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FILIPPINE BITCOIN

Filippine vogliono riserva statale in Bitcoin: 10.000 BTC impossibili da VENDERE

Una proposta di legge interessante da parte di un parlamentare delle Filippine.

Dopo il Brasile arrivano anche le Filippine. Il parlamentare Miguel Luis Villafuerte ha infatti avanzato una proposta di legge che prevederebbe, se approvata, l’acquisto da parte della banca centrale locale di 2.000 Bitcoin l’anno, per un totale di 10.000 Bitcoin.

La riserva così costruita finirebbe in un fondo che verrebbe chiuso per almeno 20 anni, impedendo così vendite di breve e medio periodo. Unico scopo consentito per la vendita è la riduzione del debito pubblico. Un piano ambizioso per un’economia di dimensioni ridotte come quella delle Filippine, che però per il momento non è chiaro quanti consensi sarà in grado di raccogliere.

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Arriva la proposta di legge 421

Anche le Filippine vogliono fare sul serio. O meglio, c’è almeno un parlamentare che sogna di fare come in Brasile, dove è stata avanzata una proposta di legge simile.

La legge è la 421, che può essere consultata in inglese qui.

  • Cosa c’è nella proposta

C’è la realizzazione di una riserva strategica in Bitcoin, tenendo conto del fatto che già alcuni mesi si stanno muovendo in questo senso. Vengono citati El Salvador, nonché il Brasile e si citano anche certe dichiarazioni dell’ex ministro delle finanze tedesco Christian Lidner in tal senso. Si fanno poi riferimenti anche a iniziative più velleitarie in Polonia e Hong Kong.

Si parla inoltre dell’utilizzo della Russia di Bitcoin e di altre criptovalute – cosa che non ci sembra però confermata dai fatti se non nel caso della stablecoin “di stato” – per aggirare le sanzioni.

La proposta è di acquistare 2.000 Bitcoin l’anno per almeno 5 anni, per un totale di 10.000 Bitcoin, che ai valori attuali vorrebbero dire circa 1 miliardo di euro. Somma considerevole per le riserve delle Filippine, che non è chiaro come dovrebbe essere finanziata, se non con la cessione di riserve già presenti.

Proibita la vendita immediata

Sarebbe inoltre proibita la vendita immediata dei proventi di eventuali gain, che secondo la legge dovrebbero essere impiegati con il solo scopo di ridurre il debito pubblico delle Filippine.

Per il momento non sappiamo quanto sostegno potrà raccogliersi dietro questa iniziativa, che segue quelle di altri paesi da parte in genere di parlamentari di minoranza o che cercano – non sappiano se sia questo il caso – anche visibilità con questo tipo di iniziative.

Il caso del Brasile rimane forse il più interessante da seguire, dopo che movimenti di tipo simile hanno incontrato forti resistenze in Svizzera e anche in Repubblica Ceca.

Difficile invece considerare quella di El Salvador una riserva della banca centrale. La gestione delle riserve in BTC del piccolo stato del Centro America sono relativamente libere e con modalità poco trasparenti anche per quanto riguarda eventuali impieghi futuri.

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