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Futures perp anche su azioni e commodities. Il mondo crypto vince anche con le formule

È l'idea dell'ex presidente di FTX USA. Vedremo qualcosa di simile anche altrove?

Lo abbiamo scritto più volte su queste pagine: credevamo in una conquista dei modi, dei temi, dei tempi della finanza tradizionale a scapito del mondo crypto. Invece sta accadendo anche (un po’) di contrario. Non solo il mondo dei mercati tradizionali finirà per essere aperto 24/24 e 7/7, ma certi strumenti tipici del comparto $BTC e crypto, finiranno per governare anche gli scambi dall’altra parte della barricata. È il caso di quanto vorrebbe lanciare Brett Harrison – ex FTX US – che ha in mente di portare, dopo aver ricevuto già corposi finanziamenti, i futures perp nel campo degli asset tradizionali.

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I futures perpetual sono dei contratti futures che non vanno mai in scadenza, che non hanno bisogno di rollover e che sono molto gettonati proprio nelle venue di trading dedicate alle criptovalute. Prodotti che non piacciono a tutti, ma che sono diventati estremamente dominanti, comandando volumi che sono di 10 volte superiori a quelli del mondo spot.

Già ricevuti importanti finanziamenti

Sono stati già ottenuti, da Brett Harrison, più di 35 milioni di dollari di finanziamenti per il lancio della propria idea. Si chiamerà AX e punterà alal’inizio principalmente agli investitori istituzionali non americani (anche crediamo per motivi di regolamentazione). L’obiettivo è quello di mutuare il modello dei futures perpetual molto popolari su Bitcoin e crypto e di abbinarli ad un sottostante (anche se sarebbe improprio chiamarlo così) su asset tradizionali.

I futures perpetual hanno il vantaggio di non andare mai in consegna e in scadenza, permettendo tra le altre cose l’utilizzo di leva e anche di short – con un meccanismo di equilibrio del prezzo che sfrutta il funding rate: a seconda della posizione scelta (long o short) si pagano o ricevono dei micro-pagamenti che hanno appunto come obiettivo quello di tenere i due fronti “equilibrati”.

Si tratterebbe di un passo avanti nell’affollato mondo dei contratti derivati sulle azioni e sugli asset tradizionali? Staremo a vedere: i vantaggi pratici sono tanti, a fronte però di mercati che sono storicamente più volatili e soprattutto meno resistenti agli shock (basti pensare alla difficile gestione delle liquidazioni a catena).

Non solo questa startup

In realtà – almeno secondo le voci di corridoio più credibili – sono in diversi i gruppi che starebbero esplorando questa opportunità, che sarebbe molto diversa da quella della tokenizzazione. In questo ultimo caso infatti parliamo di asset che vengono trasformati o incapsulati in token crypto che possono essere scambiati anche su piazze relativamente decentralizzate.

Nel caso dei perp – come vengono chiamati affettuosamente dagli appassionati – ci sono invece contratti validi solo contro la controparte (l’emittente del contratto) e che sono scambiati in genere su piazze centralizzate, seppur con qualche eccezione (vedi il boom recente di certe piazze DeFi).

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la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
1 ora fa

Massì! Oh lettore improvvisati anche tu trader esperto, vai short o long a sentimento… cosa potrà mai andare storto?!? 😀

Interessante (si fa per dire) questo nuovo trend di trasformare tutto in gioco d’azzardo: negli states fanno passi da gigante, ormai con l’app della propria banca si può scommettere sulle partite. I cari prediction markets arrivano direttamente a casa tua, in maniera sicura (pfffff). Con tanto di dichiarazioni “non è detto che la presenza di insider sia un male: anzi, potrebbe fare capire prima le vere probabilità di una scommessa!” (sì, lo hanno detto, mi pare quelli di RobinHood)

Buon Natale cittad… ehm, investit… ok, scommettitori 🙂