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Stablecoin: clamoroso OK da parte degli organi sovranazionali! | I dettagli

Sì, il mondo cripto può davvero rivoluzionare il modo in cui ci approcciamo ai pagamenti. E ora non sono più, come noi, pochi nerd magari un po’ invasati a dirlo. C’è anche il CPI, il Committee on Payments and Market Infrastructures che secondo quanto è stato riportato da Coindesk sarebbe pronto ad analizzare i risvolti che queste tecnologie potrebbero avere nel tagliare i costi dei trasferimenti.

Il tutto contenuto in un Financial Stability Board Report che imprime ufficialità alle indagini e che almeno in via preliminare dà ragione a chi lo dice da tempo: le tecnologie on chain possono essere di aiuto anche ai meno cypherpunk di noi, anche a chi non pensa ci sia la necessità di sganciarsi dal mondo finanziario come lo conosciamo e da chi vuole semplicemente risparmiare.

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Il gotha dei pagamenti internazionali punta gli occhi sugli stablecoin

Potenziali destibilizzatori del sistema economico internazionale? Niente affatto: gli stablecoin potrebbero entrare dalla porta principale dei pagamenti internazionali, con l’ente che li governa su scala mondiale che avrebbe avviato le operazioni di studio. Che tipo di operazioni? Semplice, dovrebbe trattarsi di una valutazione di quanto possono effettivamente offrire queste tecnologie per abbattere tempistiche e costi dei trasferimenti oltre-confine.

Esplorazione blocco Stablecoin
Un’esplorazione che potrebbe cambiare il mondo come lo conosciamo

Trasferimenti che al di fuori dell’aerea SEPA sono ancora molto lenti, comandano delle commissioni che li rendono poco convenienti in particolare per gli spostamenti di piccole somme e che, come configurazione, cominciano ormai a dimostrare la loro inadeguatezza in un mondo sempre più interconnesso.

Il CPMI sta considerando se e come utilizzare stablecoin ben progettati e con una capillare gestione del rischio per migliorare i pagamenti cross-border, andando a colpire le problematiche attuali.

Questo è quanto si legge nel report, che fissa entro fine anno un primo studio preliminare di queste tecnologie, studio che dovrà comunque mantenere il focus sulla sicurezza di tali metodi e sulla gestione del rischio, questioni che a livello bancario, soprattutto se internazionale, hanno ancora un enorme peso specifico.

Calma con l’entusiasmo però: si tratterà probabilmente…

Ci sono due ordini di questioni che ci invitano però alla massima calma ora. La prima è che siamo davanti ad uno studio preliminare e che dunque potrebbe risultare in un nulla di fatto. Ne sapremo di più tra qualche settimana, quando lo studio sarà pubblicamente accessibile e quando non ci saranno remore nel dibatterlo pubblicamente. In secondo luogo se mai CPMI dovesse passare ad una soluzione del genere, con ogni probabilità si tratterebbe di una soluzione interna e completamente gestita da nodi bancari.

Difficile pensare in questo momento storico che le attenzioni vadano a concentrarsi su sistemi già esistenti come Tether. Tuttavia, si tratterebbe comunque della normalizzazione di una tecnologia presso la grande popolazione che potrebbe fare da grande spot anche per il settore che amiamo di più, ovvero quello degli stablecoin liberi e in concorrenza tra loro.

Staremo a vedere: quel che è certo è che questo bear market non ha intaccato neanche un po’ il percorso di “normalizzazione” dell’intero comparto e delle tecnologie che lo animano. Tecnologie che potrebbero fare davvero la differenza non solo ai piani alti, ma anche a quelli più comunemente frequentati dall’uomo comune, come chi vi scrive.

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