Le sorprese da Hyperliquid non sono finite. Si chiama USDH, sarà una stablecoin concepita proprio per questo ecosistema e che sarà in linea con le norme contenute nel GENIUS Act, ovvero il framework di regole già attive negli Stati Uniti.
Sarà un colpo soprattutto per Circle, che con il suo USDC è fornitore unico di stablecoin da utilizzare all’interno della piattaforma che è diventata la più popolare di questo ciclo.
USDH: una nuova stablecoin
Si chiamerà USDH, con il ticker che è stato già riservato – e che verrà, a quanto parrebbe, utilizzato per una nuova stablecoin. Stablecoin che finirà per sostituire almeno in parte USDC di Circle sulla piattaforma.
Il token, secondo le prime discussioni in merito, sarà in linea con le richieste delle autorità americane per l’emissione e la gestione di stablecoin sul territorio degli Stati Uniti. E sarà dunque con riserva 1:1, in bond, repo o cash, e però a questo punto non necessariamente compliant con le regole MiCA.
Al di fuori rimarrebbero pertanto almeno in una prima battuta gli utenti europei, che però dovrebbero continuare a poter utilizzare USDC.
Si tratta di una mossa importante da parte di Hyperliquid, che conferma così non solo un protocollo in grado di macinare revenue, ma anche di avere spunti a sufficienza per completare con le tessere del puzzle più importanti il proprio ecosistema.
Seguiranno aggiornamenti non appena questi saranno disponibili. Non è chiaro se ci sarà la volontà di affermare la stablecoin e il suo utilizzo anche al di fuori dell’ecosistema Hyperliquid.
È un problema per Circle?
Sarà una questione certamente da valutare. Gli USDC su Hyperliquid valgono circa il 7,5% dell’intera capitalizzazione di USDC, il prodotto di punta di Circle. Tra le altre cose il grosso di quei token dovrebbe essere della categoria distribuzione diretta, e che dunque comporta il 100% delle revenue che rimangono nelle casse di Circle stessa.
Una Circle che deve essere necessariamente valutata anche nell’ottica di una concorrenza che sarà crescente, in particolare dopo che gli USA si sono dotati di regole chiare.
Ci aspettiamo che anche diversi gruppi bancari si cimenteranno in queste attività, che sono relativamente redditizie e che possono portare degli importanti ricavi nelle casse di chi li gestisce.
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