreta a una tecnologia che in pochi capivano, che in ancora meno apprezzavano e che in molti ritenevano uno spreco di denaro ed energia.
Se è su una blockchain, allora c’è molta più trasparenza. Oggi ci sono sempre dubbi su chi ha cosa e spesso una società quotata non conosce neanche chi ha le sue azioni.
Questo è quanto Paul Atkins ha dichiarato ai microfoni di Fox Business, aggiungendo:
La tokenizzazione ha il potenziale di portare settlement e clearance a T+0.
Il riferimento è al tempo necessario affinché uno scambio di titoli contro denaro venga registrato. Oggi la procedura è lenta, costosa e complicata e prevede l’intervento di diversi soggetti. Intervento che porta il settlement definitivo a T+1 (ovvero il giorno successivo) oppure a T+3 (ovvero tre giorni successivi).
Con le blockchain, gli smart contract e le stablecoin, lo scambio diventa molto più semplice. Il token (stable o che rappresenta un titolo) vale il possesso e non vi è alcun bisogno di aggiornare diversi database e far interagire diversi intermediari.
Pressioni importanti di SEC
SEC sta esercitando – questo non dovrebbe essere ormai un mistero per nessuno – importanti pressioni su diversi dei player del mercato azionario e dei fondi negli Stati Uniti affinché spingano in questa direzione.
La sensazione è di una spinta per arrivare a qualcosa di funzionale e funzionante prima di un possibile avvicendamento alla Casa Bianca e del ritorno dei democratici al potere.
La questione crypto/tokenizzazione è infatti fortemente politicizzata negli Stati Uniti – anche a causa di investimenti importanti della famiglia presidenziale nel settore, che in diversi (non senza basi concrete) ritengono un importante (e inusuale) conflitto di interessi.
Da SEC però la questione è più tecnica che patrimoniale: non è detto che la tokenizzazione degli asset porterà ad un arricchimento dei crypto bro – e l’intero ecosistema crypto viene più visto a livello infrastrutturale che di asset, almeno in relazione a questo specifico movimento.
Quali network?
In realtà SEC si è sempre dichiarata come agnostica rispetto alla tecnologia sottostante, a patto che questa sia ovviamente in grado di offrire solidità tecnica.
Ethereum è stata fino a oggi la rete maggiormente utilizzata per la tokenizzazione di fondi money market, anche se non è più l’unica. Dalla sua ha una maggiore liquidità e una presenza maggiore di protocolli DeFi.
Solana è la chain scelta da diversi progetti che si stanno già occupando di tokenizzazione delle azioni. Ha commissioni basse e un buon numero di transazioni al secondo. È rapida ed adatta allo scopo.
Anche grazie ad accordi specifici di Ripple Labs con alcuni emittenti, Ripple sta cercando di recuperare terreno in un settore che almeno inizialmente non era riuscita ad occupare. Acquisti come quelli di Hidden Road spingeranno ancora di più in questa direzione.
Anche se se ne parla poco, ha una quarantina di progetti tokenizzati e vale già quasi 1 miliardo soltanto tenendo conto del movimento RWA.
- Le altre
Da Ondo a Circle (Arc, tra poco disponibile per tutti), passando anche per Stellar XLM, Aptos e altri network “minori”. In realtà ci sono così tanti asset da tokenizzare che c’è spazio anche per tante altre chain subalterne alle top.
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