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C’è una recente indagine di Morgan Stanley che ha già fatto il giro del mondo, che sembrerebbe essere bullish sulle crypto e su Bitcoin e che però deve essere considerata nel suo insieme. Il grande gruppo finanziario ha intervistato infatti i suoi intern, ovvero stagisti in larga parte estivi.
I risultati sono negativi ma positivi, almeno per chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno. Sono però, dato il numero degli intervistati, risultati che forse dovremmo prendere con le pinze e non utilizzare per le nostre decisioni di investimento.
L’analisi di Morgan Stanley
Morgan Stanley conduce periodicamente inchieste di questo tipo. Contatta qualche centinaio di intern, pone loro delle domande sui loro comportamenti sui mercati e cerca di restituire numeri che dovrebbero avere un qualche significato.
A fare il giro delle prime pagine delle riviste e dei siti che si occupano di criptovalute sono i deprimenti numeri che riguardano gli investimenti in crypto da parte di suddetti intern.
- Solo il 18% detiene crypto;
- La percentuale è comunque in miglioramento dal 13% dello scorso anno;
- Gli interessati sono il 26%, mentre l’anno scorso erano il 23%;
- Il 55% non ha alcun interesse per il mondo degli asset digitali (lo scorso anno era il 63%).
Si possono trarre diverse conclusioni da questi numeri. La prima è che almeno tra gli intern di Morgan Stanley, le crypto e Bitcoin sono messe sensibilmente meglio dell’anno scorso.
La seconda è che l’entusiasmo tipico da top del ciclo manca ancora. Se anche i più giovani (che si occupano in questo caso di finanza) sono così poco interessati al mondo crypto, allora c’è ancora spazio per correre e per raggiungere livelli più alti di FOMO e dunque di prezzi.
Un’indagine su numeri.. esigui
Ci sono però diversi problemi per chi vuole utilizzare i numeri di questa indagine per trarre conclusioni riguardanti il ciclo e il possibile top dei prezzi che sarebbe o non sarebbe stato raggiunto.
Gli intervistati in realtà sono pochi: parliamo di 500 stagisti estivi negli USA e altri 147 in Europa. In tutto 647 stagisti – che rappresentano tra le altre cose un gruppo molto omogeneo.
E dunque una fotografia scattata al mondo guardando però da un angolo striminzito, di forse nessuna valenza statistica o analitica.
La cura BlackRock non funziona con i più giovani?
Sembrerebbe essere proprio questo il caso. Nonostante l’enorme afflusso di capitali verso gli ETF di BlackRock (e anche verso quelli di Fidelity), non è cambiato granché l’interesse da parte degli investitori più giovani, che secondo l’indagine di Morgan Stanley – che puoi leggere qui – c’è maggiore attenzione verso i settori della robotica e dell’intelligenza artificiale.
Anche questi trend che hanno offerto ai mercati dei gain importanti soprattutto nel corso del 2024 e della prima parte del 2025. Segno che il risultato di queste indagini è anche particolarmente condizionato dagli andamenti più recenti delle piazze finanziarie.
Nel frattempo ieri gli ETF su Bitcoin interrompono una serie nera di fuoriuscite di capitale che durava da 6 sessioni di trading, con Fidelity che batte addirittura BlackRock.
Numeri impressionanti per Ethereum, che con 443 milioni di dollari di afflussi batte, di nuovo, BTC.
Se i giovani stagisti di Morgan Stanley non sono (ancora?) interessati, c’è qualcuno che comunque continua a comprare e dunque a aumentare la propria esposizione verso gli asset digitali.
Tutto questo in un momento di grande interesse anche da parte di società quotate, che vengono acquisite da investitori crypto per essere trasformate in crypto treasury.
