Anche Western Union starebbe valutando la possibilità di utilizzare stablecoin per le sue attività. A confermarlo è il CEO Devin Mc Granahan a Bloomberg, il quale ha dichiarato di non considerare le criptovalute ancorate al dollaro una minaccia, ma piuttosto un’opportunità per il proprio business.
Per Western Union si tratterebbe pertanto dell’occasione di innovare, dice il CEO, come il gruppo fa dalla sua fondazione 175 anni fa. Le stablecoin sono il tema del momento negli Stati Uniti dopo l’approvazione del GENIUS Act, quadro normativo che stabilisce regole chiare sia per l’emissione sia per la custodia delle riserve. Una legge fortemente voluta dal nuovo governo USA che anticipa quella che dovrà regolamentare il resto del comparto.
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Stablecoin contro money transfer
Il business dei money transfer è per ovvi motivi il più attaccabile dalle tecnologie crypto. I costi sono elevati, le tempistiche non sempre ottimali, ed è proprio per questo che anche progetti come Ripple e Stellar hanno puntato proprio in questa direzione.
Ora però c’è un nuovo tassello da aggiungere al puzzle: l’arrivo delle stablecoin ha rivoluzionato il mondo dei pagamenti anche oltre quelle che erano le più rosee aspettative del mondo crypto.
Abbiamo 175 anni e siamo stati innovativi sin dalla nostra fondazione. Non vediamo le stablecoin come una minaccia ma come un’opportunità. Un’altra opportunità di innovare.
Niente competizione dunque, per quanto in realtà ci sono già diversi sistemi di pagamento, diverse banche e diversi intermediari che si stanno avvicinando al mondo stable proprio per fornire alla propria clientela degli strumenti più pratici e più economici, in particolare per i trasferimenti transnazionali.
Dominio agli sgoccioli?
Difficile a dirsi per ora, per un settore che ha dei ricavi importanti ma dei costi altrettanto importanti. Western Union lavora infatti in modo probabilmente complementare a quanto possono offrire stablecoin e crypto. Western Union raccoglie anche quantità importanti di contanti.
Le stablecoin potrebbero fare al massimo da binari per i trasferimenti digitali, evitando le costose riconciliazioni interne a Western Union e a business di questo tipo.
Western Union in passato si era più volte avvicinato al mondo crypto, pur senza arrivare a operazioni definitive e concrete. Chissà se ora, complice la grande apertura degli Stati Uniti al mondo crypto e in particolare stablecoin non decida di cambiare rotta.
La minaccia, d’altronde, è davvero concreta, per quanto almeno parte delle attività di Western Union, come abbiamo detto sopra, non possano essere trasferite online e onchain.
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