Tether USDT – il prodotto di maggior successo dell’omonima società crypto – ha superato i 150 miliardi di capitalizzazione. Prima di capire cosa sta succedendo a Tether – sarà bene fare un’importante premessa: al contrario della capitalizzazione delle azioni e delle criptovalute classiche, quando parliamo di cap delle stablecoin parliamo di soldi veri, che sono custoditi dal gestore (in questo caso Tether) e che generano profitti.
Continua dunque la crescita da parte di Tether – anche in un contesto che tanti analisti del nulla avevano indicato come sfavorevole a un gestore che ha deciso di non ottenere licenza in Europa e sempre secondo i suddetti analisti del nulla avrebbe sofferto in un mondo sempre più orientato verso una stretta regolamentazione di questi asset.
Per il gruppo che recentemente è entrato in Juventus FC con una quota sostanziale sono ottime notizie: maggiore è infatti la capitalizzazione delle sue stablecoin, maggiori sono i profitti, maggiori sono i denari che possono essere incamerati prima e investiti poi. Per chi segue da vicino – magari anche per questioni calcistiche – l’andamento di Tether – un breve riassunto di cosa vogliono dire questi numeri e del perché sono molto importanti.
Tether USDT supera i 150 miliardi di capitalizzazione di mercato
È un risultato tanto simbolico quanto importante sul piano pratico. Tether USDT ha superato i 150 miliardi di capitalizzazione. Vuol dire che nelle casse del gruppo – in forma di titoli che poi andremo a indagare – sono presenti quelle somme, che stanno generando interessi e dunque profitti per il gruppo.
- Capitalizzazione di Tether: come funziona?
Tether USDT è una stablecoin con riserva. I clienti versano dollari e ricevono l’equivalente in USDT, una criptovaluta dal valore stabile di 1$. I dollari così ricevuti da Tether vengono investiti in titoli sicuri e a breve scadenza, generando così dei ritorni per il gruppo.
- Dove sono investiti questi denari?
È possibile vederlo nella pagina trasparenza di Tether – con le detenzioni che sono poi confermate da BDO Italia. Nello specifico abbiamo titoli cash e cash equivalenti per l’81,49%, il 4,46% in metalli preziosi, il 5,13% in Bitcoin, il 2,99% in “altri investimenti” che non sono precisati, il 5,91% in prestiti con collaterale.
- Quanto rendono questi denari?
Molto. Per il primo trimestre 2025 sono stati incassati profitti netti per oltre 1 miliardo di dollari. Per intenderci Banca Intesa San Paolo ha fatto registrare per il primo trimestre del 2025 2,61 miliardi di euro di profitti, in quello che è stato un trimestre di grazia e – per Tether – un trimestre invece inferiore per rendimenti rispetto ai precedenti. Per il quarto trimestre 2024, tanto per avere un metro di paragone, il gruppo Tether aveva incamerato profitti per 6 miliardi di dollari.
- Società non quotata
Gioca a favore di Tether il fatto di essere società non quotata e che dunque non risponde alle paturnie degli azionisti in termini di profitti trimestrali. Il gruppo può permettersi così anche una maggiore libertà nella gestione degli investimenti (recentemente in Juventus, Chora, Rumble, Adecoagro $AGRO).
Lo stato di salute del gruppo
Data la conformazione delle riserve di Tether, i suoi profitti futuri dipenderanno principalmente da tre fattori:
- Rendimento titoli a breve scadenza: Tether investe principalmente in bond USA con una scadenza di pochi mesi. Veniamo da un periodo dove i rendimenti di questi titoli sono stati eccellenti, è possibile vederli in discesa sul medio e lungo periodo. Sono rendimenti volubili che potrebbero, nel caso di discesa, ridurre la fetta di profitti di Tether.
È un problema? No, per il punto che andremo a analizzare più avanti e che riguarda la struttura di Tether in termini di costi.
- Costi operativi: rispetto al principale concorrente USDC di Circle, Tether presenta una struttura molto agile. Il gruppo ha un centinaio di dipendenti, che dovrebbero raddoppiare nel corso del 2025 anche per questioni legate alla compliance e al tentativo di espandersi in altri settori.
Questo almeno secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, che comunque ricorda che Paolo Ardoino, il CEO del gruppo, è sempre stato restio ad aumentare il numero di dipendenti.
Siamo orgogliosi del fatto di essere molto agili. E vogliamo rimanerlo perché vogliamo essere flessibili. Stiamo molto attenti quando assumiamo dipendenti, e assumiamo soltanto profili senior.
Sotto il profilo dei costi, pertanto, non sembra ci sia molto di cui preoccuparsi.
- Totale capitalizzazione
Tether non sembra soffrire la concorrenza ed è posizionata da leader all’interno di un mercato, quello delle stablecoin, che anche grazie agli sforzi dell’attuale governo USA, dovrebbe diventare enormemente più ampio. Se potrebbe essere difficile registrare gli alti profitti su ogni dollaro investito che si sono avuti nel 2024, è ragionevole aspettarsi una crescita importante in termini di capitale a disposizione.
Nel complesso la situazione di Tether, anche rispetto ai concorrenti, sembrerebbe essere eccellente e comunque priva di grosse preoccupazioni. Una questione che finirà per rassicurare sia i tifosi di una certa squadra di calcio italiana, sia quei giornalisti che hanno sparato a zero senza conoscere nulla della società in questione.
- Altri investimenti
Non sappiamo e non possiamo sapere quando certi investimenti cominceranno a diventare redditizi. Vale però la pena di ricordare che dello stesso gruppo fa parte Bitfinex, exchange crypto di volumi importanti, e che Tether ha investito in Rumble e anche in AdenoAgro. Il gruppo è anche attivo nel settore energetico e del mining Bitcoin. Un conglomerato a tutti gli effetti, che ha già diversificato e che sembrerebbe essere pronto anche per eventuali periodi di rendimenti più contenuti dei bond USA di breve scadenza.