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Telegram punta tutto sulla Web3 | Asta per username e il futuro Marketplace

Telegram non è assolutamente nuovo ad esperimenti nel mondo cripto, con il gruppo che offre tramite chat e bot anche la possibilità di acquistare Bitcoin e altre utilità del comparto. Ma potrebbe non essere finita qui l’avventura del popolare servizio di messaggi, che ha da sempre un occhio di riguardo anche per la privacy dei suoi utenti.

IL CEO Pavel Durov ha infatti lasciato intendere ulteriori sviluppi del gruppo verso il Web3, con l’integrazione possibile di diversi servizi, che da un lato potrebbero fare bene al servizio di messaggistica, dall’altro a questo nuovo comparto ancora relativamente difficile da definire.

Un buon segnale per $TON dunque e anche per il mondo del Web3, i cui migliori token sono già inseriti a listino su Crypto.comvai qui per ottenere un conto gratuito con bonus incluso per tutti gli iscritti – intermediario che ci permette di investire su tutti i progetti emergenti e anche su quelli storici del mondo delle cripto.

Abbiamo anche il Supercharger e lo staking inclusi, che ci permettono di mettere a rendita quanto abbiamo acquistato. Così come abbiamo anche il sistema di carte di pagamento, che ci permette di utilizzare le nostre cripto per le spese di tutti i giorni. Non vi è minimo di investimento per accedere ai servizi di questo intermediario.

Telegram punta sul Web3: ecco cosa sappiamo già

In realtà molto poco, perché siamo davanti ad una fase ancora preliminare dell’impegno di Telegram in questo senso, a partire dalla gestione, per ora relativamente felice, di $TON, la criptovaluta legata al servizio di messagistica. Interessante quanto fatto ad esempio anche per le aste sui nomi domini, che hanno generato vendite importanti.

Telegram Web 3 e marketplace
Telegram punta sul Web3 e non solo

In un contesto del genere è più che naturale che ci siano delle spinte a fare di più. E quello che sembrerebbe essere la naturale conseguenza è quella di mettere all’asta gli username, che diventerebbero così una sorta di NFT di proprietà dell’utente finale, che potrà finalmente possederli in senso proprio. Qualcosa che potrebbe spingere ancora di più l’utilizzo di $TON.

Immaginate che successo potrebbe avere un’idea del genere con i 700 milioni di utenti di Telegram se dovessimo mettere gli username riservati all’asta.

Intuizione importante, che potrebbe giocare d’anticipo su una futura creazione di un marketplace futuro, dal quale passeranno tali vendite, con $TON a fare da infrastruttura.

Quando si parla di scalabilità e velocità, TON è probabilmente la migliore tecnologia per vendite decentralizzate di questo tipo. Abbiamo l’intenzione di provare TON come blockchain di base per il nostro futuro marketplace.

Iniziativa che sarebbe stata pertanto già disegnato anche nei suoi funzionamenti di base. Per un mercato che fa ovviamente gola a molti, dati gli enormi volumi che potrà generare.

Sono questi i player che possono cambiare la traiettoria del comparto

Anche se a molti quello di Telegram non sembrerà un nome altisonante, è in realtà molto più rilevante di gruppi come Meta/Facebook per indirizzare il futuro di questo comparto e di questo mercato.

Questo perché si tratta di gruppi con expertise e anche con attitudini maggiormente in linea con quello che il mondo della blockchain rappresenta. E che possono al tempo stesso andare a sfruttare quanto sul piano tecnologico questo comparto ha effettivamente da offrire.

Anche criptovaluta.it punta su Telegram

Il fatto che Telegram sia così vicino al mondo crypto e, più in generale, alla Web3, non può che farci piacere. Siamo infatti molto attivi anche su telegram, cogliamo l’occasione per ricordare che il nostro canale è verificato e certificato, riconoscimento massimo da parte del social per un brand. Nei prossimi mesi svilupperemo ulteriormente questo canale, offrendo contenuti esclusivi per tutti i nostri seguaci.

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1 anno fa

Meta/Facebook e’ un progetto di sorveglianza e controllo sociale nato nelle stanze del Pentagono e gestito e orientato nei contenuti dalla Cia. Non stupisce che sia freddo, se non direttamente ostile alla blockchain.