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Crypto: dare ordine al CAOS su blockchain! Ecco il SISTEMA OPERATIVO del Web3

Arriva una nuova catena, che promette di unificare tutto il caos attorno alla propria infrastruttura. Basta dichiare l'intento, e la richiesta viene esaudita on-chain.

Il mondo blockchain hai bisogno di un suo sistema operativo centrale, capace di risolvere tutti quei problemi che da tempo affliggono l’ecosistema: frammentazione della liquidità, esperienza utente complesse, interoperabilità assente e una gestione delle operazioni con ancora troppe barriere tecniche che limitano l’adozione.

Attualmente esistono oltre 17.000 soluzioni  tra L1, L2 e catene EVM, tutte con una propria infrastruttura, token, wallet e standard operativi differenti. Per l’utente finale questo significa doversi destreggiare tra una marea di interfacce diverse, con meccanismi spesso incompatibili tra loro, rendendo tutto molto caotico e dispersivo.

Quello che manca è uno strato di coordinamento, capace di unificare questa complessità sotto un’unica piattaforma. Un sistema che permetta all’utente di dichiarare cosa vuole fare, lasciando che sia l’infrastruttura a occuparsi del come, nel rispetto dei vincoli e delle preferenze dell’utente. È così che nasce Anoma, una nuova blockchain pensata per unificare i livelli di interazione e semplificare il rapporto tra utenti e infrastrutture Web3, aprendo così le porte ad una nuova forma di interazione on-chain

Che cos’è e come funziona Anoma?

Anoma è un layer 1 indipendente di nuova generazione, costruito per unificare tutte le blockchain in circolazione in un unico ambiente di sviluppo Non nasce per competere con altre chain, ma per connetterle e farle dialogare tra loro attraverso un’interfaccia semplificata per l’utente finale. La sua architettura  è pensata per supportare una varietà di applicazioni e funzionalità, con focus sulla tutela della privacy e sulla semplificazione delle operazioni finanziarie.

Ma cosa la rende così speciale? Il cuore dell’innovazione di Anoma è il suo cosiddetto approccio “intent-centric”, un sistema di coordinamento basato sulle intenzioni dell’utente. PIuttosto che chiedere ai partecipanti di eseguire manualmente ogni passaggio su blockchain (selezionare i token,firmare le transazioni, pagare il gas ecc.), si lascia semplicemente esprimere ciò che si desidera ottenere, specificando al massimo alcuni vincoli come il costo massimo o lo slippage tollerato 

Anoma blockchain
Anoma, web3 OSFonte dati: https://anoma.net/

Immagina ad esempio che tu voglia eseguire uno swap tra ETH e USDC. Su Ethereum, Arbitrum, Base o altre blockchain dovresti andare su un DEX e procedere manualmente con l’operazione. Con Anoma invece ti basta solo dichiarare l’intento, come ad esempio: “voglio scambiare 1 ETH con USDC, a condizione che il prezzo sia almeno di 2.600 USDC e che le fee non superino i 5 dollari.” A quel punto entra in gioco l’infrastruttura tecnologica del progetto.

L’Intent Machine: il motore di Anome che cambia le regole della blockchain

Dopo che l’utente ha esaudito il suo intento, la richiesta viene trasmessa alla rete attraverso una serie di attori chiamati “solver, che hanno il compito di trovare la via più semplice ed efficace per soddisfare quella volontà. Il tutto viene poi eseguito da una macchina chiamata “Intent Machine (IM)”, che verifica, coordina tutte le componenti e porta a termine l’operazione nel rispetto dei vincoli richiesti.

L’intent Machine è come se fosse un motore virtuale simile all’EVM di Ethereum, ma pensato per gestire gli intenti invece che semplici operazioni. tra le varie DApp disponibili ed i solver ( su cui poi interviene a livello esecutivo l’IM) esiste anche uno strato di comunicazione che velocizza gli scambi, aumenta le privacy e riduce il bisogno di intermediari esterni.

Macchina intenti
Intent Machine AnomaFonte dati: https://anoma.net/

Interoperabilità e composabilità ai massimi livelli: il vero plus di Anoma rispetto alle altre blockchain

Uno dei punti di forza principali di Anoma riguarda la sua capacità di poter interagire con qualsiasi altra blockchain, grazie alla sua architettura altamente interoperabile. Anche se sulla carta questa rete rappresenta un layer-1, in realtà riesce a dialogare facilmente con altri ambienti di esecuzione, riuscendo a ridurre al minimo il problema della frammentazione della liquidità, aggregando più asset e più attori all’interno di un’unica piattaforma.

Inoltre, Anoma semplifica ancor di più il compito per l’utente finale con la sua caratteristica della composabilità nativa, ossia riuscire a integrare più operazioni (es: swap, fornire liquidità, farm LP) tutte unite sotto un unico intento. Questo rappresenta una vero e proprio punto di svolta, che trasforma l’interazione on-chain da una sequenza di operazioni separate a un’unica richiesta orchestrata in modo automatico.

Aggiungiamo anche la capacità di questa blockchain di agire in modo estremamente scalabile, con un approccio modulare che permette un lavoro in parallelo tra più componenti. Così facendo si alleggerisce il carico sulla catena principale e si garantisce una maggiore velocità di throughput, senza sacrificare la decentralizzazione ( che rima comunque più limitata rispetto ad Ethereum) e la sicurezza.

Il futuro della blockchain è “invisibile”: tutto accade sotto la superficie

Chiaramente al momento Anoma rimane solo un esperimento, essendo tra l’altro come blockchain ancora in fase di test. Non sappiamo se riuscirà veramente ad unificare tutto il web3 sotto il suo sistema operativo centrale, né se il modello intent-centric verrà adottato su larga scala. Ad ogni modo possiamo affermare con discreta convinzione che quanto proposto da Anoma oggi potrebbe presto diventare uno standard comune per l’intero settore.

Scordatevi un futuro dove ognuno dovrà disporre di 10 wallet, 7 RPC, e 5 gas token diversi per poter interagire nel web3. È chiaro che questo modello sta stretto anche ai più smanettoni, che comunque fanno fatica a gestire ogni componente. Ci dovrà essere per forza un sistema centrale in grado di inglobare le complessità di ogni blockchain, rendendole invisibili all’utente finale.

meme there is no chain
Meme AnomaFonte dati: https://x.com/anoma

Così come si è evoluto il web2, anche il nuovo internet digitale sarà semplificato al massimo per l’utente finale, con quest’ultimo che non deve capire necessariamente come viene svolta tecnicamente un operazione. Tutto avviene sotto la superficie, mentre l’interfaccia deve mostrare solo la versione più semplice e fluida possibile, adatta anche ai non addetti ai lavori. Il futuro della blockchain è questo: dove tutta la complessità viene gestita internamente.

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