Sulle borse di Bitcoin sono arrivate le prime prese di profitto da parte degli investitori, a seguito del rally degli ultimi giorni che ha sancito un nuovo ATH per la criptovaluta sopra i $120.000. La pressione di vendita è impressionante, sufficiente a far scendere il king del 5% dai massimi di ieri, ma non abbastanza da mettere in pericolo la struttura prezzi.
Assieme all’offerta infatti si fa sentire a gran voce anche la domanda, soprattutto dalle piazze di Wall Street dove gli inflow degli ETF proseguono senza guardarsi troppo indietro.
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Siamo all’inizio di una correzione più profonda per Bitcoin o si tratta solo di un breve dip in attesa di una nuova leg up? Qui si gioca la vera partita della bull run, meglio stare in campana nei prossimi giorni di contrattazioni. Intanto proviamo a farci un’idea dando uno sguardo ai dati on-chain. Tutti i dettagli di seguito.
Bitcoin rallenta sul mercato: gli holders realizzano profitti
Da un certo punto di vista ce lo potevamo aspettare: avevamo parlato in un recente articolo di come Bitcoin stesse vivendo una fase di calma apparente, sostenuta da una somma gigante di profitti non realizzati latenti per circa $1,3 TRILIONI (1.300 miliardi). Questo dato era stato interpretato positivamente, facendo intendere che gli investitori evitavano il take profit con la speranza di vedere un prezzo di BTC più elevato. In quel momento la criptovaluta quotava $108.000, e con il senno di poi possiamo dire che la lettura era corretta.
L’altra faccia della medaglia è che però dopo un rally del 13% circa, quei profitti sono diventati così gustosi agli occhi degli operatori da rendere difficile evitare una fase di distribuzione. Secondo quanto riportato dai dati Glassnode, nelle ultime 24 ore abbiamo assistito a vendite in guadagno per circa $3,5 miliardi. Di questa cifra $1,96 miliardi, ossia il 56% è stato realizzato dagli holders di lungo periodo (sopra i 155 giorni di detenzione), mentre $1,54 miliardi, ossia il 44%, dagli holders di breve termine.

Perché è importante parlare di questa metrica? Perchè ci da un’idea di quanto gli investitori siano propensi a scaricare le proprie bag a determinati livelli di prezzo, aiutandoci allo stesso a capire quale categoria sia più incentivata a vendere. In questo caso appare curioso notare come gli investitori più pazienti siano quelli che hanno approfittato del massimo storico per fare cassa. In genere i LTH tendono ad uscire nei momenti più favorevoli, e questa si è rivelata una delle ondate di realizzo più significative del 2025 fino ad oggi.
Ancora grossi profitti non riscossi potenzialmente a rischio
La situazione potrebbe apparire più complessa da gestire se pensiamo che il rapporto tra profitti e perdite non realizzati ha raggiunto un livello che storicamente ha anticipato una fase correttiva delle quotazioni. Ci sono ancora molti BTC che siedono in ampio gain, pronti eventualmente ad essere convertiti in sporche valute fiat. Ai prezzi attuali oltre l’86% degli investitori è “in the money”, ovvero in grado di vendere con un vantaggio speculativo, secondo le metriche di IntoTheBlock. Circa il 13,4% è in parità mentre lo 0,5% è in perdita.
Capite bene che in una condizione simile, basta poco per innescare un sell-off generalizzato, soprattutto se Bitcoin dovesse perdere lo slancio momentaneo, incentivando molti traders a disfarsi delle proprie posizioni. Chiaramente più si sale con le scale, più c’è il rischio che si scenda con l’ascensore.

Anche dalla sponda dei profitti realizzati, messi in relazione con le perdite concretizzate, vediamo un ratio a 3,6 che sale pericolosamente verso territori ad alta tensione. Le ultime due occasioni in cui siamo giunti ad un punteggio simile, ovvero a novembre 2024 e marzo 2024, poi in entrambi i casi c’è stato un calo dei prezzi significativo. Se la storia dovesse ripetersi nelle prossime settimane tornerà un pò di spirito bearish ad accompagnare le nostre sessioni.

Ancora presto per tirare conclusioni: attenzione a questi livelli di prezzo
Nonostante i rischi intrinseci di un prezzo di Bitcoin che corre verso nuovi massimi, ci troviamo a dover contestualizzare lo scenario attuale con dinamiche di breve periodo che ancora devono trovare una conferma. Il fatto che BTC abbia corretto di un banale 5% dai massimi non vuol dire ancora nulla, ed anzi rappresenta un comportamento del tutto salutare in bull market.
Quello che NON vorremmo vedere è magari un cedimento al di sotto dei $109.000, dove inizia a formarsi la fascia più consistente del costo medio degli investitori. A maggior ragione, le cose si farebbero ancor più complicate se dovessimo perdere successivamente anche i $97.000, ma c’è ancora parecchia strada da fare per gli orsi!

Insomma, non possiamo di certo dire che Bitcoin è in difficoltà. C’è qualche presa di profitto fisiologica ed altri satoshi che potrebbero finire negli exchange per essere liquidati, ma tutto sommato l’outlook rimane bullish. Gli ETF continuano ad accumulare come pazzi, e la pressione d’acquisto appare tanto forte e presente quanto quella di vendita. Non fatevi prendere dal panico al primo scossone!
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