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TETHER SOLDI

Tether: i miliardi del nuovo socio crypto della Juventus. Tutti i RISCHI per la squadra degli AGNELLI!

Tutta la verità su un investitore nel calcio italiano che ha più luci che ombre, ma che...

Fino a poche settimane fa erano pochi, tra gli italiani, a conoscere Tether e il suo CEO Paolo Ardoino. Poi – con quella magica visibilità che soltanto il calcio può offrire – ci siamo trovati a leggere e commentare analisi, approfondimenti e editoriali non sempre esatti su un gigante finanziario oggi più importante di tante grandi banche europee.

Compra social network, società agricole quotate in borsa e anche fette importanti di uno dei club più prestigiosi del mondo, la Juventus. Ma da dove arrivano questi soldi? Le preoccupazioni dei più cinici sono fondate?

Se sei arrivato qui senza saperne nulla, con ogni probabilità sarai preoccupato per il futuro della tua squadra del cuore – o sarai alla ricerca di elementi per discutere (e insultare) i tifosi di una squadra che proprio non puoi sopportare. Noi ti promettiamo però che troverai soltanto la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità.

I miliardari veri delle crypto

In breve – per chi non volesse avventurarsi poi tra numeri, tabelle e report. Tether gestisce un business semplice da capire.

I profitti che fa registrare ogni trimestre sono reali, non sono campati in aria, non sono frutto di nessuna magia contabile.

Tether incassa una percentuale dalle riserve che i clienti gli conferiscono liberamente – grazie ad investimenti molto poco rischiosi (e poco remunerativi) – ma data la taglia del suo business può portare a casa, solo nel primo trimestre del 2025, la bellezza di un miliardo. Una cifra che sarebbe sufficiente per comprarne forse due di squadre delle proporzioni della Juventus.

C’è da essere preoccupati? No. In primo luogo la quota è ancora relativamente contenuta – circa il 10% – in secondo luogo Tether ha soldi veri, non ha comprato a debito e nella peggiore delle ipotesi rivenderà le azioni.

C’è qualcosa di losco? No. Il business di Tether è più lineare e trasparente di quello di tante banche. Riceve depositi, li investe in asset a bassissimo rischio (bond USA), incassa.

Ok, ma come guadagna Tether?

Tether gestisce il più importante stablecoin al mondo. Circola in 149 miliardi – al momento – di unità, il che vuol dire che nelle casse di Tether ci sono 149 miliardi investiti in titoli a breve scadenza e basso rischio. L’interesse percepito è quasi tutto guadagno netto per Tether.

Tether è infatti una società anche molto snella, con pochi costi e pochi dipendenti, al contrario di concorrenti come Circle – che riportano profitti che sono una frazione molto ridotta dei ricavi, per costi che attribuiscono a compliance e ad altre questioni legali.

Il meccanismo è davvero semplice: chi vuole USDT – la criptovaluta ancorata al valore del dollaro – versa a Tether dei dollari. Fino a quando nessuno chiederà la riconversione di USDT in dollari “veri”, Tether guadagna interessi da quelle somme.

Ma allora perché non operano in Europa?

Per un motivo molto semplice. L’Europa ha introdotto delle nuove normative sulle criptovalute – che impongono alle stablecoin di detenere una parte enorme di queste riserve presso dei conti bancari classici.

Questo vuol dire per Tether (e per chi dovesse acconsentire) perdere una quantità enorme di profitti (~60%), in cambio di quasi nulla.

Il mercato europeo non è così rilevante e piuttosto che perdere il 60% dei profitti, si può benissimo farne a meno.

  • Ma il concorrente di Tether…

È vero che USDC, il principale concorrente di Tether, ha invece deciso di autorizzarsi a operare in Europa. È anche vero però che ha sfruttato un regime di doppio emittente che non era percorribile per Tether stessa.

In breve – senza scendere troppo nel tecnico: USDC è emesso negli USA e in Europa. In Europa segue le regole europee (e quindi quasi 0% di profitti) – ma nessuno lo crea effettivamente in Europa, lasciando così a USDC i profitti che può incamerare negli USA. Sul tema pubblicheremo presto un’indagine approfondita, perché è assolutamente necessario che i cittadini europei comprendano le vere conseguenze del MiCA, il complesso di regole inaugurato in Europa soltanto lo scorso anno.

La verità? Pochi investitori così solidi nel mondo del calcio

Il calcio moderno ha riempito le prime pagine di presidenti senza regno, di voli pindarici di improbabili personaggi presentatisi però con uno stuolo di cortigiani che neanche gli sceicchi.

Siamo dunque – e giustamente – guardinghi: la visibilità offerta dal calcio è certamente allettante anche per personaggi di dubbia provenienza e di altrettanto dubbia solidità economica.

Nel caso di Tether – dove i soldi ci sono davvero – tanti dei pettegolezzi, dei detto-non-detto, delle insinuazioni finite sui giornali sono state più per ignoranza e malafede che per effettivi problemi finanziari del gruppo.

Gruppo che ha acquistato il 70% di Adecoagro (società che si occupa di agricoltura in America del Sud), società che ha una capitalizzazione di mercato di circa 1 miliardo di dollari.

Gruppo che ha anche investito oltre 700 milioni di Rumble, la principale alternativa a YouTube. Gruppo che probabilmente investirà di più anche nella Juventus, sempre con denaro… cash. Senza strampalate operazioni finanziarie, senza prestiti e senza riscatti. Cosa che non possiamo dire di tanti investitori nel mondo del calcio.

Per gli amanti dei numeri qui c’è l’ultimo report trimestrale finanziario di Tether – così per rendersi conto di quali cifre effettivamente sono spostate da questo colosso.

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Klaus Marvin
Klaus Marvin
12 giorni fa

Parlando di calcio giocato, ho visto Barcellona Inter e l’ultimo gol annullato all’Inter è scandaloso, sono d’accordo con i tifosi interisti pur non tifando Inter, è una regola che va cambiata perchè questo non è più calcio ma si sono accorti quando è toccato contro di loro, quando è stato fatto a loro favore in una partita di campionato nessuno si è lamentato. Anche il Var è manipolato a seconda degli interessi del momento.