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Ethereum: PROBLEMI negli USA! | Dichiarazione SHOCK di CFTC

Brutte notizie per Ethereum? Sì, brutte notizie per Ethereum, ma anche per tutto il resto del comparto cripto, fatta eccezione per Bitcoin. Certo, tali brutte notizie arrivano da una dichiarazione relativamente estemporanea di uno dei pezzi grossi di CFTC, ma è comunque degna di nota perché potrebbe segnalare uno shift importante nel dibattito pubblico e tra organi pubblici negli USA.

A parlare è Rostin Behnam, che non solo è a capo della potente CFTC, ma che aveva anche dei legami importanti con Sam Bankman-Fried e con il suo tentativo di cambiare per sempre il mercato cripto e dei derivati. E c’è ora, alla luce del crack di FTX, un importante cambio di programma. Cambio di programma che potrebbe segnalare l’inizio di un percorso pericoloso principalmente per Ethereum, per i motivi che andremo a spiegare tra poco.

Anche qui però il mercato sembrerebbe aver scontato evoluzioni di questo tipo, con Bitcoin e Ethereum che continuano a rimanere sopra ai prezzi di 24 ore fa. Possiamo accedere a questo mercato nel pieno della legalità e al riparo da qualche tipo di problema anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito che offre anche scambi AUTOMATICI – intermediario che ci permette di investire su 78+ cripto asset, tutti scelti tra i più gettonati dagli investitori.

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Cambio di programma da CFTC: Ethereum è un titolo finanziario

Dell’eterna lotta tra CFTC e SEC abbiamo già parlato abbondantemente nel corso degli ultimi mesi. La situazione, almeno fino a questa dichiarazione di Rostin Behnam, che di CFTC è il capo, era la seguente: Bitcoin considerato da entrambi una materia prima e dunque non soggetto agli obblighi di quotazione e alle regole dei titoli finanziari e conflitto su tutto il resto.

Ethereum a rischio
Cambio deciso di opinione per CFTC

Per conflitto su tutto il resto intendiamo dire che per ogni caso singolo si sarebbe dovuta giudicare la natura effettiva di questa o quella criptovaluta. In altre parole, tutti sospetti, almeno secondo SEC. La posizione di CFTC in via ufficiale era stata però diversa: anche Ethereum almeno si sarebbe dovuto considerare come un asset affine alle commodities/materie prime, cosa che avrebbe evitato tanto a Ethereum, quanto a chi lo vende pubblicamente, diversi grattacapi.

La posizione di SEC, un tempo concordata su questa linea, è iniziata a cambiare qualche settimana fa e in particolare in occasione del merge. La presenza stessa dello staking, disse ai tempi Gary Gensler, avrebbe potuto configurare la natura di titolo finanziario per $ETH, secondo i criteri noti di Howey. Cosa ai tempi rispedita al mittente da CFTC. Cosa è cambiato ora? Cerchiamo di capirlo insieme.

Il commento da Princeton di Rostin Behnam

Rostin Behnam ha commentato sulla situazione innescata da FTX, dopo aver subito critiche importanti per la sua vicinanza a Sam Bankman-Fried. E oltre ad invitare tutti ad una certa fretta nell’approvazione di nuove regole per il comparto cripto, ha anche aggiunto qualcosa sulla natura di questa categoria di asset.

L’unica criptovaluta che dovrebbe essere trattata come una materia prima è Bitcoin.

Il che, tradotto, vuol dire che tutto il resto avrà bisogno di essere trattato come un titolo finanziario, ricadendo così potenzialmente sotto l’ombrello regolamentare di SEC. Ombrello piuttosto stretto e che tutti i progetti cripto cercano di rifuggere.

C’è una terza ipotesi possibile

Prima di preoccuparsi eccessivamente vanno fatte almeno due considerazioni: tali regole sarebbero comunque valide solo per gli exchange e per gli intermediari che operano negli USA e, in aggiunta, potrebbero configurarsi nuove situazioni possibili in termini regolamentari.

Una nuova legge negli USA potrebbe avere il merito di creare ex-novo una nuova categoria di asset, le criptovalute appunto, da non trattare come asset finanziari ma neanche come materie prime, con regole specifiche che, secondo Behnam, dovrebbero essere mutuate dai mercati speculativi e di rischio.

Non tutto il male potrebbe venire per nuocere. Si dovrà rimanere alla finestra anche interrogandosi però sul repentino cambio di opinione di Behnam. Che sia una posizione di comodo per allontanare lo spettro di un eccessivo coinvolgimento umano e professionale con Sam Bankman-Fried? Ai posteri, come sempre, l’ardua sentenza.

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