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WLFI lancia piano da 1,5 miliardi: obiettivo arricchire gli investitori!

Un piano arguto o il solito marketing che non porterà a nulla? Vediamo cosa ha in mente WLFI

Il progetto di finanza decentralizzata legato alla famiglia Trump, WLFI, ha inviato la documentazione obbligatoria per legge al fine di raccogliere fino a 1,5 miliardi di dollari di capitale a mercato. L’obiettivo sarebbe quello di iniziare a investire in criptovalute, seguendo il modello delle crypto treasury.

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Il modello sarà applicato sul token stesso di WLFI, con lo scopo principale di aumentarne domanda e conseguentemente valore. Tutto questo mentre il token non è ancora scambiabile, con il voto che ha aperto a questa possibilità che si è tenuto lo scorso luglio.

1,5 miliardi da investire in un token che ancora… non c’è

In realtà si tratta di un investimento annunciato – che però riguarda un token tecnicamente ancora inesistente sui mercati.

A scendere di nuovo in campo è la famiglia Trump, che detiene quote rilevanti del progetto WLFI, progetto che per l’appunto vorrebbe portare a casa 1,5 miliardi di dollari, da raccogliere sul mercato e da spendere in $WLFI, quello che sarà un token di governance legato appunto al progetto.

Il meccanismo è lo stesso del quale abbiamo parlato qui con Matthew Sigel di VanEck: raccogliere capitale, comprare crypto, cercare quotazioni interessanti, ripetere l’operazione. Tutto questo mentre in realtà però WLFI non è ancora quotata e non sembra ci sia interesse a farlo almeno sul breve periodo, anche se data la particolare fase che sta vivendo Wall Street, c’è la seria possibilità che ci sia un’evoluzione in questo senso.

Quanto può funzionare?

Sarà una sorta di nuovo esperimento, per quanto già altri protocolli – vedi qui Ethena – hanno avviato programmi simili pur non essendo quotati in borsa – ma nel caso di Ethena c’è una SPAC in corso che la porterà appunto al NASDAQ. Un passaggio dunque sì interessante, ma al tempo stesso pieno di incertezze.

A partecipare al finanziamento sarebbero, secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, potrebbero essere diverse società del settore tech e crypto, che però per il momento non sono state ancora indicate pubblicamente.

Va inoltre ricordato che il gruppo ha in cassa anche diverse crypto non proprie, come ad esempio Tron (che ora è indirettamente quotata in borsa), EOS, ma anche Ondo Finance, Ethereum in versione wrapped e liquid staking, nonché MNT, U e altre che possono essere verificate qui.

Continua la corsa

Continua così la corsa dei progetti crypto che – come si fa in borsa – riacquistano i proprio token. Abbiamo visto farlo a Tron, ma abbiamo anche visto l’annuncio la scorsa settimana di Chainlink, che con la sua Fondazione vuole destinare parte dei profitti proprio a questo tipo di operazioni.

Si cerca di cavalcare, è innegabile, un trend generalmente positivo per il mondo crypto, anche in termini di apertura da parte dei cosiddetti investitori istituzionali.

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