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Ripple: SEC invia i documenti per l’appello. Si riapre la guerra su XRP

SEC contro Ripple entra nel vivo. Arrivano i documenti per l'appello.

Nella tarda serata di giovedì (orario di New York), è arrivato il filing di documenti da parte di SEC per quanto riguarda l’appello contro la decisione che aveva dato ragione a Ripple. Un appello arrivato praticamente fuori tempo massimo e che – al contrario di quanto avevano fatto intendere in tanti, andrà avanti.

La situazione è delle più curiose: SEC infatti non sta contestando la natura di non security di XRP quando venduta sugli exchange, ma sta cercando di attaccare altri aspetti della decisione. Aspetti che per il futuro dell’agenzia – e del suo tentativo di dominio sul mondo crypto – sono forse più rilevanti.

E sarà un appello ex novo – il che vorrà dire che si ripartirà con la riconsiderazione di tutti gli elementi… da zero e come se quanto avvenuto e deciso in passato non fosse mai esistito. La situazione – e qui siamo in minoranza – è però molto meno importante di quanto si potrebbe credere per il futuro del mondo crypto e nello specifico per quello di XRP.

L’appello è arrivato – e riguarda tutti, anche chi non ama XRP

La questione fondamentale è sempre la tessa. Le mosse di SEC contro questo o quel progetto sono in realtà parte di una guerra più ampia. E anche chi pensa che la battaglia nello specifico non sia nel suo interesse, dovrebbe forse ricredersi.

L’appello – o meglio l’invio dei documenti necessari per l’appello – è infatti arrivato. Fuori tempo massimo o quasi, ma è comunque arrivato – e dunque si andrà, di nuovo, a processo.

Al centro ci sono le vendite sempre da parte di Ripple, vuoi sugli exchange indirettamente oppure a investitori qualificati, con la prima vendita che secondo il giudice Torres non costituirebbe vendita di security non registrate, e con la seconda che invece sì, sarebbe una violazione delle leggi sulle security.

Cosa aspettarsi adesso?

Con ogni probabilità sarà un’altra causa piuttosto lunga, che sarà combattuta da zero, con Ripple che però ha dalla sua l’aver ricevuto il beneplacito (o meglio l’ok su cose passate) almeno per certi tipi di vendita.

Tecnicamente – ancora una volta – non si tratterà di decidere se $XRP in sé è una security o meno. La risposta sul tema è pacificamente negativa. La questione sarà se certe vendite (anche tramite exchange, ma con l’emittente coinvolto) siano o meno sotto l’ombrello delle leggi sulle security USA.

A nostro avviso, in ballo c’è ormai soltanto un’eventuale multa a Ripple Labs, cosa che intaccherà poco o nulla il cammino di $XRP, che è già nella sua fase di ritorno alla normalità.

Il tema verrà tirato per la giacca sia dai sostenitori di Ripple sia dai suoi avverarsi – ma sarà fortemente ingigantito rispetto alla sua vera essenza. Una questione della quale ti invitiamo a venire a parlare anche sul nostro Canale Telegram, insieme a oltre 30.000 dei nostri lettori – molti dei quali appassionati di XRP e forse eccessivamente preoccupati dai possibili sviluppi di questa causa.

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francesco
francesco
1 mese fa

seCriminali