Gli Stati Uniti sono già in recessione? Tecnicamente no – dato che servono due letture consecutive in negativo del PIL per dichiararla. Il dato emerso oggi però è pessimo: PIL a -0,3% per il primo trimestre del 2025 – ovvero quello che ha sperimentato per la prima volta la cura Trump.
Prima di fasciarsi la testa -cosa che però i mercati hanno già ampiamente fatto – c’è da fare un’analisi possibilmente più approfondita, guardando cosa c’è in quei dati, cosa non c’è – e perché (non?) bisogna preoccuparsi.
Bitcoin ha inoltre reagito in linea con SPX500 (e anzi facendo leggermente meglio). Hanno fatto molto peggio le altcoin, confermando un trend che sembrerebbe essere la cifra del nuovo mercato. Bitcoin come asset in linea di massima più distaccato dagli asset di rischio. Gli altri no.
I dati del PIL USA
I dati del PIL USA del primo trimestre sono pessimi. Già le previsioni avevano indicato una crescita modesta per questo trimestre, su base annuale, dello 0,2%-0,4%. Su questo c’è poco da discutere. A impattare però in modo principale sono stati gli import sugli export, con i primi che hanno avuto un boom, probabilmente per anticipare l’arrivo dei dazi.
In breve: chi poteva, ha acquistato beni dall’estero in anticipo, cercando di evitare poi l’arrivo dei dazi che sarebbero stati imposti poi in aprile. Il grafico di cui sopra dovrebbe aiutare a capire cos’è successo e perché in tanti si aspettavano un calo (anche se non questo calo).
È già recessione? Risposta breve, no. Servono due letture consecutive e in aggiunta questo trimestre è stato viziato da movimenti innaturali da parte dei principali attori economici.
Allora non siamo messi male? Sì, il dato è pessimo. Tuttavia, va interpretato alla luce di quanto affermato e dimostrato sopra. C’è ancora tempo per tornare indietro. Servirà volontà politica, che per ora manca, ma una possibilità di evitare una situazione del genere c’è.
La reazione di Bitcoin
La reazione di Bitcoin ha anticipato quella delle borse USA. Correzione dai 95.000$ prima della diffusione del dato, fino ai 93.500$ nel momento in cui scriviamo questo approfondimento. Si è perso circa il 2%, facendo poco meglio di quanto avrebbero poi fatto gli indici USA in apertura.
Vuol dire che Bitcoin si è magicamente trasformato in oro? Non ancora. Però sono segnali importanti di un cambiamento che è già in atto. Soltanto qualche tempo fa, Bitcoin avrebbe amplificato i movimenti fatti registrare dalle borse classiche. Ora non più, per quanto in parte sia dovuto al fatto che gli USA sono il grande malato di questa fase di mercato – con Bitcoin che ne è almeno in parte separato.
Ora arriveranno i tagli?
Difficile aspettarsi una Powell Put, ovvero un intervento di Federal Reserve per tutelare i mercati. Per l’incontro del FOMC di maggio le aspettative dei mercati (vedi grafico) sono cambiate pochissimo, rimanendo al 7,8%.
I mercati non ritengono dunque che questo dato, inaspettato almeno in parte, sia di impatto sulle future decisioni di Federal Reserve. Probabilmente venerdì ci sarà un’altra resa dei conti, almeno nel caso in cui il dato sulla disoccupazione dovesse peggiorare sensibilmente.
Recessione in che percentuale?
Mercati come Polymarket la stanno già prezzando molto al di sopra del 50%. Anche qui, come è visibile dal grafico, c’è stata un’impennata dopo la diffusione dei dati sul PIL.
Vedremo se con le prossime letture si tornerà a prezzarla in modo meno importante. Certo che è che ora siamo a una lettura negativa in meno (ne manca solo una) per dichiararla ufficialmente.
Vedremo – perché questo trimestre è stato condizionato da cambiamenti importanti nel comportamento degli operatori economici, dettati anche dalla volontà di anticipare i dazi.