Finalmente ci siamo. Dopo tanti ritardi, SEC ha finalmente approvato la richiesta dei gestori di ETF su Bitcoin per la creazione di quote in-kind, ovvero con i market maker (AP) che potranno versare direttamente BTC. Si tratta di un miglioramento netto della gestione degli ETF, che li renderà più efficienti e meno costosi.
Al netto delle questioni tecniche, che sono comunque importanti, c’è anche da sottolineare il forte valore simbolico di questo passaggio. Gary Gensler, il precedente direttore di SEC, si era infatti rifiutato di approvare ETF Bitcoin che avessero incluso questa modalità di creazione delle quote.
Una vittoria del settore
È indubbio che l’approvazione segni una vittoria del settore crypto. La richiesta infatti era già arrivata in fase di prima approvazione degli ETF su Bitcoin, dato che la modalità di creazione in-kind è di gran lunga la più efficiente e la preferibile tanto per i gestori quanto per gli altri soggetti coinvolti.
- Di cosa si tratta
Quando c’è domanda maggiore di quote degli ETF rispetto all’offerta, il prezzo delle quote si alza. Per riportarlo in linea con il sottostante, in questo caso Bitcoin, gli AP chiedono la creazione di nuove quote.
Facendolo devono però anche versare contestualmente denaro per pagare le nuove quote. Con la modalità cash creates, che era quella che era stata approvata in partenza, gli AP devono versare dollari, con i quali l’ETF deve comprare Bitcoin, con un ulteriore passaggio e ulteriori difficoltà tecniche di gestione.
Con la modalità in-kind invece gli ETF possono ricevere dagli AP direttamente Bitcoin e creare quote. Più efficiente, più lineare, più sostenibile.
Perché Gary Gensler si era opposto?
In realtà di motivazioni “plausibili” non ce n’erano molte, tant’è che anche commentatori storicamente neutri avevano ritenuto il no di Gensler pretestuoso, una sorta di dispetto per un settore con il quale non è mai andato granché d’accordo. O meglio, che lo ha visto come antagonista da quando ha occupato lo scranno massimo all’interno di SEC.
Ora però sono tutte storie del passato. La nuova SEC, con Paul Atkins al suo vertice, ha celebrato l’ok, parlando di maggiore efficienza per i titoli che andrà a essere positiva, a cascata, per tutti i soggetti coinvolti, dagli emittenti agli AP, passando per chi acquista le quote del fondo.
AP?
Sono gli Authorised Participants, ovvero banche d’affari che possono interagire direttamente con l’ETF e chiedere creazione o distruzione di quote. Sono un ingranaggio fondamentale del funzionamento degli ETF e la cui efficienza si riflette direttamente sul fondo stesso.
C’è dunque da cantare assolutamente vittoria, anche se di questioni aperte con SEC ne rimangono diverse, a partire dall’approvazione di certi ETF su altcoin che sono ancora in attesa e che probabilmente riceveranno l’ok soltanto in autunno.
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