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BEFFA JIM CARREY

Jim Carrey beffa tutti con l’ennesimo travestimento | C’è lui dietro i NFT di…

Jim Carrey esce allo scoperto e svela di essere l’autore della collezione NFT pubblicata sotto lo pseudonimo String Bean. La rivelazione arriva a diversi mesi di distanza dalla pubblicazione, curata di concerto con lo staff di Big Head Club, studio che ha curato le animazioni di quelle che oggi si scoprono essere opere autobiografiche.

Un esperimento sociale on chain perfettamente riuscito, stando alle dichiarazioni dell’attore e dello staff che l’ha seguito in questa originale vicenda. Ennesima incursione nell’arte digitale per il poliedrico artista, che esce allo scoperto e conferma l’amore per i NFT, a cui non è affatto nuovo.

Uno spazio NFT che sembra piacere molto anche ad artisti più “classici”, come nel caso di Anthony Hopkins. Spazio sul quale possiamo investire anche puntando sull’infrastruttura dei principali network che li ospitano. Possiamo farlo su eTorovai qui per ottenere un conto virtuale e gratuito per fare ordini di prova sul mercato CRIPTO – intermediario che ci permette di investire su 78+ cripto, molte delle quali legate proprio al mondo dei NFT.

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Jim Carrey sotto mentite spoglie

Del Jim Carrey attore sappiamo praticamente tutto, grazie alla sconfinata popolarità guadagnata nel cinema mainstream che conta. Sappiamo anche delle collezioni NFT in cui il nostro si prodiga in superlativi esempi di pittura digitale, visto il grande successo riscontrato più di recente.

Attori Jim Carrey NFT
Un trend appena iniziato

Abbiamo avuto modo di raccontare le sue incursioni nella tavolozza on chain, sottolineando nella stessa occasione come l’attore stia seriamente pensando di perseguire tale strada, valutando addirittura il ritiro dal set.

Quello che non sapevamo è che il nostro aveva già lanciato una collezione NFT in maggio, sotto lo pseudonimo String Bean e sulla piattaforma Foundation. La reale paternità delle opere, sviluppate di concerto con lo studio Big Head Club, è stata volutamente svelata solo di recente.

La collezione in oggetto si chiama Germination, ed è composta da cinque dipinti che prendono vita in altrettanti filmati di breve durata. La voce dei personaggi è quella di Jim Carrey, così come il viso, stilizzato ad arte dall’attore e poi inviato a Big Head Club per essere animato e post prodotto.

Il pubblico, all’oscuro del loro carattere autobiografico, ha mostrato un certo interesse per le opere, e in particolare per The Bottles that Empty Me, venduta per 0,55 Ethereum all’ignaro collezionista.

L’attore vero mattatore del travestimento

Esperimento riuscito quindi, con attore e staff che si sono ispirati al violinista di fama internazionale Joshua Bell che nel 2007 eseguì magistralmente Bach in una stazione della metropolitana di Washington, sotto l’occhio distratto dei passanti alle prese con la quotidianità.

L’abbiamo lasciato in bella vista per mesi: c’erano sue foto in ogni opera, e la sua voce accompagnava ogni video. Abbiamo scelto Foundation per assicurarci il massimo dell’esposizione mediatica: la gente si è concentrata sull’arte, ignorando totalmente la figura di Jim Carrey nonostante l’abbondante dose di indizi che abbiamo lasciato in giro.

Queste le dichiarazioni di Mack Flavelle, CEO di Big Head Club, che offre uno spunto di riflessione su come la società attribuisce valore e significato al mondo esterno, sulla base di condizionamenti pesanti come fama e celebrità.

L’esperimento è anche una felice conferma di come i Non Fungible Token possano tornare utili sotto innumerevole forme al mondo dell’arte: Jim Carrey ha dichiarato di voler insistere sulla produzione a firma String Bean anche dopo essere uscito allo scoperto.

Uno spazio che come abbiamo detto, interessa sempre di più i grandi gruppi e i grandi giocatori del settore intrattenimento. Dai musicisti agli sportivi, passando anche per gli attori come Jim Carrey e come il leggendario Anthony Hopkins.

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