Non sempre è una questione di soldi. Anzi, nel mondo crypto capita più spesso forse che altrove di vedere delle prese di posizione più basate sui principi che sul proprio tornaconto di breve. Da una parte il vil denaro, dall’altro invece il tentativo di difendere ciò che si ritiene giusto.
È il caso di Paradigm, società di venture capital che opera nel mondo crypto, che ha inviato un amicus curiae brief – ovvero un commento a favore di una delle parti coinvolte durante un procedimento giudiziario – sostenendo le ragioni di Roman Storm, uno degli sviluppatori di Tornado Cash. Storm affronterà il suo processo il 14 luglio – con accuse gravissime e che al tempo stesso sono un attacco non solo al mondo crypto, ma più in generale al diritto di sviluppare software.
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Paradigm si schiera
Paradigm sostiene davanti alla corte che i procuratori hanno torto. E che se dovessero avere la meglio, la possibilità di sviluppare software negli USA sarebbe compromessa. Non che in Europa, dove si sta consumando il processo al sodale di Roman Storm le cose stiano diversamente, ma trattandosi di un processo USA, è lì che Paradigm sta cercando di far prevalere le proprie ragioni.
Il caso dovrebbero conoscerlo ormai tutti i nostri lettori: Roman Storm sta affrontando un processo in quanto sviluppatore di Tornado Cash, che secondo l’accusa sarebbe un money transmitter, ovvero un’entità in grado di trasferire denaro (secondo la legge) e dunque soggetta a tutta una serie di obblighi che sono in capo a questi soggetti.
Sarebbe assurdo tanto quanto perseguire un produttore di TV per segreti di stato che vengono diffusi tramite canale televisivo, oppure come punire chi lavora pellame per portafogli che contengono denaro rubato, o Apple per cospirazioni che nascono attraverso conversazioni su iPhone.
Una posizione che in molti ritengono assurda, perché per l’appunto Roman Storm altro non ha fatto che sviluppare uno smart contract per la privacy (che può essere per carità utilizzato anche per attività criminali). Utilizzo però la cui responsabilità non può essere, come non lo è per il software tradizionale, in capo allo sviluppatore. Almeno secondo la tesi sostenuta da Paradigm e da chi supporta la libertà di Roman Storm.
Una questione che riguarda tutto il settore?
Sì, almeno secondo Roman Storm, che ha ovviamente un interesse affinché tutta l’industria si compatti dietro di lui.
Sono Roman Storm, ho messo la mia anima in Tornado Cash – un software non custodial, senza intermediari, senza permessi, immutabile e impossibile da fermare. Tra 31 giorni sarò a processo. Il Dipartimento di Giustizia vuole seppellir era DeFi, dicendo che io avrei dovuto controllarla, aggiungere KYC o non sviluppare questo software. SDNY sta cercando di schiacciarmi, bloccando ogni parere degli esperti. Se perdo, la DeFi morirà con me. Il sogno di una finanza libera, il codice in cui ho creduto, tutto sparirà nell’oscurità. Sto combattendo, ma il peso è insostenibile. Questa non sarà soltanto la mia fine, ma quella di tutti.
Al netto delle posizioni di ciascuno, parole sulle quali invitiamo tutti a riflettere.