È un’Europa ad almeno tre velocità. C’è quella tedesca, dove la principale borsa si sta integrando con Kraken e altri servizi crypto. C’è quella francese, dove un altro grande istituto bancario ha aperto al mondo crypto. E poi c’è quella italiana, dove si riuniscono i comitati.
È notizia di ieri l’apertura del gruppo francese BPCE all’offerta crypto, che permetterà a circa 2 milioni di clienti del gruppo bancario di accedere a tali servizi, per un pilota che potrebbe poi portare all’espansione dell’accesso a 12 milioni di clienti finali tramite Banque Populaire e Caisse d’Épargne.
Quali crypto saranno supportate?
All’inizio sarà possibile accedere soltanto alle tre principali criptovalute per capitalizzazione di mercato e per rilevanza sui mercati, ovvero Bitcoin, insieme a Ethereum e Solana, mentre sarà possibile detenere e utilizzare per gli scambi anche USDC. Non è chiaro per il momento se in futuro sarà consentito l’accesso anche ad altre criptovalute.
Non è il primo gruppo bancario di livello europeo a muoversi in tal senso: sono infatti già arrivate aperture da BBVA, Santander e Raiffeisen Bank e ci sono stati tentativi – che però sembrerebbero aver incontrato qualche ostilità da parte dei regolatori, anche in Italia.
- Servizio a roll out graduale
L’accesso alla possibilità di comprare criptovalute direttamente tramite la propria App bancaria sarà offerto gradualmente ad un parco clienti sempre più ampio, fino ad arrivare a 12 milioni di account entro la fine del 2026. Il servizio non sarà pertanto destinato – come successo altrove – soltanto agli investitori professionali.
In Germania direttamente in borsa
È notizia di questa settimana inoltre l’accordo tra Kraken e Deutsche Börse, che porterà a una graduale integrazione dei servizi offerti, sia con derivati e opzioni su asset tradizionali, sia con gli asset digitali che seguiranno invece il percorso inverso.
Importanti segni di apertura dunque in tutta Europa, con l’Italia che per ora – almeno tra le economie più rilevanti dell’Unione – è senza dubbio alcuno fanalino di coda. Criptovaluta.it® ha notizia di tentativi di apertura che hanno però incontrato delle difficoltà nelle interlocuzioni con il regolatore e che hanno rimandato la questione, nella migliore delle ipotesi, al 2026.
Tutto questo mentre il MiCA avrebbe dovuto portare un’omogeneità che sembrerebbe mancare poi a livello applicativo delle norme e delle possibili aperture verso il settore. Tant’è che la Commissione Europea vorrebbe concentrare certi poteri in capo a ESMA, esautorando di fatto i regolatori nazionali.
Fonte: The Big Whale
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