Donald Trump ha firmato il Genius Act all’interno di una cerimonia che ha visto partecipare diversi dei top player del settore crypto e stablecoin. È la prima delle leggi crypto che entra in vigore durante questa amministrazione e cambierà molto di come questa particolare categoria di criptovalute sarà gestita negli Stati Uniti.
Alla cerimonia – in pompa magna come per altre firme di leggi che il governo USA riteneva cruciali – hanno partecipato anche i gemelli Winklevoss di Gemini, Paolo Ardoino di Tether, Jeremy Allaire di Circle, Brian Armstrong di Coinbase, Sergey Nazarov di Chainlink e altri personaggi noti del settore.
Un cerchio magico crypto inimmaginabile fino alle elezioni di novembre e che ora invece è una delle frecce all’arco di Donald Trump, che ha ribadito che il mondo crypto sarà positivo per gli Stati Uniti e per il Dollaro USA (soprattutto tramite le stablecoin, aggiungiamo noi).
GENIUS Act: stablecoin al potere negli USA
Al netto di qualche polemica di Elizabeth Warren e della sua claque – il GENIUS Act è piaciuto quasi a tutti. Solo 110 democratici hanno votato no (su 212), con i repubblicani che hanno votato compatti per il “sì”, fatta eccezione per i 12 ribelli che hanno preteso più avanti l’introduzione di una legge contro il dollaro digitale eventualmente emesso da Fed (cosa che non è accaduta e non accadrà, almeno per ora).
È una legge ritenuta strategica da parte del governo USA: le stablecoin infatti non solo acquisto debito USA, ma secondo la visione di Scott Bessent del Tesoro USA possono aiutare a diffondere il dollaro in ambito digitale, confermandone la supremazia.
C’è stata anche un po’ di Italia, perché alla cerimonia era presente il CEO di Tether, Paolo Ardoino.
Cosa cambia ora?
C’è un periodo di adeguamento, terminato il quale le stablecoin che vogliono operare negli Stati Uniti dovranno adeguarsi a diverse novità:
- Riserve: devono essere detenute in bond USA o in cash o in altri titoli cash like.
- Registrazione: le entità devono essere registrate negli USA o ottenere un’esenzione a tal riguardo;
- Report mensili delle riserve che devono essere sotto audit.
- Protezione dei consumatori: i detentori di stablecoin sono preferiti rispetto ai creditori ordinari;
- Anti-riciclaggio: le emittenti di stablecoin dovranno rispettare quanto previsto dal Bank Secrecy Act;
- Congelamento: tutte le stablecoin che vogliono operare negli USA devono prevedere un meccanismo per eventualmente congelare if ondi in un determinato wallet.
Per quanto riguarda questo punto, tutte le principali stablecoin con riserva sono già dotate di un meccanismo di questo tipo, che attivano su richiesta delle autorità.
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Per il resto, almeno tenendo conto soltanto delle principali emittenti, Tether dovrà o emettere un token specifico per gli Stati Uniti (cosa forse più probabile), oppure rivedere almeno in parte le proprie riserve (e anche la sua presenza societaria negli USA).
Il cammino comunque verso il regime di piena compliance sarà relativamente lungo.
Offerta alle banche
La presenza di una legge chiara per l’emissione, la detenzione, la commercializzazione delle stableconi offrirà alle banche la possibilità di cimentarsi in un settore molto redditizio e per ora dominato da società crypto native come Circle e Tether.
Già Citi ha affermato di essere interessata eventualmente all’emissione di una stablecoin. Lo farà anche JPMorgan e probabilmente si accoderanno, anche in consorzio, altri gruppi bancari USA.
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