In questo momento Ethereum appare visibilmente più forte di Bitcoin, complice soprattutto un supporto proveniente dai grossi inflow degli ETF a Wall Street. Che questa sia la season di ETH, credo che ce ne siamo accorti tutti, maximalist compresi, ma in pochi si sono realmente resi conto di ciò che sta accadendo sotto la superficie.
C’è un indicatore in particolare che fotografa perfettamente lo scenario attuale, e che spiega perché il sentiment degli investitori è così bullish sulla seconda moneta del mercato crypto. Un dato che non veniva più raggiunto addirittura dai minimi di dicembre 2022, in pieno bear market, quando il rapporto ETH/BTC era ancora a 0,075 sats. Di cosa si tratta? Lo vediamo in questo articolo.
Ethereum supera Bitcoin nei volumi perpetual futures: è record pluriennale
Dal termine dell’ultimo mercato ribassista del 2022, Bitcoin ha preso le redini del mercato, performando meglio di Ethereum e di tutto il resto del comparto altcoin. Per diversi lunghi mesi l’attenzione degli investitori è confluita unicamente sul re, mentre le monete alternative hanno fatto fatica ad emergere, salvo qualche breve parentesi di slancio.
Da qualche mese però siamo giunti ad un momento di svolta, che sembra evidenziare chiaramente lo shifting dell’attenzione speculativa verso il mondo Ethereum. Lo capiamo dalla metrica “BTC vs ETH Perpetual Volume Dominance” che mostra l’andamento del rapporto tra i volumi perpetual futures delle due criptovalute.
Ecco infatti che a partire da aprile 2025, subito dopo il bottom dell’ultima grossa correzione del mercato, i volumi derivati su Ethereum sono stati progressivamente sempre più intensi rispetto a quelli di Bitcoin. Da un rapporto iniziale 70%-30% a favore della moneta arancione, siamo arrivati ad invertire completamente il trend fino all’attuale dominance 40%-60%.

Ad oggi dunque sulle piazze perpetual futures, troviamo più volumi di trading su Ethereum piuttosto che su Bitcoin, nonostante l’ampia differenza di capitalizzazione. Giusto per rendere l’idea, BTC ha una market cap 5 volte maggiore di ETH, ma negozia “solo” $63 miliardi nelle ultime 24 ore contro i $100 miliardi toccati dalla seconda in classifica.
Bitcoin resta l’asset con più valore aperto dei contratti, ma si nota una lieve inversione
Nonostante la foga speculativa sembri favorire Ethereum, ad oggi Bitcoin rimane l’asset dove gira più open interest, ossia dove troviamo più posizioni aperte sui derivati. Questo significa che la prima criptovaluta continua ad essere un punto di riferimento per i traders, soprattutto quelli più orientati al medio periodo, che mantengono intatti i loro trades.
Anche qui però notiamo una tendenza di inversione: di recente il rapporto tra l’open interest di BTC e quello di ETH si è ridotto nettamente, andando a toccare il valore più alto per Ethereum da aprile 2023. Tutto ciò è un segnale inequivocabile di come i capitali stanno ruotando verso bet più rischiose, dopo che Bitcoin ha offerto ottime performance speculative ai suoi seguaci per diverse sessioni di bull market.

Fino a dove può spingersi Ethereum nel breve periodo?
Chiaramente questo momento di splendore per Ethereum potrebbe interrompersi da un momento all’altro, fermo restando che l’outlook appare fortemente bullish e che nel medio termine dovremmo essere diretti verso una continuazione del rally. Non è escluso comunque che il rialzo dei prezzi possa continuare ad espandersi anche nelle prossime settimane, ma c’è un target ipotetico oltre al quale difficilmente riusciremmo ad arrivare.
Infatti secondo i dati on-chain, in particolare attraverso la metrica “Realized Price-to-Liveliness Ratio”, possiamo individuare un’area di possibile resistenza dinamica, che in passato ha segnato l’inizio di fasi di eccesso speculativo. Parliamo della fascia di localizzata intorno ai $4.500, che coincide con una deviazione standard sopra la media storica del rapporto.
Questo non è affatto un valore casuale, visto che in diverse occasioni la zona “+1σ” ha funto come resistenza di prezzo, oltre alla quale sono arrivate pesanti correzioni. Ad esempio a novembre 2021 ha individuato il top del ciclo rialzista, a marzo 2024 ha identificato il top locale poco prima dell’euforia per l’approvazione degli ETF Ethereum, ed anche a dicembre 2024 è stata in grado di bloccare il rally della crypto.

Detto ciò appare poco probabile che andremo sopra i $4.500 nel breve periodo, a meno che non subentrino nuovi stimoli e narrative, ma inevitabilmente poi si andrà verso un esuberanza speculativa. Ai fini di un rally sano e duraturo, capace di proseguire per molti altri mesi, sarebbe meglio se ETH correggesse o consolidasse la sua struttura senza andare verticale verso quel target.
Gli ETF non la smettono di prendere d’assalto Ethereum
Un fattore da tenere in considerazione per monitorare da vicino l’andamento di Ethereum è il flusso degli ETF a Wall Street. Per quasi tutto il mese di luglio gli ingressi di capitali sui fondi quotati in borsa su ETH sono stati enormemente positivi, superando in diverse occasioni anche gli inflow registrati dagli stessi emittenti su Bitcoin.
Finchè anche dal settore istituzionali si continuerà a prediligere Ethereum come bet speculativa, e fin tanto che la domanda da parte dei grossi player resterà tale, possiamo aspettarci una continuazione della corsa al rialzo. Aggiungiamo anche il trend delle tesorerie Ethereum, con le società quotate che hanno accumulato oltre 1,3 milioni di ETH nell’ultimo mese, pari a $5 miliardi.
Ecco se questi stimoli rimarranno solido, ci possiamo aspettare una corsa di breve verso il target ipotizzato dei $4.500, entro il quale ci auguriamo di incontrare qualche presa di profitto per non estendere eccessivamente la struttura.
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c’è da considerare una cosa importante e cioè che gli istituzionali difficilmente fanno speculazione con cifre enormi come quelle dirottare verso gli ETF ETH. segno che Ethereum sarà di enorme importanza per il futuro
Quindi una fetta maggiore dei volumi speculativi sono al momento su Eth.
Ottimo direi.