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POWELL PENSA

Il VOTO SHOCK che aiuterà Bitcoin e crypto: presto il CAOS da Fed!

Per Jerome Powell le cose si complicano: la tattica politica di Donald Trump potrebbe funzionare.

La conferenza stampa di Jerome Powell di ieri è stata ricca di informazioni, almeno per chi sa leggere tra le righe. Non è facile farlo, perché ci sono sottintesi e situazioni precedenti che non tutti hanno seguito – non potendo così capire la portata di certe affermazioni e di certi avvenimenti.

La situazione generale riguarda molto da vicino anche Bitcoin e crypto: per questo motivo abbiamo prodotto un’analisi completa che riguarda il futuro di Jerome Powell, il futuro dei tagli ai tassi di interesse e possibilmente cosa ci aspetterà quando, nel 2026, non ci sarà più JPow a capo della più potente banca centrale del mondo.

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Non succedeva dal 2020

Il primo dato importante: due dei membri del FOMC hanno votato contro la decisione di Federal Reserve di tenere i tassi di interesse immutati. C’è un motivo però dietro il voto contrario. Bowman e Waller hanno votato a favore di tagli – con la maggioranza che invece ha votato per rimanere fermi – per motivi molto probabilmente politici.

È parte della strategia politica di Donald Trump per seminare scompiglio all’interno di Federal Reserve.

Il meccanismo, che abbiamo anticipato ai membri del canale Telegram VIP è semplice: dato che a maggio si dovrà nominare un nuovo presidente di Federal Reserve, basta far circolare qualche nome per avere la piena fedeltà dei papabili, che da qui a maggio voteranno sempre per politiche più accomodanti per la Casa Bianca.

L’obiettivo – non dichiarato ma chiaro – è quello di esercitare pressioni su Jerome Powell: è molto difficile giustificare un FOMC/Fed spaccato su questioni così importanti. E così i trumpiani (magari a tempo, perché desiderano solo essere eletti a capo di Fed) sosteranno tagli il più possibile aggressivi.

FOMC VOTI
I voti contrari sono un’anomalia

NOTA SUI VOTI CONTRARI: in assenza di emergenza difficilmente ci sono voti contrari. Quando ci sono, difficilmente sono due. Per risalire all’ultimo meeting con due voti contrari bisogna tornare al 2019.

Numeri e dati da tenere a mente

  • Maggio 2026: scade il mandato di Jerome Powell. Non sarà rinominato a capo di Federal Reserve;
  • 4,25%-4,50%: sono i tassi di interesse attuali negli Stati Uniti, fissati da Federal Reserve;
  • 1,25%-1,50%: sono i tassi desiderati da Donald Trump e dalla Casa Bianca;
  • 2: sono i dissidenti all’interno del FOMC, con il fronte contro Jerome Powell che potrebbe allargarsi.

Può funzionare?

Sì, può funzionare. Secondo molti, inoltre, dei tassi di interesse più bassi sarebbero un toccasana per Bitcoin e per il resto del mondo crypto, in particolare per le altcoin e l’altseason.

Già in passato, durante il primo mandato di Donald Trump, Jerome Powell approvò tagli non granché giustificati dalle condizioni economiche, proprio per pressioni politiche che riceveva da tempo.

La fronda, il gruppetto dei dissidenti all’interno del FOMC potrebbe favorire tagli entro fine 2025 che non sarebbero giustificati dalle condizioni economiche.

Perché le condizioni economiche non giustificano i tagli

Lo ha ripetuto mercoledì in conferenza stampa Jerome Powell.

  • Economia: anche se la crescita è in netto rallentamento rispetto al 2024 (è circa alla metà), siamo comunque lontani da un’eventuale recessione. I dati sul PIL di ieri sono stati positivi oltre le più rosee aspettative.
  • Inflazione: è ancora troppo alta, sensibilmente sopra il 2% di target di Federal Reserve.
  • Mercato del lavoro: è ancora in forze. Buoni i numeri sulle assunzioni, statica la disoccupazione.

In una situazione del genere – con tassi che Jerome Powell ritiene già soltanto moderatamente restrittivi – di fondamentali per tagliare ce ne sono pochi. Dovrà probabilmente intervenire… la politica. Per quanto Federal Reserve sia indipendente, certe pressioni possono farsi sentire.

Nel 2019 ci fu una situazione simile, che portò Fed a decidere per tagli da 50 punti base (0,50%), che però non furono comunque soddisfacenti per Donald Trump.

Cosa possiamo aspettarci ora?

Da qui a fine anno i mercati stanno prezzando con maggiore convinzione 1-2 tagli, rispetto ai 2-3 tagli che sembravano possibili qualche settimana fa.

Aspettative tagli
Aspettative dei mercati per i tagli da qui a fine anno

C’è la possibilità che i mercati non stiano prendendo sul serio le possibili evoluzioni della questione politica di cui sopra.

Per Bitcoin e crypto: a nostro avviso non dipende soltanto da quanto si taglierà, ma dal perché. Tagli su pressione politica sono probabilmente migliore di tagli perché le condizioni economiche sono peggiorate.

Tassi interesse grigio
Tassi di interesse e recessioni (in grigio)

Il grafico che alleghiamo qui mostra come quando i tagli importanti arrivano a causa di emergenze sono in genere preludio per delle recessioni che non fanno bene ai mercati.

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