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CONGRESSO NUOVA LEGGE

Nuove regole per Crypto e Bitcoin negli USA: arriva la prima bozza. Regime libero, ma non troppo. Tutte le novità

Nuova bozza per le norme crypto e Bitcoin negli USA. Ecco da dove partirà la discussione.

C’è finalmente un draft, una base dalla quale iniziare a discutere quale sarà complessivamente la normativa che regolerà il mondo crypto negli Stati Uniti. Il documento è stato reso pubblico qui, non è definitivo e verrà appunto discusso dal Congresso.

Ci sono notevoli miglioramenti rispetto al regime attuale: dalla definizione di cosa sia una digital commodity e dunque una materia prima digitale (fuori dal regime delle security USA) alla tutela dell’autocustodia, con una proibizione diretta per le autorità federali e statali di ostacolarla.

Sembrerebbe essere, almeno dal punto di vista degli operatori del mondo crypto e degli appassionati, un buon punto di partenza, per quanto appunto si dovrà discutere poi più avanti ogni singolo punto e per quanto si incontrerà la resistenza di almeno una parte del Congresso in quanto il ruolo di SEC ne verrebbe fuori – almeno per il più cinici – depotenziato. Per chi invece ricorda cosa è successo negli ultimi 4 anni, la normativa proposta avrà il gusto di un bicchiere di acqua fresca nel deserto.

Cosa cambia secondo la proposta?

Discuteremo nei prossimi giorni su questo sito le singole proposte. Per ora sarà utile però fare un riassunto di ciò che il Congresso dovrà discutere.

  • Commodity digitali

Una nuova definizione, che includerà le crypto che vengono utilizzate come reward , come moneta per il pagamento di commissioni o anche per governance. È una definizione piuttosto ampia, dove il termine commodity più che voler dire materia prima vuol dire non-security e dunque non soggetta alle stringenti leggi USA su questo tipo di asset.

  • Registrazione

Gli exchange negli USA si sono sempre lamentati di una scarsa chiarezza di SEC sulle procedure di registrazione come broker di asset digitali. Ora, almeno se così dovesse passare la legge, ci sarà una procedura chiara – senza che sia più consentito a SEC di chiedere prima agli exchange di registrarsi e poi non fornire alcun tipo di procedura.

  • Effettiva centralizzazione

Sarà riconosciuto uno status più libero a quei progetti che sono effettivamente decentralizzati per distribuzione dei voti tramite token o per funzionamento proprio. È una sorta di riproposizione di un principio che la SEC prima di Gensler aveva già utilizzato per liberare Ethereum da certe incombenze e certi obblighi. Ben venga, per quanto discutere ora dei parametri sia inutile, dato che verranno quasi sicuramente modificati.

  • Tutela dell’auto-custodia

Che nel testo viene riconosciuta come un principio positivo per una società libera e che andrà dunque tutelata. Nessuna possibilità per le autorità di limitarne gli scopi o di impedirla tout court. Un principio che speriamo passi anche in Europa, dove ciclicamente invece si torna all’assalto di questo sacrosanto principio.

  • Stablecoin categoria a parte

Le stablecoin utili per i pagamenti saranno considerate una categoria a parte e normata con altre regole. Con ogni probabilità le stablecoin con rendimento incorporato saranno trattate per quello che sono – dei titoli finanziari e contratti di investimento che dovranno essere comunque regolati dalle Securities Law degli anni ’30.

Una prima impressione

Al contrario di ciò che temevano gli avversari del comparto, non vi è nessun liberi tutti in questo primo abbozzo. C’è maggiore chiarezza e per assurdo un regime complessivo che assomiglia più a quello europeo (sfidiamo chiunque a definirlo anarchico) che al paradiso dei truffatori.

Rimarrà qualche dubbio su quei sistemi dove un piccolo nucleo di individui o società può fare il bello e il cattivo tempo sull’emissione dei token, sul loro burn, sul loro rilascio e su altre regole del funzionamento delle loro blockchain.

Ci sarà però tempo per discutere ogni dettaglio. Per ora il punto di partenza sembrerebbe essere buono, e comunque migliore del regime di terrore instaurato da Gary Gensler quando era a capo di SEC, regime favorito anche dall’assenza di regole che limitassero il ruolo delle agenzie governative.

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