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Raddoppia il numero di persone che conoscono le criptovalute

Dal momento in cui le criptovalute si configurano come strumenti di pagamento alternativi alle valute tradizionali, in questo settore l’adozione su larga scala è quel che fa la differenza. Per questo HBUS, una sotto-unità dell’exchange Huobi, svolge periodicamente un’analisi di mercato telefonica per sapere quante persone stanno comprando o stanno venendo a conoscenza delle criptovalute. I risultati dell’ultima analisi sono molto interessanti, in quanto rivelano dei grandi aumenti sia dal punto di vista dell’utenza che di chi ha semplicemente sentito parlare di questi asset.

Leggere i risultati è più interessante se lo si fa avendo come termine di confronto l’inizio del 2018, data in cui HBUS aveva effettuato un altro report sempre inerente agli stessi temi. La percentuale di intervistati che conosce le criptovalute arriva addirittura al 74%, mentre la percentuale di chi possiede una qualsiasi cifra in crittomonete è passata dall’8% al 20%.

Metodo e risultati

Per condurre l’analisi sono state intervistate 1.067 persone residenti negli Stati Uniti. Queste hanno semplicemente dovuto rispondere ad alcune domande da parte di HBUS. La maggior parte degli intervistati ha un reddito tra i 100mila ed i 200mila dollari l’anno, parametri che sono stati scelti per trovare persone che hanno disponibilità liquide da mettere in risparmi. L’azienda ha poi documentato il tutto, diffondendo i risultati con le principali testate online e offline del settore.

La maggior parte degli intervistati ha dichiarato che gli scopi principali per cui ha a che fare con le criptovalute sono il trading online e l’invio o la ricezione di pagamenti; decisamente inferiore è invece la percentuale di chi cita come prima ragione l’investimento di lungo termine. Quanto al sesso ed all’età, la maggior parte dei possessori di crittomonete sono uomini con età inferiore ai 44 anni.

Questo traccia in qualche modo un identikit del profilo tipico dell’utente che utilizza le criptovalute, per quanto i risultati non siano sorprendenti. Non è una novità che le innovazioni tecnologiche tocchino prima i giovani rispetto agli adulti, con gli anziani che rimangono sempre i più restii ad accettare il cambiamento. Fa comunque riflettere il fatto che il 20% di chi ha risposto al telefono abbia effettivamente almeno un dollaro investito in crypto, con un +250% rispetto al riferimento di un anno fa.

Privacy prima di tutto

HBUS ha anche chiesto agli intervistati di spiegare quale sia la ragione per cui trovano interessante il settore delle criptovalute, e più in generale quello dell’economia decentralizzata. La risposta più comune riguarda la privacy: pare che la protezione dei dati personali, almeno per gli intervistati, valga più delle possibilità di guadagno o di creare un’economia alternativa a quella tradizionale.

Questo aspetto sembra del tutto in linea con la lettera che il Senato degli Stati Uniti ha inviato a Mark Zuckerberg pochi giorni fa per conoscere dettagli in merito alla protezione dei dati personali degli utenti che compreranno la criptovaluta di Facebook. Privacy prima di tutto, dunque, in uno scenario complessivo che rivela dati favorevoli per il settore.

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