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Bitcoin e crypto aspettano le parole di Jerome Powell. Cosa dirà domenica alle 20:40 (e come prepararsi)

Jerome Powell parla oggi a Princeton: cosa possiamo aspettarci per Bitcoin e crypto?

Questa sera, quando in Italia saranno le 20:40, Jerome Powell interverrà pubblicamente all’università di Princeton. Interverrà all’interno di una cerimonia che si tiene prima delle lauree e non dovrebbe – almeno a rigor di logica – indicare questioni potenziale innesco di grandi sconquassi sui mercati. Mercati che tra le altre cose saranno chiusi e che dunque non potranno reagire.

Fatta eccezione, ovviamente, per il mercato delle criptovalute e di Bitcoin, un mercato aperto 24/24 e 7 giorni su 7, e che talvolta finisce, per questa sua specifica caratteristica, per fare da parafulmine delle intemperie di mercato.

Data la circostanza, è difficile immaginare che Powell si dilunghi granché su questioni di politica monetaria, per quanto il calendario di Fed debba comunque riportare per trasparenza questa sua partecipazione pubblica. Una partecipazione pubblica che comunque andrà seguita – lo faremo sul nostro Canale Telegram ufficiale così da anticipare eventualmente anche le reazioni dei mercati.

Politica monetaria USA, un breve riassunto

La politica monetaria USA può ancora permettersi di essere attendista. L’economia è in buone condizioni (nonostante il pessimo dato del PIL del primo trimestre), la disoccupazione è bassa e al tempo stesso non sembra ci sia granché urgenza di tagliare i tassi.

tagli giugno
I mercati non credono in un taglio per il meeting di giugno

Anche per l’appuntamento di giugno i mercati non ritengono che sia possibile un taglio ai tassi. Anche i più dovish tra i membri aventi diritto di voto all’interno del FOMC (la riunione che decide tassi e politiche monetarie USA), hanno parlato al massimo di tagli che potranno tornare nella seconda metà del 2025.

Questo a patto che non arrivino degli sconquassi importanti in termini di politiche commerciali (anche se la questione dazi sembrerebbe essere ormai ampiamente rientrata, almeno rispetto alle proporzioni circolate in principio).

Niente tagli, e quindi?

Tutti o quasi aspettano i tagli, che sono in genere una droga delle più potenti per gli asset risk on come Bitcoin e come il resto del mondo delle criptovalute. Tuttavia, come chi vi scrive ha già sostenuto più volte su queste pagine, l’idea che sia meglio avere tagli, costi quel che costi, che un’uscita dall’impasse nata con la crisi COVID più tranquilla, è semplicemente folle.

Quando economie importanti come quella USA sono costrette a procedere con i tagli, in genere il segnale non è dei migliori. Rimaniamo convinti, su queste pagine, che la traiettoria attuale sia il meglio che ci si potesse aspettare date le circostanze di partenza. Circostanze che purtroppo sono state condizionate anche dall’esterno.

Se Jerome Powell dovesse effettivamente venirne fuori con un soft landing, siamo piuttosto sicuri del fatto che ci si potrebbe attrezzare per un quinto volto da scolpire a Mount Rushmore. Perché sì, di autentico eroe americano, a quel punto, si tratterebbe.

Per il resto, l’altra situazione da verificare sarà quella di un ulteriore decoupling tra BCE e Fed, che potrebbe rinforzare il dollaro. A Francoforte infatti circolano le prime voci della possibilità di un altro taglio da qui a breve per fronteggiare eventuali dazi con gli USA (sul 50%, come anticipati da Trump). Se dovesse essere questo il caso, potremmo vedere un dollaro più forte da qui alle prossime settimane. Si dovrà comunque valutare la concretezza di certe… voci.

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